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Una domenica tra Tango e musica classica all’Ocean Race

Con protagonista l’Accademia del Chiostro

Che appuntamento domenica 25 giugno, un super concerto che mette a fianco musica classica e tango, e nel contempo la citta della Lanterna e l’Argentina.

Appuntamento domenica 25 giugno alle ore 18,30 sul palco principale di Ocean Live Park, presso le aree del nuovo Waterfront di Levante, durante la fase conclusiva di Ocean Race. Intrigante il titolo del concerto: “Da Haendel al Tango Argentino – Melodie del Mediterraneo”. Interpreti i ballerini Grazia Campese e Pasquale Bloise, che danzeranno su musiche eseguite dal vivo dall’Orchestra d’archi l’Accademia del Chiostro. Dirige il maestro Massimo Vivaldi.

La proposta prevede l’esecuzione di musiche di uno dei più famosi compositori dell’epoca barocca,  Haendel, che visse in Italia per 4 anni, dove attinse prassi e melodie. La sua “Water Music”, ovvero la Musica sull’acqua, è un ciclo di concerti, composti su richiesta di Re Giorgio I, da svolgersi sul fiume Tamigi. La prima dell’opera si tenne il 17 luglio 1717 e fu eseguita da 50 musicisti che suonavano su una chiatta in prossimità della chiatta reale, da cui il re ascoltava con alcuni amici intimi, questa prima esecuzione. Si dice che Giorgio Primo apprezzò tanto la musica che ordinò che i musicisti, sebbene fossero esausti, ne ripetessero l’esecuzione tre volte.

“A seguire ci sarà un omaggio al mare che bagna le nostre coste e caratterizza gran parte della vita economica della città – afferma Donatella Ferraris (foto piccola), presidentessa dell’Accademia del Chiostro – E poiché dal Porto di Genova non sono partite solo persone in cerca di fortuna, ma anche usi e tradizioni, non possiamo dimenticare che anche la musica ha attraversato l’oceano. In questo caso specifico seguiremo la “rotta dei tanghi”. Sulle rotte dell’emigrazione, piemontesi e genovesi si sono riversati soprattutto nell’America del Sud: arrivati in Argentina hanno lasciato tracce profonde nella cultura di quei posti e soprattutto nella musica”.

“Ho l’impressione che, prima ancora che il Tango nascesse, i genovesi, i liguri, pensassero già in “tanghese” – ha detto Giorgio Calabrese, autore e scrittore che ha lavorato anche con il celebre Astor Piazzolla – Infatti, quando sono nate le prime canzoni in dialetto genovese, queste erano inevitabilmente in forma di Tango, di habanera, di milonga. Non so perché, ma credo che avessero questi ritmi nell’anima. Il genovese che s’improvvisava cantore pensava in forma di Tango, forse perché l’andamento ritmico del Tango già faceva parte della sua natura. Basti pensare che le regole del Tango, inteso come genere musicale e come danza, in Argentina furono codificate nei peringundines: termine genovese che indicava i locali da ballo della Boca. Proprio alla Boca, quartiere dei genovesi, pare sia stato ballato il primo Tango”.

Difficile ignorare, quindi, che i genovesi siano stati, probabilmente, i genitori naturali di una creatura la cui paternità ufficiale è stata attribuita agli argentini. Basterebbe a legittimare questa ipotesi la testimonianza del grande scrittore argentino Borges, che in Evaristo Carriego ribadisce l’influenza degli immigrati genovesi sullo sviluppo ma anche sulla degenerazione del Tango.

Ed allora, domenica… tutto al Concerto!

F.Ric.