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Ai Parchi di Nervi il concerto per Genova

Ai Parchi di Nervi il concerto per Genova
Dorian Wilson

Ai Parchi di Nervi mercoledi 5 luglio alle ore 21,15 il primo appuntamento sinfonico del Nervi Music Ballet Festival.

Dorian Wilson sarà alla direzione del pianista Marco Vincenzi e dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova in un programma dedicato al filo rosso che unisce musica e danza, con brani di Gioachino Rossini, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven.

Il Concerto per Genova è realizzato in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, e sarà replicato venerdì 7 luglio alle ore 21.30 al Molo di Capoluogo di Monterosso al Mare.

Il concerto si apre con la Sinfonia dal Barbiere di Siviglia, opera caposaldo della tradizione lirica buffa italiana, che in breve tempo, dopo la prima al Teatro Argentina di Roma il 20 febbraio 1816, divenne protagonista del repertorio operistico dei maggiori teatri. Come la  maggioranza delle sinfonie d’apertura di Rossini, la Sinfonia d’apertura del Barbiere è presto diventata popolarissima anche in veste di brano da concerto.

La struttura della Sinfonia è simile alle altre rossiniane, con una lenta introduzione a cui seguono i due temi dell’Allegro, senza un vero e proprio sviluppo ma incentrata sulla vivace affermazione melodica che porta direttamente alla coda finale.

Al talento di Rossini nel creare ouverture che catturano immediatamente l’ascoltatore  si deve il grande successo di questa Sinfonia.

Il Concerto per pianoforte e orchestra K. 595 è l’ultimo brano di questo genere di Mozart.

La composizione, probabilmente iniziata attorno al 1788, terminò nel 1791, anno della morte del compositore. Il Concerto ha un organico e una durata ridotti, oscillando quasi tra il sinfonico e il cameristico,  aspetto che gioca un ruolo significativo nel carattere intimistico della composizione. La scrittura contrappuntistica conferisce al dialogo tra pianoforte e orchestra un sensibile equilibrio,  turbato però dai frequenti passaggi dalla tonalità maggiore alla minore.

Se il pianoforte sostiene un ruolo di eloquente chiarezza, è principalmente l’orchestra a insinuare un’atmosfera più turbata e riflessiva. Il Concerto si compone di tre movimenti: l’Allegro in forma-sonata, il Larghetto che riprende la forma del Lied e l’Allegro finale in forma di rondò.

La Settima Sinfonia di Beethoven risale al 1811-12, e venne eseguita per la prima volta nel dicembre del 1813: un brano rivoluzionario fin dalla prima esecuzione.

L’aspetto ritmico è il principale snodo attraverso il quale avviene lo stravolgimento degli schemi canonici. È il ritmo concitato del Vivace del primo movimento a orientare l’ascolto più della forma sonata; è il ritmo pulsante e implacabile a determinare il carattere tragico e solenne del secondo movimento, Allegretto, che sostituisce il più tradizionale Andante; è ancora il ritmo a trascinare l’ascoltatore attraverso il Presto e fino all’Allegro con brio, più danzanti che mai.

Ed è proprio questo ritmo a creare l’associazione wagneriana tra la Settima e la danza, ormai radicata nell’immaginario collettivo. Scriveva Wagner: «Coscienti di noi stessi, ovunque ci inoltriamo al ritmo audace di questa danza delle sfere a misura d’uomo.

Questa Sinfonia è l’apoteosi stessa della danza, è la danza nella sua essenza più sublime, l’azione del corpo tradotta in suoni per così dire ideali». ELI/P.