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Una Juve piccola batte un ottimo Genoa che gioca in 10 per una stramba decisione

La palla è rotonda. E tutto può accadere. E’ il bello del calcio. Ed allora nella partita “impossibile”, vedi per 80′ che il piccolo Genoa mette sotto la grande Juve che vince tutto (in Italia).

Addirittura, dal 5′ del secondo tempo, il Grifone, incredibilmente plasmato, trasformato in sette giorni da Thiago Motta, resta in dieci uomini per la discutibile espulsione di Cassata, per un fallo a centrocampo a difesa del Genoa schierata.

Ma il signor Giua (perché signor? e perché quando si nomina o si scrive del direttore di gara si deve anteporre “signor”?) decide cosi.

Intendiamoci, il rigore alla fine ci sta tutto (“Rigore è quando arbitro fischia”, mi suggerisce qualcuno) ma la chirurgica decisione al 50′ di espellere Cassata proprio non ci sta. Anche le cassandre di Sky questa volta sono tutte d’accordo.

Comunque, in 10, ed allora si pensa ad un Genoa arretrato, che si stringe tutto attorno a Radu.

Macché. Con finalmente in cabina di regia un Shoone migliore in campo assoluto, il Genoa gioca, rigioca, avanza, assedia a tratti anche i bianconeri, “rischiando” di passare in vantaggio. Insomma un partitone.

Ma riprendiamo dal 36′ del primo tempo, quando Bonucci irrompe di testa su calcio d’angolo e anticipa Radu in uscita: 1-0. Poco meritato.

Sarà l’unico errore, o mezzo errore del portierino genoano, che effettuerà almeno tre interventi prodigiosi. Del resto, si dice, il portiere è in porta per… parare. Esatto.

Ma passano soltanto 4 minuti ed il Grifone si porta in avanti, pressa i difensori bianconeri, ruba palla, che arriva al limite dell’area a Kouamè, che non ci pensa due volte e beffa Buffon con un tiro bello (o strambo): 1-1. Più che meritato.

Poi abbiamo già detto. Giua espelle Cassata, il Genoa continua in dieci a giocare e convincere. Entrano Gumus (per uno stratosferico Pandev), Sanabria per lo stanchissimo Kouamè e Radovanovic per il generoso Agudelo.

Il pareggio ormai è alla portata, ma…Arriva il 90′.

L’uomo di Olbia (bellissima cittadina) signor Giua dice che dovranno essere giocati 5′ di recupero. Forse troppi.

Ma ha deciso. Anzi poi diventano 6 i minuti.

Ed al 95′, a dispetto di una gara in ombra per tutta la partita, Ronaldo viene agganciato in area da Sanabria, ripiegato in difesa a dare manforte ai compagni. Rigore ineccepibile.

Batte lo stesso Ronaldo, che segna, anche se Radu indovina l’angolino e sfiora la palla.

Pochi secondi e Giua di Olbia fischia la fine.

La Juve ha vinto. Onore alla Juve. Diranno in molti.

“Rigore è quando arbitro fischia”. Giusto, ma quell’espulsione…

Franco Ricciardi

Franco Ricciardi