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Vento e Grandine, danni nel Savonese e non solo

Vento e Grandine, danni nel Savonese e non solo

Danni a macchia di leopardo nella campagna ligure a seguito dell’ondata di maltempo che venerdì ha colpito il territorio,  durante l’allerta gialla 

 

Vento forte, grandine e piogge brevi ma intense, hanno sferzato soprattutto l’entroterra savonese da Balestrino, ad Erli, fino a Castelvecchio, causando danni alle colture in campo, alle strutture agricole e facendo cadere le olive dagli alberi, anche se non mancano segnalazioni dalla zona di Ceriale e dalla piana di Albenga con serre danneggiate e piante in vaso sott’acqua, né dalla Val di Magra, dove la grandine ha colpito alcuni vigneti causando danni meno gravi.

È quanto afferma Coldiretti Liguria, a seguito del primo monitoraggio dei danni provocati dall’eccezionalità degli eventi atmosferici che hanno colpito la regione nella giornata di ieri.

Dall’inizio dell’anno ad oggi lungo tutta la Penisola si sono verificati 71 nubifragi con precipitazioni violente e bombe d’acqua, con un aumento del 31% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a conferma dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi.

“L’eccezionalità di questi eventi calamitosi,  – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  arreca danni sempre ingenti alle imprese agricole locali: la grandine è uno dei principali nemici di chi coltiva la terra  e, nella nostra Regione, unita ai nubifragi, mette in in ginocchio intere coltivazioni, distruggendo in un attimo il lavoro di mesi. Purtroppo ad avere il conto più salato, a questo giro, è stato l’entroterra savonese e colture quali l’olivo che hanno subito le perdite più pesanti con la caduta a terra dei frutti. Anche nella nostra regione, siamo di fronte  alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici  dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi i per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.