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Capo di gabinetto Toti avrebbe agevolato Cosa Nostra. Indagato pure Anzalone

Toti e Cozzani (foto di repertorio fb)

Nei guai lo spezzino Matteo Cozzani. Il consigliere regionale Stefano Anzalone indagato senza aggravante mafiosa

Nell’ambito della maxi indagine della Dda e della GdF di Genova, partita dalla Spezia, il capo di gabinetto del governatore ligure Giovanni Toti ed ex sindaco di Portovenere, Matteo Cozzani, stamane è stato condotto agli arresti domiciliari.

L’accusa è di “corruzione elettorale” con l’aggravante mafiosa, per avere agevolato l’attività di Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

Cozzani è accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione.

Secondo la Procura di Genova, l’indagato Matteo Cozzani, che è stato anche il coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, per le elezioni del 20-21 settembre 2020 avrebbe promesso assieme agli altri indagati Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa (esponenti della comunità Riesi nel capoluogo ligure) posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità siciliana di Genova (almeno 400 preferenze) verso la lista del presidente Toti.

In particolare, i voti sarebbero stati indirizzati verso Stefano Anzalone (indagato senza aggravante mafiosa) e altri candidati.

Giovanni Toti risponde di corruzione elettorale in concorso ma senza l’aggravante mafiosa.

L’ex consigliere comunale di Genova e attuale consigliere regionale Stefano Anzalone avrebbe offerto ai fratelli Testa il sostenimento (vitto e soggiorno) a Genova nel periodo subito precedente la chiiamata alle urne, fra il 10-19 settembre 2020.