Le origini: Samhain e la soglia tra i mondi
La festa di Halloween affonda le sue radici nel festival celtico di Samhain, celebrato più di 2.000 anni fa nelle regioni oggi Irlanda, Regno Unito e nord della Francia.
Nel calendario celtico, il 1° novembre segnava l’inizio del nuovo anno e l’entrata nella stagione oscura dell’inverno. La notte precedente, 31 ottobre, era ritenuta un momento in cui il confine fra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliava: i celti accendevano grandi falò, indossavano maschere e travestimenti per spaventare gli spiriti erranti, e offrivano cibo per placare le anime.
Con l’avvento del dominio romano nei territori celtici si aggiunsero festività come la Feralia (commemorazione dei morti) e quella dedicata alla dea Pomona, i cui simboli (mele, frutti) hanno influenzato tradizioni come “mordi la mela”.
La posizione della Chiesa e la trasformazione cristiana
La Chiesa cattolica ha progressivamente assorbito e trasformato queste tradizioni pagane. Nel 609 d.C. il papa Bonifacio IV istituì la festa di tutti i martiri (in seguito ampliata a tutti i santi) il 13 maggio; più tardi il papa Gregorio III trasferì la celebrazione al 1° novembre. La vigilia divenne nota come “All Hallows Eve”, da cui deriva il nome “Halloween”.
In molti Paesi cattolici la Chiesa continua a sottolineare la dimensione spirituale del periodo, celebrando il giorno di Ognissanti (1 novembre) e dei Morti (2 novembre), e talvolta condanna l’enfasi commerciale e “horror” della festa.
Per alcuni ambienti ecclesiastici, Halloween rappresenta un’occasione per ricordare i defunti e riflettere sulla vita oltre la morte, più che per maschere e dolcetti.
Credenze, simboli e fantasie: tra travestimenti e jack‑o’‑lantern
Nel passaggio dall’Europa del passato all’America del XIX–XX  secolo, Halloween ha assunto nuovi tratti popolari: travestimenti con streghe, fantasmi e demoni, intaglio delle zucche (originariamente rape o barbabietole), dolcetto o scherzetto (trick‑or‑treating) derivato dalla pratica medievale dello “souling” (offrire a bambini dolci in cambio di preghiere per i defunti).
Simboli come la zucca‑lanterna (jack‑o’‑lantern) sono diventati emblematici della festa; la forma moderna di dolcetto o scherzetto si è evoluta soprattutto negli Stati Uniti, diffondendosi poi a livello globale.
Halloween come fenomeno commerciale: numeri e tendenze
Oggi Halloween è una delle feste più redditizie per il commercio: secondo la National Retail Federation (NRF) negli USA la spesa stimata per il 2025 è di circa 13,1  miliardi  di  dollari, un record.
I dati indicano che il 79 % degli acquirenti prevede prezzi più alti, che 66 % delle famiglie coinvolte assegnerà dolcetti ai bambini, 51 % vestirà costumi e 51 % decorerà casa o giardino.
Questa forte componente commerciale genera critiche riguardo la “americanizzazione” della festa e il suo distacco dalle origini culturali e religiose.
Halloween rappresenta un crocevia di culture: pagane, cristiane e consumistiche. Il suo successo globale riflette la capacità di mutare e adattarsi alle epoche. Da celebrazione del confine fra vivi e morti, a vigilia di Ognissanti e ricorrenza commerciale, la festa ci ricorda che persino tradizioni antiche possono trasformarsi radicalmente.
Chi partecipa alla serata del 31 ottobre – tra travestimenti, dolcetti e decorazioni – lo fa spesso senza essere consapevole della complessa stratificazione storica e culturale che accompagna la festa.
In quest’ottica, riscoprire le origini come Samhain, il ruolo della Chiesa e le implicazioni economiche può aiutare a vivere Halloween con maggiore senso critico e consapevolezza.
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