Dopo i gravi episodi di violenza contro la Polizia Penitenziaria a Marassi e Sanremo, il sindacato SAPPE lancia l’allarme e chiede interventi strutturali per la sicurezza
È allarme sicurezza nelle carceri della Liguria. A una settimana dal tentato strangolamento di un detenuto nel carcere di Marassi, nuovi episodi di violenza hanno colpito la Polizia Penitenziaria in altre strutture regionali. A denunciarlo è il SAPPE, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, che chiede un confronto urgente con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per affrontare una situazione ormai fuori controllo.
L’ultimo grave episodio è avvenuto ancora una volta a Genova, sempre nella Casa circondariale di Marassi, dove un agente in servizio nella sezione di Alta Sicurezza è stato aggredito da un detenuto con una serie di schiaffi. Il poliziotto ha riportato una prognosi di otto giorni, come certificato dal pronto soccorso. Solo pochi giorni prima, un altro agente, in servizio presso il carcere di Valle Armea a Sanremo, era stato colpito con calci e pugni da un detenuto dopo la negazione di una telefonata.
Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, esprime pieno sostegno alla protesta dei colleghi liguri e denuncia una condizione di tensione costante: “Non bastano più le buone intenzioni, servono interventi concreti e strutturali per ripristinare la legalità all’interno del sistema penitenziario. Il regime custodiale aperto ha amplificato i problemi, e la Polizia Penitenziaria è stanca di subire violenze gratuite ogni giorno”.
Capece sottolinea anche l’importanza del lavoro come strumento di rieducazione per i detenuti: “Far lavorare i reclusi significa ridurre l’ozio, facilitare il reinserimento sociale e migliorare la sicurezza interna. Un detenuto che impara un mestiere smette di delinquere nel 98% dei casi. Inoltre, lo Stato risparmierebbe sulle spese di mantenimento”.
Il SAPPE torna anche a chiedere la dotazione del taser per gli agenti di Polizia Penitenziaria e propone una revisione dell’organizzazione territoriale: “La Liguria deve riavere il suo Provveditorato regionale a Genova, oggi accorpato al Piemonte. Lo smantellamento deciso nel 2014 ha creato solo disorganizzazione e insicurezza”.
Capece conclude sottolineando come le priorità del sistema penitenziario non possano essere orientate solo all’affettività dei detenuti, ma debbano mettere al centro la tutela degli operatori e il ripristino dell’ordine nelle carceri.
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