L’ultimo da-da-un-pa. C’è un tempo per vivere e un tempo per morire.
Qualche volta c’è anche chi riesce a morire con amore e insieme a chi si ama. Ieri alla bella età di 89 anni hanno deciso di andarsene insieme le sorelle gemelle Kessler.
Chi ha la mia età e forse anche qualche anno in più non può dimenticare le lunghe gambe di quelle due bellissime ballerine tedesche, che hanno fatto sognare milioni di italiani.
Vivevano da tempo in Germania, vicino a Monaco, a quanto si sa non erano malate ma dopo aver vissuto una vita insieme volevano anche morire insieme.
E allora si sono suicidate insieme, facendosi aiutare. Non sappiamo da chi. In Germania la cosa non è importante. Qualcuno avrà messo a disposizione il farmaco letale, la Polizia è stata avvisata della scelta delle sorelle. E tutto è finito in pace, senza troppo rumore. Il rumore lo stiamo facendo noi, ma loro se ne sono andate in pace.
Il cattolico dirà scandalizzato: la vita è sacra, è un dono di Dio. Il laico invece dirà: importante è che tutto sia medicalmente gestito.
Entrambi, a mio avviso, sbagliano. Siamo noi i responsabili della nostra vita e della nostra morte. Dio ci ha lasciato questa libertà. C’è spazio tanto per chi lascia che la natura faccia il suo corso e chi invece decide con lucidità di anticiparne l’esito. Non è la vita sacra, ma la nostra dignità.
Le gemelle Kessler se ne sono andate, perché sazie della vita e voglio immaginare dopo un ultimo da-da-un-pa.
Rispetto questa scelta, come quella di colui che invece si affida al corso della natura.
Ci sono però due cose che a mio avviso non vanno.
La feticizzazione del la vita e/o la medicalizzazione della morte, il cosiddetto suicidio medicalmente assistito.
Una costruzione burocratica del fine vita come quella che si sta delineando in Italia è la cosa più indecente che ci si possa augurare quando si vuole andarsene. Prendiamo una volta tanto esempio dai tedeschi.
Ho cercato di affrontare questo tema nel mio libro “Licenza di morire”, ma è stato un tentativo vano. In Italia o sei per la sacralità della vita come cattolico o sei per la qualità della vita decisa dal medico come laico. Tertium non datur.
Ecco, io sono proprio questo Tertium e ho anche cercato pubblicamente di farlo capire, anche durante la recente intervista all’emittente televisiva ligure Telenord. Prof. Paolo Becchi




















































