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Tursi: trasferiti i 15 agenti indagati. Comandante Giurato in ferie

Caruggi, agenti Polizia locale di Genova (foto d'archivio)

È arrivata la prima mossa dell’amministrazione comunale di Genova guidata dalla neosindaca Silvia Salis a seguito dell’inchiesta che ha coinvolto quindici agenti della Polizia locale, indagati a vario titolo per lesioni ai danni di tre giovani malviventi stranieri (3, 5 e 21 giorni di prognosi), peculato e falso ideologico.

Gli agenti, tutti in forza al reparto Sicurezza Urbana, sono stati “trasferiti ad altre mansioni e non avranno più compiti operativi”.

Si tratta di un segnale preciso da parte della giunta e dell’assessorato guidato ora da Arianna Viscogliosi, che hanno scelto di intervenire subito dopo l’emergere dell’indagine della Procura genovese.

Un fascicolo che, in un filone parallelo, coinvolge anche l’ex assessore alla Polizia locale, oggi consigliere comunale, Sergio Gambino, e il comandante Gianluca Giurato, che da ieri risulta in ferie.

Parallelamente, la giunta Salis ha avviato un percorso di “riorganizzazione interna del corpo di Polizia locale”.

Al termine del consiglio comunale di ieri, la sindaca Salis ha riferito: “Non è una questione di numeri o di gruppi. È in discussione il messaggio, l’aria che si respira, il metodo. Serve un clima in cui certe cose non solo sono da condannare, ma chi pensa di poterle fare deve capire che non può”.

Per ora, quindi, le articolazioni territoriali della Polizia locale, come quella dedicata alla sicurezza nel Centro storico, dovrebbero rimanere invariate.

“Non si interviene sulla struttura – ha precisato Salis – ma sull’atteggiamento, sul senso stesso di cosa significa rappresentare la Polizia locale in città”.

Secondo quanto emerso, tra gli episodi contestati agli agenti indagati figurano tre pestaggi ai danni di giovani malviventi di origine straniera fermate per reati legati allo spaccio di droga.

Le accuse sono partite dalla denuncia di due agenti donne, colleghe dei colleghi ora finiti sotto inchiesta, che nei mesi scorsi avevano presentato un esposto ai pm genovesi.

Sotto la lente della Procura c’è anche una chat su WhatsApp chiamata ‘Quei bravi ragazzi’, in cui gli agenti avrebbero descritto alcuni comportamenti presumbilmente violenti nei confronti dei giovani spacciatori stranieri fermati.

Dalle perquisizioni negli armadietti degli agenti, inoltre, è emerso il ritrovamento di oggetti non in dotazione, in particolare un manganello tonfa che è in dotazione soltanto ad alcuni reparti della Polizia di Stato.