Dopo l’assemblea i lavoratori tornano in piazza: stabilimento chiuso, corteo e blocchi delle strade fino a nuove risposte su latta e zincatura
Questa mattina, al termine di un’assemblea dei lavoratori dell’ex Ilva di Cornigliano, è stata rilanciata la protesta sospesa giovedì scorso dopo l’annuncio della convocazione al tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Alle ore 9 un corteo, comprendente anche mezzi pesanti, ha lasciato lo stabilimento per dirigersi verso la stazione di Genova Cornigliano, dove è stato allestito un presidio. I partecipanti hanno dichiarato che non si sposteranno fino a quando non arriveranno risposte concrete sulle loro richieste.
Il corteo è giunto alle 9:45 in piazza Savio, davanti alla stazione, dove i lavoratori si sono fermati. Per bloccare il passaggio un autocarro è stato posizionato in fondo a via Guido Rossa, ora chiusa in entrambe le direzioni insieme a via Siffredi, via Cornigliano, via Dufour e via D’Acri. La viabilità verso ponente e levante è fortemente ridotta, con deviazioni via Borzoli o transito obbligatorio in autostrada. Già dalle 10:30 si registrano code su Borzoli e lunghe attese verso Rivarolo da Fegino.

Motivi della protesta e dichiarazioni dei rappresentanti sindacali e istituzionali
All’assemblea conclusiva, il segretario FIOM‑CGIL, Armando Palombo, ha dichiarato: «Riprendiamo da dove abbiamo lasciato giovedì». Un richiamo a non accettare rinvii e ad ottenere impegni concreti, visto che i lavoratori chiedono garanzie su materie prime, produzione e continuità occupazionale.
Anche l’istituzione locale è intervenuta sul tema: Marco Bucci, Presidente della Regione Liguria, ha ribadito che «venerdì siamo riusciti a ottenere perlomeno la latta e adesso stiamo lavorando per la zincatura». Bucci ha annunciato nuovi incontri previsti con il ministro del Made in Italy, con l’obiettivo di definire l’acquirente finale e concludere la trattativa entro il 28 febbraio.
Ma tra i lavoratori permane forte apprensione: il cosiddetto “ciclo corto” programmato per l’inizio dell’anno implica una riduzione temporanea della produzione a Genova, ma molti temono che la frenata diventi definitiva. Le incertezze su investitori e piani di rilancio aumentano il timore di un doppio danno: caduta della produzione e perdita dei posti di lavoro. I lavoratori chiedono un approvvigionamento urgente di rotoli d’acciaio, anche da fornitori esterni a Taranto o dall’estero.
Produzione sotto stress: la situazione attuale dello stabilimento
Secondo quanto riferito da rappresentanti sindacali, lo stabilimento di Cornigliano quest’anno ha lavorato circa 100.000 tonnellate di latta, con ordini già confermati per il prossimo anno. Questo dato rappresenta un aumento del 20% rispetto al 2024, segno che gli impianti restano potenzialmente attivi se garantito il materiale necessario. Tuttavia, la reale possibilità di continuità produttiva dipende dalla fornitura di materie prime e dal futuro assetto dello stabilimento, in attesa di un compratore definitivo.
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