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Bar Libeccio a Pegli, gestione dal carcere con prestanome: 6 condannati

Camorra a Genova, Polizia e Finanza eseguono sei misure cautelari
Bar Libeccio a Genova Pegli (foto d'archivio)

Oggi sono stati tutti condannati in primo grado, con rito abbreviato, le sei persone coinvolte nell’inchiesta sulla gestione del bar Libeccio, sul lungomare di Genova Pegli.

Il pm aveva chiesto la condanna per oltre 17 anni di reclusione. L’accusa aveva in un primo momento contestato anche l’aggravante di avere voluto agevolare la camorra, aggravante che poi è decaduta.

Il giudice ha condannato a 4 anni Angelo Russo (erano stati chiesti 5 anni), 2 anni con pena sospesa per Mario Russo (chiesti 2 anni e 10 giorni), 3 anni per Francesco Cinquegranella (3 anni e 4 mesi) e per Antonio Novelletti (3 anni e 4 mesi). Due anni inflitti a Liberato Soriente, con pena sospesa, (erano stati chiesti 2 anni e 10 giorni) e 1 anno, con pena sospesa, per Antonietta Russo (chiesti 1 anno e 4 mesi e 10 giorni).

Lo scorso fine ottobre era finito in carcere Angelo Russo, mentre erano stati disposti i domiciliari per Mario Russo, Cinquegranella e Novelletti. L’obbligo di firma era stato disposto per il prestanome Soriente e Antonietta Russo.

Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, della Squadra Mobile e del Sisco, il bar Libeccio nonostante risultasse di proprietà di Soriente veniva gestito dal carcere da Angelo Russo.

Quest’ultimo era stato arrestato a Genova nel 2019 nel corso di un’operazione antidroga condotta dalla Procura di Napoli perché ritenuto parte di una rete di narcotrafficanti con base nel capoluogo campano.

Il detenuto avrebbe usato soldi di dubbia provenienza per gestire il locale provvedendo anche alla ristrutturazione dopo un incendio doloso nel 2016. Il giudice ha disposto la confisca.