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Vannacci fa il pienone a Genova: parlano sempre di Lgbtq+, ma per gli anziani?

Il generale Vannacci all'evento genovese presso l'emittente televisiva Telenord

E sul caso Toti spiega che bisogna resistere e non arrendersi: “Il politico indagato non si deve dimettere”

“Io mi domando spesso e volentieri perché si continui a parlare così tanto della comunità Lgbtq+ che sembrerebbe agli occhi di tutti discriminata e in mille difficoltà, e perché non parliamo invece della comunità degli anziani, per esempio, che non hanno una loro bandiera e non manifestano delle strade, o della comunità degli infanti, che subiscono violenza ogni giorno per ordini di grandezza più grandi di quelle subite dalla comunità Lgbt+. Non c’è una prevaricazione nella rivendicazione dei diritti da parte di questa comunità, che nessuno vuole negare?”.

Lo ha dichiarato il generale Roberto Vannacci, candidato alle elezioni europee come indipendente della Lega, oggi a Genova rispondendo a margine di un evento presso l’emittente televisiva Telenord.

Un sala strapiena e una calda accoglienza da parte di molti genovesi, che tutti in fila hanno chiesto l’autografo al generale dell’Esercito Italiano. Con lui, a fare gli onori di casa, anche il segretario della Lega Liguria e viceministro genovese del Mit Edoardo Rixi.

“Non c’è – ha aggiunto Vannacci – un’eccessiva visibilità da questo punto di vista? È una domanda. Perché gli anziani non sfilano nelle strade? Eppure vivono in condizioni spesso peggiori dalla comunità Lgbtq+, subiscono violenza nelle RSA, scopriamo tutti i giorni che vengono aggrediti maltrattati, violentati. Eppure nessuno parla di ‘gerontofobia’.

Invece si parla tutti i giorni di omofobia e basta che una persona si esprima in una maniera non perfettamente in linea con il pensiero unico nei riguardi di una persona che ha un orientamento che non coincide con l’eterosessualità che viene preso per omofobo. Ci sarà un motivo se avvengono queste cose o è il normale svolgersi della modernità?”.

E sul caso Toti il generale Vannacci ha spiegato che bisogna resistere e non arrendersi: “Non è che una persona indagata si debba dimettere, l’indagine serve proprio per appurare i fatti, se ci dimettiamo prima di avere la contezza di quanto successo avremmo mezza Italia che dovrebbe essersi dimessa.

Mi sembra una cosa un pochino affrettata, un modo per interferire con le funzioni pubbliche degli eletti dal popolo”.