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Sudamerica: la terra del calcio e la missione blucerchiata

Sudamerica: la terra del calcio e la missione blucerchiata
Lo striscione esposto al Ferraris del Samp club Buenos Aires

“In ogni posto che andiamo, la gente vuol sapere, chi noi siamo!”

Continua il viaggio nell’universo blucerchiato e prendiamo il volo verso il Sudamerica. Terra di samba, telenovelas, spiagge infinite e caipirinha ma soprattutto terra del calcio. Qui il calcio viene venerato e contemplato da masse di fedeli incredibili e appassionati e pronti sempre ad incendiare ogni partita mettendo in scena veri e propri spettacoli.

Parliamo del calcio argentino e brasiliano che ha sfornato talenti che hanno incantato il mondo intero, in ogni epoca, e che sono entrati nella storia di questo sport. Una terra di promesse e speranza, una terra di migranti e di liguri che hanno solcato l’oceano per raggiungerne le coste e ricominciare, quando qui si aveva poco da offrire.

Allora forse per la somiglianza del tifo e del modo di viverlo, forse per il ponte Genova – Sudamerica che è sempre esistito, ma c’è qualcosa che lega inesorabilmente la Sampdoria a queste terre. Lo testimoniano due grandiosi club, seguitissimi e molto rispettati dai locali, che sono interessati e affascinati da quella squadra così lontana, ma che è sempre stata simpatica e così simile a loro e poi “la camiseta màs linda del mundo” dice un venditore di magliette a Puerto Alegre, e la mostra con orgoglio. Così da Genova risuona l’eco di “Doria” “Doria”.

Sudamerica: la terra del calcio e la missione blucerchiata
Magliette Samp in vendita in riva alla spiaggia di Copacabana

Pietro Bertolini amministratore del Samp Club brasiliano racconta com’è nata l’idea. Per lui il Brasile è una seconda casa, sua moglie di Puerto Alegre gli ha trasmesso l’amore per il paese verdeoro che ha visitato più volte, e infatti spiega: “è un’idea che è stata coltivata dall’amore, l’amore per la Samp, per la moglie e per il Brasile. E poi notavo durante i miei viaggi, che questa maglia blucerchiata aveva molto appeal tra i brasiliani, così ho cominciato a inviare gadget doriani ai parenti e gli amici e l’interesse è andato aumentando sempre più.” Il calcio poi è una vera religione, qui esistono canali apposta dedicati alle partite di Serie A, seguitissima soprattutto riguardo i match importanti.

Sudamerica: la terra del calcio e la missione blucerchiata
L’Hb Caffè in Via Balbi, sede genovese del club
Il ritrovo per la partita, sempre all’aperto

Adesso Bertolini si trova a Genova – gestisce l’HB caffè di Via Balbi –  ma il Samp Club verdeoro è in buone mani; la Presidentessa infatti è sua nipote Giulia, che gestisce il ritrovo per vedere i match e comunica con gli altri appassionati blucerchiati oltreoceano. Gli iscritti ammontano a circa 150 e sono dotati di tutti i gadget griffati del club, ce n’è per tutti: da bandierine a sciarpe, magliette e portachiavi. Un marchio di fabbrica da diffondere e rendere riconoscibile anche a diecimila chilometri di distanza.

La tessera onoraria del club e a destra Giulia la Presidente brasiliana

Bertolini prosegue poi raccontando di alcuni ospiti speciali del club: “un direttivo formato da doriani storici di Genova, altri brasiliani e su tutti uno di spessore: Toninho Cerezo che abbiamo nominato Presidente onorario.”

Si porta così un po’ di colore, un po’ di passione, tutta brasiliana anche qui a Genova. Lo hanno fatto in occasione della festa della Federclubs alla Commenda di San Giovanni di Pre allestendo un banchetto di colori blucerchiati e caipirinha. Due mondi che si uniscono, non poi così diversi.

Il banchetto alla Commenda di Pre e il lavoro di squadra: in foto Marcia Zanol moglie del fondatore.

Ma restiamo nella caldera sudamericana e spostiamoci a Buenos Aires, altro cuore pulsante del football. Anche qui dal 2010 c’è un club di fede blucerchiata che ha accolto la missione di diffondere il verbo Sampdoria e di unire i genovesi emigrati. Pietro Sorba è uno dei fondatori, insieme a Stefano Barla e Roberto Compaire.

Un club che nasce per intraprendere una sorta di missione, testimoniare che anche da oltreoceano permane una presenza blucerchiata, quasi un’esigenza per riconoscersi e diffondersi. “Una testimonianza – dice Sorba – che esiste un bastione di doriani in un paese che pullula di migranti genovesi.”

Il collettivo presente al Samp Point di via Cesarea

Pietro Sorba vive in Argentina ed è uno dei fondatori del club.  Proprio lui affronta una questione spinosa e difficile: come si mantiene il rapporto con la Sampdoria da una distanza tale: “le notizie, le informazioni, sono facilmente reperibili. L’obiettivo principale è quello di seguire la Samp in modo prevalentemente virtuale, che ovviamente dopo l’ultimo anno e mezzo resta ancora l’unico mezzo disponibile.” Infatti oggi – dice Sorba: “ l’abitudine di vedere le partite tutti insieme è ancora piuttosto remota, ma ad ogni modo, i vari membri si tengono costantemente aggiornati via chat”.

La vetrina della vecchia sede del club

Per queste ragioni e per l’influenza del covid il club è stato costretto a disdire la locazione della propria sede fisica. Nonostante questo permane attaccamento e voglia blucerchiata di seguirla: “ci sentiamo e scambiamo opinioni sulla Samp in una chat che abbiamo chiamato Sampdoriani Oltreoceano”.

Ovviamente il desiderio più forte è vederla dal vivo: “quando veniamo in Italia uno degli obiettivi principali è recarci allo stadio, assistere direttamente alla partita”.

Questa straordinaria volontà di seguirla a tutti i costi e contro ogni difficoltà fa commuovere, e chiama alla responsabilità tutti quei doriani che hanno la fortuna di averla vicina, e che troppo spesso e a volte troppo facilmente voltano le spalle, dimenticandosi chi sono, e chi sono sempre stati, i Sampdoriani. Francesca Galleano

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Ed è per questo che ritornerei: la vita dei Samp club in giro per il mondo