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Roberto Vescovo in mostra a Loano

Savona. Grande attesa fra gli appassionati d’arte e di fotografia per la personale dell’artista finalese Roberto Vescovo. L’ inaugurazione della mostra a Palazzo Doria, che è prevista per il 28 settembre, vedrà la presenza di importanti critici, galleristi, giornalisti e collezionisti, essendo Vescovo uno dei personaggi più interessanti del mondo dell’arte ligure a cavallo tra i due secoli che riesce a trasformare, attraverso elaboratissime e personali soluzioni tecniche, le sue foto in quadri.

“Definire Vescovo un fotografo– ci ha spiegato il collezionista ed esperto d’arte Armando D’Amaro- ci sembra un po’ semplicistico e riduttivo. Lo poteva essere forse riferendoci al Roberto Vescovo di ieri, oggi invece Roberto è divenuto un artista davvero di rilievo. Fin da giovanissimo nei suoi scatti, ritraenti celebrità o sconosciuti, andava oltre le semplici apparenze, sempre com’era ad indagare sulle interiorità più profonde dei soggetti…d’altronde, nei primissimi anni Settanta, era già invitato ad esporre con pittori di alto livello”.

Il filo conduttore del suo percorso d’avanguardia infatti si snoda come un’ininterrotta ricerca espressionista: “Il risalto cromatico- prosegue D’amaro- il segno intenso e la frequente tragicità dei temi palesano un’arte dove prevalgono deformazioni, o citazioni suggestive della realtà, tanto da accentuarne emozionalmente i drammi, estrapolati dalla banalità del quotidiano da cui scaturisce sempre un disperato amore per la vita”.

In Vescovo sono presenti sempre desiderio di ricerca, grande studio dell’ immagine ed il suo superamento, attraverso un lavoro accurato e paziente, realizzato anche tramite tecniche digitali che egli sa utilizzare con sapiente maestria. Il fine dell’artista appare impalpabile, Vescovo sembra addirittura essere spinto alla ricerca spasmodica ed inquietante dell’essenza del reale.

“Roberto – continua D’Amaro- è certamente intellettuale, ma non intellettualistico ed ha vero talento. Le sue visioni interagiscono con il nostro intimo più sensibile, ci conducono allo stupore, in una società che ha perso la capacità di guardare il mondo con la necessaria curiosità e nella l’arte non riesce più neppure a farci porre domande”.

Vescovo è un figlio d’ arte: il padre Aldo è stato fotografo e fotoreporter della “Gazzetta del Popolo”; la madre Anna una delle primissime donne fotografo del Dopoguerra. Era una coppia attiva ed impegnata che anche fu di ispirazione per il famoso racconto di Italo Calvino “L’ avventura di un fotografo”. Roberto già nel 1971 era considerato un fotografo d’arte: esponeva le sue foto insieme alle opere di artisti famosi come Emilio Scanavino.
“Vescovo- ci spiega D’ Amaro- sotto il suo atteggiamento mite nasconde uno spirito beffardo, riesce a colmare le tante amarezze della vita con la convinta certezza di dare dimostrazione di come l’arte vera, quella che induce alla meraviglia, che costringe a ragionare, esiste davvero e lo dimostrano i suoi lavori che, in effetti, finiscono con il risvegliare totalmente il nostro interesse”.

Una mostra dunque da visitare per incontrare, per chi ancora non lo conoscesse, un valido ed interessante artista che ha creato una sua personalissima tecnica espressiva: “Vescovo- conclude D’Amaro- elabora le immagini con tecniche digitali che evidenziano una esigenza d’indagine sull’esistenza e su tutto ciò che può esserne testimonianza”.

CLAUDIO ALMANZI