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Femminicidio Sestri Ponente, 45enne del Bangladesh resta in carcere

La 32enne bengalese Sharmin Sultana (foto di repertorio fb)

Resta in carcere Ahmed Mustak, il 44enne del Bangladesh accusato di avere ucciso la moglie e di avere fatto passare la morte come un suicidio.

Secondo quanto emerso finora, Sharmin Sultana, 32 anni, voleva lavorare, essere indipendente e vivere come le donne occidentali. Si era pure iscritta sul social network Tik Tok. Tuttavia, il marito-padrone non voleva ed erano frequenti furiosi litigi.

La morte era avvenuta lo scorso marzo nel quartiere di Sestri Ponente a Genova.

Per la Procura genovese lo straniero non può andare agli arresti domiciliari, come chiesto dalla sua avvocata Vittoria Garbarini, “perché potrebbe influenzare i testimoni” e i figli.

Il 45enne del Bangladesh era stato scoperto anche grazie a un disegno fatto dal figlio.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Marcello Maresca, lo straniero vessava continuamente la donna che era iscritta al social network Tik Tok e voleva emanciparsi vivendo come le donne occidentali.

In un primo momento si era pensato a un suicidio ma anche i famigliari della donna avevano espresso dubbi sul marito.

Sharmin Sultana era precipitata dalla finestra di casa ed era caduta in strada in via Emanuele Ferro, poco lontano dallo stabilimento di Fincantieri dove lavorava il marito.

In casa, quel giorno, oltre ai figli c’era anche il marito che ai carabinieri aveva detto di non avere sentito nulla perché era a letto e non si sentiva bene.

Secondo quanto riferito dai figli di 7 e 10 anni, il padre picchiava spesso la madre perché stava al telefonino e faceva video su Tik Tok.

“Papà si è arrabbiato e ha sbattuto la testa della mamma a terra”, una delle loro drammatiche testimonianze.

Sharmin, hanno ricostruito gli investigatori, aveva anche deciso di esser indipendente e di cercare un lavoro, ma il marito non era d’accordo.