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Panera Days a De Ferrari. Oggi giornata conclusiva del semifreddo genovese

 

Continua ancora per tutta la giornata conclusiva di oggi a Genova, dalle 11 alle 18, la tre giorni, iniziata venerdi scorso 5 ottobre, dedicata ai semifreddi. Tante varietà da assaporare e gustare per i genovesi in Piazza De Ferrari ai “Panera Days”. L’organizzazione, a cura di Fiepet Confesercenti e Associazione Gelatieri Artigianali Genovesi (Agag), devolverà le offerte raccolte ai commercianti di Certosa, in difficoltà dopo il crollo del ponte Morandi.

“Panera – ricorda Massimiliano Spigno, Presidente di Confesercenti Genova – è la contrazione di “panna nera”. Una tipicità della nostra città che fa parte, con merito, dell’elenco dei prodotti tipici territoriali liguri depositati presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali”.

Simone Ghiotto (nomen omen), presidente Agag, chiama a raccolta in extremis i genovesi, ma anche no, in Piazza De Ferrari: “Troveranno ad accoglierli uno stand dove assaggiare la panera realizzata dalle gelaterie associate Agag-Confesercenti. Inoltre saranno offerte degustazioni dei principali ingredienti che la compongono, e cioè panna e caffé, e si realizzeranno dei veri e propri laboratori tematici”.

Ma forse non tutti sanno che la delizia semifredda nacque (forse) “per sbaglio” Una prelibatezza le cui origini, secondo la tradizione, affondano ai primi dell’Ottocento, quando uno sbadato garzone di bottega versò, per errore, del caffè in una coppa di panna montata. “Cöse t’äe combinou? T’äe faeto a panna neigra!”, disse, con fare di rimprovero, il mastro gelatiere al proprio aiutante. Salvo scoprire, un attimo dopo, che il sapore di quella strana “panna nera” era in realtà buonissimo.

Così prese vita e le ali del successo l’autoctona crema genovese a base di panna fresca, caffè arabico in polvere, tuorli d’uovo e zucchero.

Ma…Genova ha una sorella dal nome, in due lingue diverse, identico che è Napoli (dall’etrusco Kainua Genova, dal greco Neapolis Napoli, entrambe significano “città nuova”) dove – guarda caso – esiste una preparazione molto simile, chiamata “Coviglia”.

In molti, a cominciare da “Amedeo”, la premiata gelateria di Boccadasse dal 1927, ne rivendicano la paternità. “Panna nera” appunto per contrazione Pànera.

Nella realtà, se l’inventore del moderno gelato fu nel 1686 il siciliano Francesco Procopio che lo esportò a Parigi, l’origine di quello genovese risale al 1770 quando il nostro conterraneo Giovanni Bosio, emigrato in America in cerca di fortuna, la provò proprio aprendo a New York la prima gelateria italiana artigianale. Fu così che iniziò a proporre un’antica preparazione semifredda ligure diffusa fra le famiglie nobili della sua città natale ideata per soddisfare i capricci estivi dei propri pargoli che non gradivano il caffèlatte caldo, preferendo invece la casalinga versione di quella che sarebbe stata chiamata pànera.

Gli americani ne furono subito entusiasti (e ancor oggi sono i più grandi consumatori di gelati al mondo) e iniziarono a variarne la ricetta, secondo il loro gusto unendo latte intero e aggiungendo altri ingredienti come caramello e noci. perfezionando le prime gelatiere casalinghe, mastelli di legno con manovella che andavano a ghiaccio e sale e in seguito aprendo le prime “fabbriche di gelato”, dando vita così al gelato industriale…ma questa è tutta un’altra storia…restiamo con i piedi…e il cucchiaino…ben piantati sotto la Lanterna.

Marcello Di Meglio