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Femminicidio Savona, 27enne africano condannato all’ergastolo

Via Pré, nordafricani spacciano droga: arrestati dai carabinieri
Carabinieri arresto (foto d'archivio)

I giudici della Corte d’Assise di Savona, presieduta dalla giudice Fiorenza Giorgi, ieri hanno condannato all’ergastolo Safayou Sow, il cittadino della Guinea di 27 anni che nella notte tra il 5 e il 6 maggio dell’anno scorso uccise per strada l’ex compagna Danjela Neza, 29 anni, con due colpi di pistola alla testa.

Il femminicidio avvenne nei giardini di piazza delle Nazioni a Savona.

L’africano è stato anche condannato a risarcire 318mila euro alla madre della vittima e 100mila euro al fratello, e all’isolamento per un anno.

La pena è superiore ai 30 anni di reclusione richiesti dal pubblico ministero Luca Traversa.

Il pm ha invocato tre circostanze aggravanti: la relazione affettiva, la premeditazione e i futili motivi.

Tuttavia, non ha chiesto l’ergastolo ricordando che Sow si consegnò spontaneamente alle forze dell’ordine chiamando il 112 e che, in seguito, ha collaborato con gli inquirenti fornendo loro la password del telefono cellulare dell’ex compagna che conteneva la registrazione audio degli ultimi istanti di vita della vittima di femminicidio.

Chi aveva chiesto l’ergastolo è stata invece Lucrezia Novaro, avvocato delle parti civili: “Questa pena è una risposta importante per la famiglia da parte dello Stato”.

L’africano, immigrato in Italia con un barcone, aveva poi trovato lavoro come lavapiatti nel ristorante in cui lavorava Neza. Era quindi considerato un “bravo ragazzo” che, a differenza di altri, non si era fatto coinvolgere in episodi di criminalità.

I due avevano intrapreso una relazione che in seguito la 29enne aveva deciso di troncare.

A quel punto, il 27enne aveva ripetutamente chiesto all’ex compagna di lasciare il posto di lavoro per non vederla più, arrivando a ricattarla con delle immagini.

Prima dell’omicidio, l’africano aveva compiuto ricerche sul web su come usare una pistola e si era procurato una semiautomatica calibro 22 con la matricola abrasa.

Poi aveva dato appuntamento alla donna nei giardini accanto alla stazione ferroviaria. Una volta lì, aveva preso l’arma nascosta in auto e aveva sparato alla donna uccidendola con due colpi alla testa.