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Ferimento giornalista durante scontri a Corvetto: ascoltato funzionario di polizia

Piazza Corvetto 23 maggio 2019, gli scontri con le Forze dell'ordine

Giampiero Bove, il funzionario di polizia che giovedì ha riconosciuto e protetto il giornalista di Repubblica Stefano Origone travolto da una carica della poizia durante gli scontri in piazza Corvetto con gli antifascisti e antagonisti nel corso del comizio di Casapound, è stato ascoltato in Procura.

Il dirigente che, in quel momento coordinava le 2 squadre del reparto a cui appartengono gli uomini che hanno colpito il cronista, ha riconosciuto il giornalista e lo ha sottratto alla carica degli agenti.

Quando ha visto che si trattava di Origone ha urlato “E’ un giornalista” e si è messo nel mezzo proteggendolo.

Nelle prossime ore gli investigatori della squadra  mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e dal sostituto procuratore Gabriella Dotto, riceveranno le relazioni dei due capisquadra che comandavano i 20 uomini del reparto impegnati a fermare un manifestante.

Nel mentre Stefano Origone,  è stato operato alla mano per le fratture riportate alle dita ed è stato dimesso dall’Ospedale Galliera.

Elezioni per l’Europarlamento: come si vota

Il Parlamento Europeo

Sono oltre 51 milioni i cittadini chiamati alle urne oggi domenica 26 maggio dalle 7 alle 23 per scegliere i 76 deputati in rappresentanza dell’Italia sui 751 totali.

Ognuno dei 28 Paesi si reca alle urne in giorni diversi e con un sistema elettorale diverso, e questo dipende dalle diverse storie elettorali dei singoli paesi.

I 76 seggi che spettano all’Italia saranno scelti con il principio proporzionale con la soglia di sbarramento al 4%.

In pratica i partiti che a livello nazionale non raggiungeranno quella soglia non entreranno nell’europarlamento.

Il territorio nazionale è diviso in 5 circoscrizioni: Nord-Est (15 seggi), Nord-Ovest (20), Centro (15), Sud (18) e Isole (8).

In Italia possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni e sono eleggibili quelli che hanno compiuto 25 anni.

Come si vota

L’elettore dovrà scegliere una delle liste semplicemente facendo un segno sul simbolo relativo.

Si possono esprimere fino a tre preferenze, scrivendo il cognome dei candidati negli spazi accanto al simbolo. Nel caso in cui l’elettore esprima più di una preferenza, queste devono riguardare candidati di sesso diverso pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza.

Per votare gli elettori devono esibire un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale.

Elezioni per l’Europarlamento: come si vota

Sub colto da malore mentre si immerge sul relitto della Haven

Sub colto da malore mentre si immerge sul relitto della Haven

Ieri un sub di 47 anni che stava effettuando un’immersione sul relitto della Haven al largo di Arenzano, è stato colto da malore.

L’uomo è stato trasportato a riva dallo stesso diving che lo aveva accompagnato in mare con le operazioni di soccorso che sono state coordinate dalla capitaneria di porto.

Il sub è stato trasferito, non in gravi condizioni, all’ospedale San Martino di Genova, dove è stato sottoposto a trattamento in camera iperbarica. L’attrezzatura è stata tenuta dalla guardia costiera per verificare se ci fossero delle anomalie.

Seggi aperti alle 7 di questa mattina: si vota per l’elezione di 76 eurodeputati

Aperti i seggi alle 7 di questa mattina, si vota per l’elezione di 76 eurodeputati

In Piemonte si vota per le regionali e per le comunali in 3.800 comuni

Questa mattina alle 7 si sono aperti i seggi per l’elezione dei 76 eurodeputati componenti del Parlamento europeo spettanti all’Italia.

Si vota anche in Piemonte per l’elezione del presidente e il rinnovo del Consiglio regionale e in 3.800 comuni per i sindaci e i consigli comunali.

Sono 50.952.719 gli elettori per le europee, 16.053.792 gli elettori per le comunali e 3.616.010 per le regionali in Piemonte. Si vota nella sola giornata odierna con i seggi che chiuderanno alle ore 23.

Subito dopo inizierà lo spoglio delle schede partendo da quelle per le europee.

Domani alle 14 inizierà quello per le Regionali e le Comunali. Anche oggi, giornata di votazione, vige il “silenzio elettorale”.

Per le Europee i seggi sono aperti in 21 Stati Ue per eleggere 750 eurodeputati: oltre all’Italia, la Germania, la Francia e la Spagna.

Nei giorni scorsi si è votato in Gran Bretagna, Olanda, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia e Malta.

Seggi aperti alle 7 di questa mattina: si vota per l’elezione di 76 eurodeputati

Cavalleria Rusticana e Pagliacci al Carlo Felice, il verismo all’opera

Cavalleria Rusticana e Pagliacci al Carlo Felice, il verismo all'opera

La produzione di compositori italiani, Mascagni, Leoncavallo e, in parte, Puccini, adatta al melodramma elementi del verismo, nato come corrente letteraria fra il 1875 e il 1895 e sviluppatosi a Milano, che si propone di rappresentare reali situazioni umane e sociali, soprattutto delle classi considerate più umili, considerandone gli aspetti anche meno gradevoli e concreti del quotidiano.

Si esplorano soprattutto realtà sociali dell’Italia centrale, meridionale e insulare.

Tra i veristi letterati sono noti Luigi Capuana e Giovanni Verga. Il messaggio trasmesso nella musica  e mutuato dalla letteratura, è la difficoltà ad uscire da mentalità ed usanze pesantemente impresse nei tratti psicologici e caratteriali, nonché a riscattarsi da comportamenti imposti dall’ambiente.

Il tratto verista ripreso dalle opere musicali è una sorta di ineluttabile scivolo verso la tragedia, un meccanismo che induce all’errore e all’eccesso, di cui si ha una latente consapevolezza, ma che non si riesce a fermare.

Cavalleria Rusticana, lo stesso Mascagni (Livorno 1863, Roma 1945) così ne commenta la nascita, ai fini della partecipazione al concorso Sonzogno:”…benchè avessi già pronta un’opera, il Ratcliff, pensai  di concorrere con un lavoro nuovo, visto che il concorso esigeva un’opera in un atto. E decisi subito per il dramma di Verga.”

La Cavalleria rusticana di Giovanni Verga, rappresentata al Teatro Carignano di Torino nel 1884, con Eleonora Duse nel ruolo di Santuzza, aveva dato inizio al teatro verista.

L’opera di Mascagni, data per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 17 maggio 1890, fu l’inizio del verismo musicale e divenne un successo mondiale, nonostante una causa intentata da Verga  per l’introduzione di alcune modifiche, che costò un cospicuo  risarcimento all’editore.

Una trama semplice e di impatto, ambientata alla fine dell’Ottocento in un paese siciliano che si appresta a festeggiare la Pasqua.

Il carrettiere Alfio ha sposato Lola, mentre il fidanzato Turiddu era soldato: quest’ultimo si è apparentemente consolato con Santuzza, ma ha ripreso i rapporti con Lola. Umiliata ed offesa dal disprezzo di Turiddu e dall’ironia di Lola, Santuzza rivela la tresca ad Alfio, rendendo inevitabile, per i costumi e la mentalità dell’epoca, il duello tra i due, che si concluderà con la morte di Turiddu.

Nessuno, in questo dramma, pare comportarsi secondo giustizia ed equilibrio.

Ma il Turiddu di Mascagni, pur restando un sanguigno “uomo d’onore”, risulta  più consapevole e responsabile nei sentimenti, rispettoso, quando sente avvicinarsi la fine, sia del dolore della madre che di Santuzza, la fidanzata umiliata.

Lola appare come una figura femminile superficiale; non lo è certo Santuzza, temperamento dolente e autopunitivo (ma, dal punto di vista morale, nessuno l’accusa), anche se, alla fine, nel disperato tentativo di salvare il rapporto, cede alla bassezza della spiata.

Secondo il commento del temibile critico dell’epoca Eduard Hanslick, “la musica scaturisce dalla situazione, è omogenea, un tutto unico, non ha momenti di stasi; Mascagni, pur essendo profondamente italiano è anche modernamente europeo.”  Un talento caleidoscopico quello dell’autore, testa calda e indisciplinata fin dalla prima gioventù.

L’allestimento proposto dal Carlo Felice si apre su uno scenario notturno che invita alla contemplazione, la piazza davanti alla chiesa pronta per la messa di Pasqua; poco dopo  assistiamo alle splendide scene di devozione del popolo, suggestive ma già inquietanti per la presenza costante di maschere,  che improvvisamente si animano dando vita ad un balletto dal sapore tribale,  presagio dell’incombente tragedia. Lo svolgimento  va verso un crescendo potente di musica e di testi,con stretti collegamenti  tra le azioni, portata alla massima drammaticità nella conclusione del colloquio tra  Santuzza e Turiddu.

La musica è costantemente padrona della scena: il coro «gli aranci olezzano», la preghiera « il Signor non è morto», «Il cavallo scalpita» di Alfio, lo stornello di Lola «Fior di giaggiolo» che spezza come un intermezzo beffardo il momento drammatico del confronto Santuzza- Turiddu. Non meno efficaci gli intermezzi verbali:l’urlo finale che annuncia la morte di Turiddu  arriva in platea come uno schizzo di sangue, ineluttabile conseguenza della  maledizione lanciata da Santuzza, “ A te la mala Pasqua, spergiuro”.

Ruggero Leoncavallo (Napoli  1857, Montecatini  1919)  avrebbe dovuto avere il diritto di portare al successo melodrammi  “de bohème”, visto che tale vita  a Parigi l’aveva fatta veramente suonando il pianoforte nei café-chantants. Ma viene ricordato solo per “ Pagliacci”.

L’opera andò in scena nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, sotto la direzione di Arturo Toscanini. Anche il libretto era stato scritto dall’autore, secondo l’abitudine  verista, ispirato da un vero fatto di cronaca  nera,  in quanto il pagliaccio  di una compagnia di girovaghi, che alla fine dello spettacolo aveva accoltellato moglie e rivale,  fu condannato a vent’anni  dal padre magistrato dello stesso Leoncavallo.

Lo spettacolo ebbe  critiche severe, tra cui quella del potente Hanslik, che parlò di mancanza di gusto, mentre il francese Bellaigue scrisse che l’opera gli aveva fatto orrore, per non parlare di Puccini che definì l’autore un porco che viene chiamato maestro a vergogna dell’Italia.

Ma il pubblico gli attribuì un successo clamoroso e i grandi cantanti  del tempo, da Caruso a Tamagno, ne fecero un cavallo di battaglia.

Il pagliaccio Canio di una compagnia di attori girovaghi ha sposato Nedda, fanciulla da lui raccolta in miseria dalla strada: questa viene corteggiata da Tonio, un pagliaccio gobbo, che lei schernisce e respinge. Per vendicarsi Tonio rivela a Canio che Nedda lo tradisce.  Canio deve andare in scena vestendo la giubba da pagliaccio e soprassedere, ma con l’andar dello spettacolo  il furore lo investe e lo domina, per cui i sentimenti reali si mescolano e sostituiscono la finzione scenica in un agghiacciante crescendo.

Nedda  rifiuta di rivelare il nome dell’amante, che è tra il pubblico: Canio la pugnala e lo stesso fa con Silvio che nel frattempo è accorso.

Ora la commedia è davvero finita, il pagliaccio è diventato “un uomo”, non più costretto a ridere dei propri dolori.

L’opera viene considerata il manifesto del verismo musicale: passione e sentimento sono espressi da un canto  esagitato, urlato. Anzi l’urlo, già inaugurato da Cavalleria Rusticana , entra prepotentemente nella lirica. Effetti drammatici ed emotivi rutilano incontrollabili in sfrenata successione. Amoralità e piccineria  di una umanità  non evoluta, in preda a rancori, sono  spalmate a piene mani , rappresentate  anche attraverso una  gestualità caricata.

Nella versione del Carlo Felice  colpisce la musica stridente che accompagna l’azione nonché i panneggi  costantemente improntati al rosso. La luna assiste impotente al tragico epilogo, mentre, a commedia  finita, un fanciullo, l’innocenza, si ferma a guardare i corpi e sembra non capire.

Una menzione meritano le  doti d’attori spiccate del cast.Un plauso alle interpreti femminili di ambedue le opere. L’entusiasmo del pubblico ha premiato anche il baritono Alvarez, mentre Diego Torre (Turiddu e Canio) ha brillantemente sostenuto due ruoli impegnativi. Efficace l’orchestra diretta dal Maestro Arrivabeni,belle le scene di  Federica Parolini, splendidi i costumi di Agnese Rabatti.

Il dittico resta al Carlo Felice fino al 30 maggio.

Elisa Prato

A fuoco cucina, inquilini spengono incendio e si rifugiano sul terrazzo | Video

Questa sera poco dopo le 20, i vigili del fuoco di Genova est sono intervenuti in via Imperia, alle spalle della stazione Brignole, per l’incendio di una cucina.

All’arrivo i pompieri hanno portato in salvo i 2 inquilini che si erano rifugiati sul terrazzo.

Gli stessi avevano spento l’incendio della cucina a gas con un estintore.

Dato il fumo e la polvere dell’estintore i vigili gli hanno fatto indossare il cappuccio ad aria e li hanno accompagnati in zona sicura.

In seguito hanno verificato il completo spegnimento dell’elettrodomestico tramite la termocamera.

Apparecchiatura che permette di misurare la temperatura degli oggetti.

Arpal: divieto di balneazione nel mare di Lavagna

Spiaggia di Lavagna. Divieto di Balneazione

Divieto di balneazione nel mare di Lavagna. Il Comune avvisa i cittadini pubblicando il divieto sulla home page del  sito web ufficiale.

Il divieto è temporaneo e comprende la zona vicino alla stazione ferroviaria, cioè dalla fine della scogliera artificiale del porto, sino al pennello 2, vicino ai Bagni Egidio. L’ordinanza di divieto è stata scritta il 24 maggio, anche se il campionamento Arpal dall’esito sfavorevole è stato diramato il 20 maggio e la comunicazione dell’Agenzia regionale al Comune è avvenuta il 22 del corrente mese.

Nel mare di Lavagna, sono stati eseguiti i campionamenti suppletivi, che la legge richiede entro 72 ore da quello sfavorevole. Si attendono nuove comunicazioni; anche nel caso di Lavagna, come a Sestri levante, i valori di escherichia coli si presume siano stati condizionati dalle piogge della settimana.

Escherichia coli è una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell’intestino di animali a sangue caldo (uccelli e mammiferi, incluso l’uomo). Se ne distinguono almeno 171 sierotipi, ognuno con una diversa combinazione degli antigeni O, H, K, F. Appartiene al gruppo degli enterobatteri. ABov

Oggi l’ artista e pellegrino Sergio Giusto arriverà a Crema

La Chiesa di San Martino

SAVONA. 26 MAG. Prosegue oggi l’avventura sul Cammino di San Martino con la trentasettesima tappa che l’artista pellegrino Sergio Giusto affronterà sul percorso da Orzinuovi a Crema.

“Oggi c’è aria fresca, si cammina davvero bene.- ci ha raccontato un entusiasta Sergio- Cercherò con la tappa odierna di arrivare fino a Crema. Per fortuna il tempo tiene, non dovrei avere difficoltà ad arrivare presto al traguardo della tappa. Per ora non piove e dovunque ci sono papaveri rossi e campi coltivati, ma tanto asfalto. Auguro a tutti quanti buone votazioni. Scegliete bene. Mi raccomando”

Anche ieri Sergio nella tappa Brescia- Orzinuovi, era partito pieno di entusiasmo: “La giornata era cominciata bene, con un percorso su sterrato, bello, in mezzo ad una fiorente ed ombrosa boscaglia, poi, come mi capita da diversi giorni, ho incontrato l’ asfalto e tutto è mutato. Certo si procede tra campi di mais e grano, ma la magia sparisce. Un percorso che voglia rispettare il pellegrino infatti dovrebbe essere disegnato fra testimonianze di bellezza e di fede più che caratterizzato da asfalto e centri commerciali. In questo senso il tragitto che ho compiuto in Ungheria ed in Slovenia, è molto più rispettoso della fede, della storia e dei pellegrini”.

A tal proposito Giusto si è riproposto, una volta tornato ad Albenga, di mettersi a lavorare per cercare proprio di ridisegnare almeno una parte del tracciato in modo da offrire al pellegrino un percorso più vicino alla natura ed alla riflessione.

Inoltre una volta giunto a Pavia per Sergio l’ impegno aumenterà: “ Dovrà – ci ha spiegato il noto ex libraio-editore Gerry Delfino- tracciare ex novo il percorso da Pavia ad Albenga. Infatti, mentre è ben nota e conosciuta la Via Sancti Martini, dalla sua città di nascita fino a Tours, non si ha più traccia invece di quella che seguivano i pellegrini da Pavia a Tours, Arles ed Avignone. Sergio perciò proverà, seguendo anche alcune mie indicazioni, frutto di un lungo lavoro di ricerca, a ridisegnare quel percorso, compiendo le tappe che per secoli furono seguite dai pellegrini sulla via di San Martino da Pavia ad Albenga”.
CLAUDIO ALMANZI

Genoa, tutto il mondo genoano spinge verso la salvezza

Genoa (foto d'archivio)

Da Londra a Toronto. Da New York a Hong Kong. Da Parigi ad Amsterdam. Dalla ‘Boca’ di Buenos Aires a Malindi. Passando per tutti i continenti dove ci sia un club dedicato al Genoa o semplicemente un supporter nel quale batta forte il vecchio cuore rossoblù. C’è un filo lungo decine di migliaia di chilometri che unisce idealmente questo fine settimana il popolo di tifosi che il Grifone vanta in giro per il mondo. Un seme della genoanità. Un patrimonio di sentimenti come quello dei migranti descritti in “Ma se ghe penso”. L’inno cittadino. Una passione che valica gli oceani all’indirizzo della quarta squadra italiana per numero di scudetti (9). Tutti sintonizzati sulle dirette tv distribuite sul mercato internazionale da IMG. O a caccia di aggiornamenti streaming per seguire la partita di Firenze. Da Genova. A voi mondo.

Fiorentina-Genoa, Pandev-Kouamè titolari

Christian Kouamè

Ancora qualche dubbio per Prandelli in vista della sfida di questa sera alla Viola.

L’ex CT sta preparando i suoi nelle ultime ore di vigilia a due opzioni di formazioni in particolare.

In caso di 4-4-2 Bessa agirà da esterno di sinistra. Sia Lazovic che Lerager infatti non sono disponibili. Se invece Prandelli decidesse per il 4-3-3, Bessa sarebbe esterno d’attacco con Rolon a centrocampo. Davanti praticamente certo l’impiego di Pandev e Kouamè.

Genoa (4-4-2) probabile formazione: Radu; Biraschi, Romero, Zukanovic, Criscito; Pedro Pereira, Radovanovic, Veloso, Bessa; Kouamé, Pandev.

Fiorentina (3-5-2) probabile formazione: Lafont; Milenkovic, Pezzella, Vitor Hugo, Dabo, Benassi, Gerson, Veretout, Biraghi; Chiesa, Simeone