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Difensore Giribaldi: fatto di crack. CasaPound non c’entra, di mezzo c’è una donna

Filippo Giribaldi ha confessato al pm l'omicidio di via Polleri a Genova (foto di repertorio fb)

“CasaPound non c’entra nulla, di mezzo c’è una donna e lui non voleva ammazzare. La pistola? Dice di averla trovata qualche anno fa”.

E’ la sintesi di quanto ha dichiarato stamane all’agenzia Adnkronos l’avvocato difensore del portuale genovese Filippo Giribaldi, che, interrogato dal pm  durante la scorsa notte, ha confessato l’omicidio di Manuel Di Palo, ex militante di Casapound, avvenuto intorno alle 18 di ieri in via Polleri.

L’avvocato Paolo Scovazzi ha aggiunto: “Completamente fuori testa, reduce dall’assunzione continuata di crack per 4 giorni, ha detto di essersi allontanato in un primo momento dall’abitazione della donna convinto che la vittima e l’amico che si trovavano lì avessero chiamato i carabinieri.

Non solo. Al pubblico ministero ha detto di aver creduto che a inseguirlo fosse proprio un carabiniere.

Casapound nella vicenda non c’entra nulla. Di mezzo c’è una donna, pare grande amica del mio assistito, che gli aveva fatto credere di essere stata resa succube della vittima e dell’amico che era con lui.

Al magistrato ha detto di non avere capito che chi lo inseguiva era il tale che ha ucciso.

Di Palo lo avrebbe raggiunto sul luogo dove è accaduto il fatto. Lì ci sarebbe stata una colluttazione, il mio assistito sarebbe stato colpito dalla vittima con un pugno e a quel punto avrebbe sparato.

Tra loro due c’era stata già qualche discussione in passato. Questa volta lui avrà voluto fare un intervento un pochino più energico. Non è andato sicuramente per ammazzare, diversamente non avrebbe sparato prima al muro. Piuttosto si sarebbe presentato sotto casa della ragazza come avvertimento.

La pistola? Dice di averla trovata qualche anno fa sulle alture di Genova”.

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