Home Blog Pagina 7137

Indagini crollo Ponte Morandi, nuovo blitz GdF: sequestrati documenti di Pavimental

Genova, tragico crollo Ponte Morandi

Dopo il blitz della Guardia di Finanza alla Weiko srl (non indagata) dei giorni scorsi, ieri gli investigatori che indagano sul tragico crollo del Ponte Morandi hanno ne hanno effettuato un altro sequestrando documenti della società Pavimental, società del gruppo Autostrade, incaricata da Aspi delle manutenzioni sul viadotto genovese.

Secondo quanto riferito, le manutenzioni andavano avanti da anni ed erano state fatte anche la sera prima del crollo.

Oltre ad alcuni responsabili di Autostrade e del Mit, già indagati, nel mirino degli inquirenti ci sarebbero le scelte di alcune aziende e gli appalti assegnati per i lavori.

In sostanza, gli investigatori vogliono capire con quali modalità siano state scelte determinate imprese e i requisiti che queste avevano per eseguire le manutenzioni, ma anche i controlli che Aspi avrebbe fatto in corso d’opera.

 

Accuse su Fb, parla promoter Podestà: mai imputato né giudicato colpevole. In arrivo querele

Il cantante fiorentino Federico Fiumani (foto Fb)

Sostanzialmente accusato di violenze sulle donne e poi a suo dire “offeso” su Facebook e finito nel mirino di alcuni blog femminili. Mentre il web si è scatenato, alcune hanno riferito di avere intenzione di organizzare una sorta di “class action” contro il presunto “mostro”.

Il caso è scoppiato anche a seguito della denuncia su Fb del cantante fiorentino Federico Fiumani (che  non aveva pubblicato il suo nome ma aveva dato delle indicazioni) e il promoter genovese Emanuele Podestà è stato anche escluso dall’organizzazione di un evento in programma con alcune band al Teatro della Corte di Genova “che sarà riorganizzato da un’altra agenzia e dal Teatro stesso”.

Molti in città ieri lo hanno cercato per una replica, ma l’impresario ed editore genovese è rimasto in silenzio, tranne che per rilasciare una dichiarazione all’agenzia Agi.

Io dico che questa è diffamazione – ha riportato il cronista dell’Agi a seguito dell’intervista a Podestà – che mi tutelerò nelle opportune sedi, in realtà ho già parlato con i miei avvocati. Io non ho condanne, non sono andato a processi particolari. C’è una condanna? Non ci sono condanne, querelerò Federico Fiumani (leader della band indie rock fiorentina dei Diaframma, ndr) il prima possibile, probabilmente già domani, perché.. cioè… la cosa è surreale”.

Alla domanda se tutto quello che hanno scritto e stanno scrivendo sui social network sia falso, il promoter genovese ha replicato al cronista dell’Agi così: “Guarda, ripeto, querelo Fiumani e non ho condanne. A posto così, grazie”.

Daniele Pomata, legale difensore di Podestà, al quotidiano Il Secolo XIX ha confermato che “la realtà dei fatti è molto diversa da quanto abbiamo letto in queste ore. Il mio assistito non è mai stato né condannato né imputato e noi ci riserviamo di rivalerci nei confronti di chi ha fatto queste dichiarazioni“.

Tuttavia, il quotidiano genovese ha riferito che pur essendo incensurato “nel 2012, una ex fidanzata lo denunciò per stalking alla Procura di Genova: l’anno dopo, in seguito all’accordo per un risarcimento in denaro, la donna ritirò la querela. Ma il pm ritenne di proseguire gli accertamenti contestando un’aggravante procedibile d’ufficio. Il caso finì con una archiviazione.

Nel 2014, un’altra ragazza, dichiarò ai carabinieri di una stazione del Ponente ligure di essere stata picchiata e minacciata. Due anni dopo, il ritiro della denuncia ‘per metterci una pietra sopra’, spiega oggi.

A Milano, Podestà era stato denunciato d’ufficio per un episodio avvenuto tra le mura domestiche ma il procedimento è finito con l’archiviazione”.

L’articolo del cronista dell’Agi che racconta il caso e la difesa di Emanuele Podestà

I post di Federico Fiumani e i commenti sulla sua pagina Facebook

 

Piaggio, deputati M5S: pieno sostegno a Di Maio. Melis: sostegno ai lavoratori

Luigi Di Maio e vicecapogruppo regionale Andrea Melis (M5S)

“Piaggio Aerospace è una delle grandi eccellenze italiane nel settore dell’innovazione. Il tavolo di crisi convocato nelle prossime ore al Mise dimostra l’attenzione altissima che il Governo e il ministro Luigi Di Maio stanno mettendo sulla vicenda. L’impegno del Governo è quello di sostenere sempre tutte le imprese italiane, tutelare i lavoratori e assicurare il rilancio produttivo. Per questo il lavoro del ministro merita tutto il nostro sostegno parlamentare”.

Lo hanno dichiarato oggi i deputati del M5S nelle Commissioni Lavoro e Attività produttive alla Camera.

“I dipendenti di Piaggio – hanno aggiunto i parlamentari pentastellati – meritano di avere risposte nel breve periodo per non rimanere a lungo nell’incertezza. Le competenze che rendono la produzione dell’azienda strategica nel nostro Paese devono essere salvaguardate”.

“Massimo sostegno ai lavoratori e alla vertenza – ha aggiunto il consigliere regionale Andrea Melis (M5S) – come rappresentante sul territorio a fianco con tutti gli strumenti disponibili per dare il mio contributo”.

 

Spaccio di droga, nel Tigullio la polizia arresta due marocchini e ne denuncia tre

Spaccio, nel Tigullio la polizia arresta due marocchini e ne denuncia tre
Sequestrati oltre quattro etti di stupefacente. Gli agenti del Commissariato Chiavari hanno arrestato due marocchini di 28 e 31 anni per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti e ne ha denunciato altri tre, di 18, 32 e 33 anni, per lo stesso reato.

Ieri sera, durante un controllo nella zona del Cimitero Monumentale di Chiavari, i poliziotti hanno notato uno strano viavai di persone da uno stabile di via Damiano Chiesa.

Approfittando dell’ingresso di un giovane chiavarese, gli agenti sono a loro volta entrati nel palazzo, sorprendendo sulla soglia di casa un marocchino. Nell’appartamento vi era un terzo nordafricano che era intento a confezionare dosi di cocaina.

Gli agenti hanno così accertato che il 34enne di Chiavari, dopo un contatto telefonico, si era recato nell’appartamento per acquistare una dose di cocaina dai due marocchini di 28 e 31 anni, entrambi privi di permesso di soggiorno e mai rimpatriati.

La perquisizione domiciliare ha consentito di sequestrare circa 16 grammi di cocaina e 72 grammi di sostanza da taglio, oltre a 388 grammi di hashish e a tutto l’occorrente per il confezionamento delle singole dosi.

Già nel pomeriggio, i poliziotti avevano svolto un analogo servizio di controllo a Caperana, notando un nordafricano che, in modo circospetto, scendeva da un dirupo.

Gli agenti lo hanno fermato e identificato in un marocchino di 32 anni. Con lui hanno percorso a ritroso la strada appena fatta, risalendo a un’abitazione al cui interno hanno sorpreso altri due marocchini, di 18 e 33 anni, intenti a confezionare degli involucri pieni di marijuana.

Nel complesso sono stati sequestrati 7 involucri, per un totale di circa 14 grammi. I tre stranieri sono stati denunciati.

 

Più sicurezza, Garassino: a Genova 600 telecamere nel 2019. Triplicate rispetto a giunta Doria

Telecamere videosorveglianza (foto di repertorio)

“Quando nel 2017 abbiamo visto la situazione delle telecamere avevamo poco meno di 200 telecamere a Genova, oggi abbiamo già portato a 320 le telecamere e nel 2019 saranno 600”.

Lo ha dichiarato oggi su Fb l’assessore comunale alla Sicurezza Stefano Garassino (Lega).

“Le telecamere a Genova – ha aggiunto Garassino – sono già e saranno sempre più tutte in rete, cosa vuol dire questo? Che le immagini che sono riprese sono a disposizione delle Forze dell’ordine e in molti casi contribuiscono alla soluzione di molti crimini. Genova Sicura anche grazie alle telecamere”.

L’assessore Garassino ha inoltre previsto che per il 2020 gli apparecchi di videosorveglianza installati in città saranno circa 800.

 

Bloccata banda di topi d’appartamento albanesi: tre arresti

La refurtiva recuperata dalla polizia

La polizia di Genova, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, oggi ha riferito di avere smantellato una cellula criminale operante in Genova e provincia, composta da tre albanesi, dedita ai furti in abitazione.

Il gruppo è stato individuato ieri sera a seguito dell’intensificazione dei servizi sul territorio nell’approssimarsi delle festività natalizie.

Gli agenti della VI sezione Antidroga della Squadra Mobile, impegnata in un servizio anticrimine, ha riconosciuto un noto pregiudicato albanese, con numerosi precedenti per furto, spaccio di sostanze stupefacenti e mai formalmente rimpatriato, concentrando poi le attenzioni su alcuni stranieri sospettati di essere autori di furti in abitazione con i quali s’incontrava.

Le indagini, coordinate dalla pm Rombolà, hanno consentito agli agenti non solo di localizzare il covo dove gli indagati si nascondevano ma anche di comprenderne la tecnica criminale.

I malviventi, infatti, erano soliti effettuare i loro raid in abitazioni isolate ove riuscivano ad accedere con la tecnica della forzatura degli infissi con l’utilizzo di un grosso cacciavite.

Al fine di interrompere l’attività criminale, gli investigatori hanno intercettato il gruppo proprio dopo aver consumato alcuni furti in abitazione tra Quinto e Nervi.

Ingente la refurtiva recuperata, parte della quale nascosta dai malviventi in fuga tra alcune siepi, dove sarebbero poi ritornati nel cuore della notte per recuperala.

Con la perquisizione della loro dimora, solo temporanea, sono stati anche recuperati attrezzi atti allo scasso. Infatti, elemento caratterizzante dei gruppi criminali albanesi è quello della mirata presenza sul territorio per il tempo necessario a saccheggiare il più alto numero di abitazioni.

Gli arrestati, oltre a vantare numerosissimi precedenti di polizia, erano tornati in Italia da pochi giorni e, in particolare, nel capoluogo ligure, si sarebbero fermati per diverse settimane, salvo poi scambiarsi i ruoli con nuovi componenti provenienti sempre dall’Albania al fine eludere i controlli delle Forze dell’ordine.

La refurtiva non restituita ai legittimi proprietari, verrà a breve analiticamente riportata sul sito www.poliziadistato.it nell’apposito spazio dedicato.

 

Begato, Tursi: rimossi 23 veicoli abbandonati. Lotta al degrado continua

Lotta al degrado a Begato: rimosse auto abbandonate (foto di repertorio)

Stamane a Begato gli agenti della Polizia Locale di Genova e gli operatori di Amiu hanno effettuato un importante intervento di rimozione di veicoli abbandonati.

Grazie all’impiego di tre carri attrezzi e due veicoli speciali definiti “ragni”, 23 mezzi sono stati rimossi nelle vie Linneo, Ravel, Maritano, Cechov e Brocchi. È un numero che rende sempre più cospicuo quello del bilancio annuale che ad oggi, sulle 700 segnalazioni pervenute dall’inizio del 2018, conta 600 rimozioni: un centinaio in più rispetto al totale del 2017 (128 solamente dallo scorso 24 agosto).

Si tratta di relitti di automobili, spesso diventati ricettacoli di rifiuti, a cui è stata asportata la targa o che, a seguito di verifiche, risultano appartenere a persone decedute, irreperibili e emigrate. Non rientrano in questa casistica i veicoli rubati. Nell’occasione nella zona è stata effettuata anche una profonda pulizia, bonifica e rimozione di ingombranti.

“Siamo molto soddisfatti – ha spiegato l’assessore comunale alla Sicurezza Stefano Garassino – di questa operazione che è fra le più importanti e ampie degli ultimi anni. Si tratta di un’altra azione svolta nell’ambito dell’impegno contro il degrado e a supporto del decoro della nostra città che passa anche dalla rimozione di questo tipo di veicoli.

Stiamo lavorando costantemente a 360 gradi, agendo per step, per ottenere i migliori risultati possibili in tutti i quartieri genovesi che, anche sotto questo aspetto, erano stati abbandonati da troppo tempo. Ringrazio l’assessorato all’Ambiente, l’assessore Matteo Campora e Amiu, la Polizia Locale, il Distretto 5, la Polizia giudiziaria e l’Autoreparto che, con impegno e professionalità, hanno reso possibile questo intervento.

Questa è una delle tante iniziative per il decoro che l’amministrazione comunale, nei prossimi mesi, porterà avanti nell’area di Begato”.

 

Genova, chiusi i locali dello spaccio di droga nel Centro storico

Il bar Commenda in via Gramsci chiuso dal Questore

Oggi i poliziotti del Commissariato Prè hanno notificato il provvedimento di sospensione della licenza di somministrazione di alimenti e bevande ai gestori di due locali del Centro storico genovese, rispettivamente per un periodo di 20 giorni a una 29enne cinese che gestisce il “Bar Commenda” in via Gramsci e di 10 giorni a una 39enne senegalese, titolare della “Gastronomia Senegalese” in via Prè.

Infatti il questore Sergio Bracco, esaminate le numerose segnalazioni pervenute dai cittadini e dai Comitati di quartiere e le risultanze dell’intensa attività di monitoraggio da parte degli agenti del Commissariato Prè, ha ritenuto che entrambi gli esercizi commerciali, che sorgono in una zona già ad alto rischio criminalità, fossero divenuti luoghi di ritrovo per la vendita e la consumazione di sostanze stupefacenti.

In particolare, il bar “Commenda”, già colpito dallo stesso provvedimento nel 2013, secondo la Polizia ha continuato a essere polo di attrazione di pregiudicati, spacciatori di droga e tossicodipendenti.

Determinante è stato l’ultimo intervento del 13 novembre scorso, in cui sono stati denunciati due stranieri sorpresi a vendere sostanze stupefacenti all’interno del bar, utilizzando il bagno del locale per nascondere la droga.

Situazione analoga è stata riscontrata presso la “Gastronomia Senegalese” di via Prè, dove gli agenti hanno rilevato un’intensa attività di spaccio di droga con la “verosimile compiacenza della titolare, come dimostrato dall’esito dell’intervento dello scorso 10 ottobre” durante il quale i poliziotti hanno trovato un ingente quantitativo di sostanza stupefacente nascosto sopra una cella frigorifera.

Entrambi i provvedimenti sono stati emessi dal questore Bracco “per porre fine ad una situazione di reale pericolosità sociale e per non ingenerare nei cittadini l’erronea convinzione di dover convivere nell’illegalità”.

 

Piaggio Aerospace, Di Maio a Toti: amministrazione controllata strada di maggior tutela per azienda

Dipendenti di Piaggio Aerospace in manifestazione a Savona

“Poco fa ho sentito il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio sul caso Piaggio Aerospace. Ho ribadito al ministro che Regione Liguria considera Piaggio e i suoi lavoratori tutto patrimonio industriale e tecnologico irrinunciabile per il nostro territorio e per l’Italia tutta.

Lo ha dichiarato oggi pomeriggio il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla vicenda Piaggio Aerospace, per cui l’azienda ha presentato istanza di amministrazione controllata per stato d’insolvenza.

“Il ministro Di Maio – ha aggiunto Toti – ci ha spiegato che la strada dell’amministrazione controllata è stata individuata come quella di maggior tutela per l’azienda e che, attraverso questo strumento, si lavorerà per dare un nuovo assetto stabile al gruppo e che l’esecutivo sosterrà i piani di sviluppo necessari.

Nei prossimi giorni sarà convocato al Mise il tavolo su Piaggio per confrontarsi con parti sociali e istituzioni locali sul percorso che si apre con l’Amministrazione straordinaria.

Ho ribadito al ministro che per Regione Liguria è irrinunciabile non solo il salvataggio ma il rilancio di Piaggio, azienda che insiste su un territorio già dichiarato area di crisi complessa”.

 

Viabilità Val di Vara, De Paoli: Provincia spezzina è un disastro, cambiare responsabilità nell’ente

Frana Varese Ligure, strada provinciale per località Valletti

“In tema di viabilità, la Provincia spezzina è un disastro e purtroppo non riesce a rispondere in modo adeguato alle esigenze del territorio. Mancheranno i soldi, ma anche quelli che ci sono a mio avviso sono spesi male e per opere talvolta discutibili”.

Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale Giovanni De Paoli (Lega).

“Lo vediamo ad esempio nei lavori in corso in località Sciarpatto di Sesta Godano – ha aggiunto De Paoli – dove la viabilità è interrotta da due settimane e tale resterà per altre due.

Secondo quanto riferito anche dagli organi di stampa, saranno investiti 240.000 euro in somma urgenza per un lavoro non definitivo e soprattutto che appare non risolutivo. Infatti, la rete paramassi già c’era ma non sembra aver dato ottimi risultati, stante la situazione del versante.

Una volta intervenuti con il classico disgaggio si poteva quindi riaprire la strada, magari a senso unico alternato regolato da semaforo, liberando l’Alta Val di Vara dall’attuale isolamento.

Invece no: si è scelto di far percorrere 20 chilometri in più a chi per lavoro, studio, commercio o sanità deve recarsi alla Spezia.

In situazioni di estrema emergenza sanitaria 20 minuti in più per raggiungere un ospedale potrebbero, inoltre, mettere a rischio la vita del paziente.

Un altro caso riguarda la chiusura del ponte di Beverino, da sempre aperto al transito di tutti i pesi e diventato improvvisamente intransitabile perfino ai pedoni.

Anche qui mi sembra un’esagerazione, che metterà a rischio molte attività commerciali della zona. Infatti, si poteva limitare i pesi in transito.

Invece no: si è scelta la chiusura e a nessuno sembra interessare il forte disagio dei cittadini che vivono sul territorio. Qualcuno preferisce trincerarsi dietro la fatidica parola ‘responsabilità’.

Questi sono solo un paio di esempi di malgoverno del territorio, che ho registrato a causa di una scarsa sensibilità verso i problemi della collettività.

A farne le spese sono i cittadini, che già devono combattere quotidianamente con la vita di campagna e vedono le loro attività commerciali andare in crisi. Non ci si lamenti poi se il territorio viene abbandonato, con le negative conseguenze che ne derivano.

Trincerarsi solo dietro le parole ‘responsabilità’ o ‘non abbiamo soldi’ può indicare la mancanza di volontà di occuparsi e risolvere i  problemi.

Tra l’altro, talvolta accade che per i lavori di un certo importo i soldi si trovano sempre, mentre per l’ordinaria manutenzione (che è necessaria per evitare dissesti idrogeologici) non si trovano quasi mai.

Un euro speso in manutenzione ne fa risparmiare decine di migliaia in opere di ripristino: ne è un lampante esempio quanto successo tre anni fa sulla strada provinciale per la località Valletti nel Comune di Varese Ligure, dove la mancata pulizia di venti metri di cunetta ha in sostanza provocato uno smottamento della sede stradale che, oltre ai problemi per la frazione, è poi costato alla collettività quasi 200mila euro.

Continuando in questa direzione, la situazione è destinata a peggiorare e quindi occorre invertire la rotta. Magari distribuendo le responsabilità in Provincia in modo diverso”.