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Teatro Duse, da mercoledì 8 a venerdì 10 La zattera dei morti

Da mercoledì 8 a venerdì 105 al Duse La zattera dei morti chiude Lunaria a Levante 2024, nella stagione del Teatro Nazionale di Genova
Da mercoledì 8 a venerdì 105 al Duse La zattera dei morti chiude Lunaria a Levante 2024, nella stagione del Teatro Nazionale di Genova

L’appuntamento chiude Lunaria a Levante 2024 nella stagione del Teatro Nazionale di Genova

Da mercoledì 8 a venerdì 10 al Teatro Duse “La zattera dei morti”, giunge a conclusione con l’appuntamento più atteso: il debutto de “La zattera dei morti”, nuova produzione firmata Lunaria Teatro, in scena mercoledì 8 alle 20,30, giovedì 9 alle 19m30 e venerdì 10 maggio ancora alle 20,30 al Teatro Duse nell’ambito della stagione del Teatro Nazionale di Genova, con un’anteprima sabato 4 maggio alle ore 21 all’Auditorium San Francesco di Chiavari.

Lo spettacolo è una favola post-atomica costruita su diversi registri linguistici, che vede quattro esseri – interpretati da Alessio Zirulìa, Francesco Patanè, Paolo Portesine e Rita Castaldo e diretti in regia da Daniela Ardini – incontrarsi nella Germania del 2050, distrutta da catastrofi ambientali e guerra nucleare, e mettersi in viaggio per Xanten, città neutronizzata quarant’anni prima e perciò “toxiclean e bodyempty”.

All’inizio c’è poco di umano in questi personaggi, se non il loro istinto di uomini arcaici, la loro angoscia mortale e il loro linguaggio. Ogni personaggio cerca di sfuggire alla paura tramite un particolare atteggiamento linguistico. Nel corso della pièce avviene non solo un avvicinamento esistenziale fra i quattro ma, soprattutto, un avvicinamento tra i loro diversi linguaggi.

I personaggi finiscono con l’ammettere la propria paura e con l’accettare la situazione senza speranza. “La zattera” è pervasa di umori grotteschi e di un senso di assoluzione: non la città di Xanten reale o come topos utopico, ma il ritrovamento di Xanten in se stessi da parte di ciascuno dei personaggi costituisce la conclusione “positiva” della pièce.

Maggiori informazioni e prenotazioni su www.teatronazionalegenova.it

«Il testo mostra la contemporanea presenza di molti temi portanti – spiega la regista, Daniela Ardini –: le conseguenze di un continuo abuso sull’ambiente, alterato dall’egoismo umano; la paura della vita e della morte; la solidarietà come recupero dei valori umani; il contrasto generazionale, perché la generosità è solo nei giovani; la necessità, anche in situazioni estreme, di avvicinare la poesia e la musica; il ricordo come bisogno umano che riaffiora anche in esseri apparentemente inconsapevoli – uno dei personaggi, Itai, è figlio della provetta.

Questa varietà di contenuti è trasmessa in una forma estremamente moderna e provocatoria, si ride spesso nonostante il tema, adattissima a interpreti giovani e ad un pubblico giovane».

L’autore. Harald Mueller, nato nel 1934 a Memel (Prussia Orientale), lavora come minatore, fattorino, portuale, portiere d’albergo, interprete, attore, prima di diventare drammaturgo di radiodrammi e pièces teatrali. Debutta nel 1970 nelle “Münchner Kammerspiele” con Großer Wolf (Grande Lupo) e Halbdeutsch (Mezzotedesco). Dal 1971 al 1974 è drammaturgo e “autore di casa” allo “Schillertheater” di Berlino.

Nel 1974 ha un successo mondiale con Stille Nacht (Stille Nacht), tradotto in 14 lingue e nel 1986 con Totenfloß (La Zattera), che avrà 40 messinscene nei paesi di lingua tedesca e sarà tradotto in 12 lingue. Mueller vive attualmente come autore e libero drammaturgo a Berlino e sull’Isola di Sylt.