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Islanda, i paesaggi del Trono di Spade: avventura in moto col genovese Paolo Bertelli

Il genovese Paolo Bertelli in Islanda

Il genovese Paolo Bertelli racconta ai lettori di Liguria Notizie un’avventura in moto da sogno in Islanda. Geyser, puffin, cascate, ghiacciai, cetacei, volpi e meravigliosi paesaggi che hanno fatto da set al film “Il Trono di Spade”

Quest’estate mi sono voluto regalare un’altra avventura su cui meditavo da tempo.

Premetto che ogni anno ho la fortuna di fare il giro dell’Islanda accompagnando dei piccoli gruppi di motociclisti alla scoperta di questo splendido e impegnativo piccolo paradiso: poca popolazione (366mila abitanti) sparsa in un territorio irrequieto portano a un relax visivo mentre si percorrono le belle strade, più o meno asfaltate, che collegano le mille attrazioni del territorio.

La capitale è Reykjavík, città più popolosa della nazione con circa 140 000 abitanti. La seconda città più importante è Akureyri con circa 20mila abitanti. Collocata sulla dorsale medio atlantica, l’Islanda presenta una marcata attività vulcanica e geotermica, che ne caratterizza fortemente il paesaggio.

In questo agosto di afa e caldo in Italia ho voluto portare con me in vacanza una moto che mi ha incuriosito da quando l’ho vista in Eicma. Si tratta della Suzuki V Strom 800 DE nella nuova versione con il 21” anteriore.

L’Islanda è una terra che, motociclisticamente parlando, mette alla prova i mezzi per le particolarità delle strade e le condizioni meteo che cambiano in pochi minuti dalla pioggia al sole, dal vento insistente alla temperatura che in poche curve cala e cambia rapidamente con variazioni anche di 10 gradi centigradi.

Gli pneumatici sono soggetti a forte usura, sia sull’asfalto particolarmente drenante e molto abrasivo che sulle strade in terra battuta, facili da percorrere ma anch’esse molto usuranti. Bisogna calcolare che un viaggio in Islanda “impegna” un treno di gomme. Sempre che la moto la spediate, così da poter consumare tutti i copertoni tra fiordi mozzafiato e splendide cascate.

Il viaggio in moto e l’avventura da sogno.

Ritirata la moto, montati gli accessori minimi necessari a questo viaggio (sostegni per navigatore, telefono e GoPro), preparate le borse, la porto a Reggio Emilia, pronta per il lungo viaggio sul mezzo messo a disposizione dall’organizzazione IslandaInMoto .

Lasciati gli oltre 30 gradi dell’Italia, mi accoglie una splendida aria frizzante e il termometro dice 14 gradi. Perfetto!

Sbarcata la moto a Reykjavik, comincia l’avventura insieme ai miei compagni di viaggio. Giusto il tempo di conoscerci tutti, tra partecipanti dei diversi gruppi in partenza, davanti a un ottimo buffet nell’albergo dove alloggiamo, e darci appuntamento al mattino dopo.

Alle 9:30 partenza. Nonostante non sia più neofita di questa terra e l’abbia percorsa più volte in lungo e in largo, l’emozione che mi suscita è sempre molto forte.

Appena usciamo dalla capitale ci togliamo dalla civiltà e ci dirigiamo verso una delle cascate che sono state set nel film Trono di Spade. Il tempo, come spesso accade alla partenza, ci accompagna con una pioggia che crea l’atmosfera. L’Islanda va conquistata e vissuta nelle sue molteplici sfaccettature, soprattutto meteorologiche.

Il gruppo familiarizza con la segnaletica e la guida dei residenti, molto corretti e disciplinati. I primi chilometri di asfalto mi fanno apprezzare le risposte del motore del mio V-Strom e prendo confidenza con le gomme Dunlop di serie. Non ho avuto un’ottima esperienza con le Dunlop in passato e sono un po’ restio a lasciarle andare, ma ora la sensazione è subito positiva.

La posizione di guida è leggermente compressa per me che sono alto oltre un metro e ottanta: avrei voluto qualche centimetro in più di spazio per le gambe, ma mi adatto. Non vedo l’ora di provare la Suzuki V-Stroam 800 DE su strade non asfaltate.

Il Trono di Spade

Ci dirigiamo subito nel fiordo di Hvalfjordur, un susseguirsi di curve e panorami unici. Alla prima sosta caffè raccolgo le prime positive impressioni dei miei compagni di viaggio.
Ci dirigiamo poi verso la splendida penisola di Snæfellsnes dove facciamo il primo incontro con le foche.

Intanto, il tempo ci sta supportando e proseguiamo con l’avventura. Iniziamo qualche assaggio di terra e la Suzuki V-Strom 800 DE mi fa capire che posso contare su di lei. Non perde aderenza nemmeno nelle curve e la voglia di terra e sassi si fa molto più forte. Ma domani abbiamo lunghi tratti di sterrato e potrò capire meglio.

Partenza di buon’ora, con l’abbondante “quarto d’ora di ritardo accademico” che devo tenere in considerazione e proseguiamo con l’esplorazione. Non possiamo evitare un altro dei tanti set cinematografici di Trono di Spade con la montagna più fotografata d’Islanda. Vedendola con la giusta luce ne comprendiamo il motivo. Nel gruppo abbiamo diverse tipologie di moto. Da GS 750 a Guzzi V85TT, da Multistrada a BMW R1250RT e R1200R.

Con la 54 in direzione Nord-est comincia uno sterrato di una sessantina di chilometri,  dove, anche per non alzare troppa polvere davanti ai compagni, dopo avere visto che non c’era problema per nessuno su questo fondo, testo motore e tenuta della mia moto.

E’ uno spettacolo. Il baricentro basso la rende facile da portare, la tenuta di strada è ottima, il motore morbido ma che eroga subito e bene la sua potenza mi entusiasma. Provata fino oltre i 130 km/h non ha avuto nessun tipo di indecisione. Una piccola pecca è la guida in piedi dove il manubrio è troppo basso per me. La posizione che devo tenere non è troppo confortevole sulla lunga distanza. Il vantaggio, tuttavia, è che si guida molto bene anche da seduti.

Cetacei, volpi e il ghiacciaio Vatnajokul

Il tour va avanti. Altri sterrati, qualcuno più impegnativo degli altri, e tante curve su un mare a tratti entusiasmante e spiagge dove la corrente del golfo porta una sabbia bianca caraibica.

Nei giorni seguenti si prosegue con cascate, museo delle Case preistoriche, escursione per l’avvistamento cetacei, deserti incontaminati, laghi glaciali e incontri con le volpi artiche. Il tutto in un clima che spazia veloce tra sole, pioggia e vento.

Le tappe sono tutte di media distanza, ma le tante attrazioni che le riempiono e la poca voglia di ripartire rapidamente ci fanno arrivare in hotel giusto in tempo per una doccia (non sempre in verità) e la cena. Tranne quando, arrivati in albergo, qualcuno mi chiede un’uscita extra in moto per provare un tratto più impegnativo e arrivare ai piedi del ghiacciaio.

Scaricato il bagaglio in hotel e lasciata la mia dolce “zavorrina” in relax, partiamo per questa nuova breve avventura. Una dozzina di chilometri di asfalto, poi ci addentriamo su strada battuta che in breve tempo termina lasciandoci di fronte ad una distesa di pietre e sassi portati dallo scioglimento di uno dei canaloni del ghiacciaio Vatnajokul.

Una pista sempre diversa ogni anno a seconda del disgelo primaverile. L’affrontiamo con attenzione ma con impeto per la voglia di arrivare velocemente alla meta e per chi ci aspetta per la cena. L’orario non gioca a nostro favore.

Il percorso mette bene alla prova i nostri mezzi. Nonostante le gomme in versione stradale, la Suzuki V-Strom 800 DE mi meraviglia per come si comporta sull’impegnativa pietraia.

Arrivati ai piedi del ghiacciaio lo spettacolo che ci si presenta e come sempre mozzafiato: un piccolo lago di iceberg e la distesa del mare di ghiaccio. Lo spettacolo mozzafiato che lascia il mio compagno di avventura Andrea senza parole. Si siede in un angolo in contemplazione per mettere in ordine tutte le emozioni. Non interagisce. È stato più impegnativo portarlo via da lì che arrivarci.

Geyser, puffin e cascate incantevoli

Gli ultimi giorni presentano alcune delle attrazioni più famose, tra ghiacciai e cascate incantevoli, geyser e puffin. In alcuni si manifesta già la malinconia della prossima partenza, tra promesse di tornare con più tempo e quelle di portarci la famiglia ci avviamo verso il ritorno alla capitale.

È il momento di preparare le moto per il loro ritorno portandosi dietro tutti i segni di un’esperienza vissuta appieno e che forse nessuno riusciva a immaginare così intensa.

Questa mia prima avventura islandese con la Suzuki V-Strom 800 DE è stata una piacevole sorpresa anche per me. Tanti pregi e qualche piccola miglioria mi hanno fatto conoscere e apprezzare un mezzo adatto a tutti, molto semplice e collaborativo alla guida. Dopo quasi 4000 km di test sono felicemente costretto a promuovere a pieni voti la Suzuki V-Strom 800 DE con il 21” anteriore in tutte le condizioni di strada. Alla prossima! Paolo Bertelli