“Il sindaco di Genova Silvia Salis e la sinistra la smettano con l’accusa di neofascismo che ormai è la foglia di fico che usano per giustificare mesi di inerzia politica e amministrativa che hanno già ridotto Genova a essere l’ombra di sé stessa” .
Lo ha dichiarato oggi il deputato genovese Matteo Rosso, coordinatore ligure di Fratelli d’Italia, commentando le recenti svolte giudiziarie nel capoluogo ligure.
“Bene – ha aggiunto Rosso – che gli investigatori della Digos abbiano escluso la pista neofascista per l’incursione al liceo Da Vinci di Genova, ma la notizia non ci stupisce perché anche gli studenti hanno detto subito che il raid vandalico era ad opera di coetanei come hanno fatto anche quei (pochi) media non al servizio della falsa narrazione Salis-Pd.
La conferma del’assenza del neofascismo in città, peraltro, è arrivata dopo che il sindacalista della Cgil che aveva denunciato una finta ‘aggressione fascista’ a Sestri Ponente, dove Salis e sinistra era scesa in piazza urlando all’allarme fascismo, è stato condannato a lavori socialmente utili per avere mentito.
Ma ad unire i due fatti non è solo l’allarme fascismo falso e strumentale, ma è la rapidità con cui Silvia Salis si sia precipitata a condannare il centrodestra ligure e Fratelli d’Italia senza attendere un giudizio più alto del suo e senza verificare con la dovuta attenzione le fonti.
Salis non è nuova a questo atteggiamento: derubrica le minacce a Fratelli d’Italia in consiglio comunale e non si preoccupa di ripristinare la targa della martire delle foibe Norma Cossetto perché alla fine, come è stato detto in aula a Tursi, era una ‘fascista’.
E se le offese sono fatte a lei allora denuncia, ma se a essere additata come una ‘cortigiana’ ossia una prostituta è il presidente del consiglio Giorgia Meloni, allora tace per difendere il segretario della Cgil Maurizio Landini.
Quindi basta con il metodo Salis: la colpa è sempre degli altri, del fascismo, morto e sepolto da 80 anni, della precedente amministrazione (ma non rivela i conti di Amt), delle cavallette e della congiuntura astrale.
Tutte colpe degli altri e non dell’armata Brancaleone come si sta rivelando la sua maggioranza, incapace di decidere a meno che non si tratti di dire ‘No’ alle opere necessarie per la nostra città.
Ecco, Silvia Salis dovrebbe stare un po’ di più a Genova e frequentare il Comune. Non andarsene a fare la sua perenne campagna elettorale a carico dei genovesi che ormai per vederla devono ricorrere ai social network dove è molto più attiva, quasi a compensare l’immobilità amministrativa”.



















































