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Regione Liguria: multe fino a 2mila euro per chi dà cibo ai cinghiali

Donna viene morsa da un cinghiale in spiaggia a Genova
Cinghiali in spiaggia a Genova Sturla (foto d'archivio)

Nuova misura per contrastare la proliferazione dei cinghiali nei centri abitati. La Regione Liguria introduce una multa salata, da 500 a 2.000 euro, per i cittadini che verranno “beccati” a dargli da mangiare.

Il provvedimento è inserito in un emendamento di giunta al collegato alla Legge di stabilità, presentato in commissione .

Lo ha riferito l’agenzia Dire.

Nel dettaglio, la misura prevede l’introduzione di un nuovo divieto di “foraggiamento in ambito urbano” e conseguente sanzione amministrativo-pecuniaria, andando a modificare la Legge regionale per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio.

Il divieto, in realtà, non riguarderà solamente i cinghiali, ma tutti gli “esemplari di fauna selvatica appartenenti alle specie” considerate pericolose per la pubblica incolumità e la salute dell’uomo, inserite nell’apposito elenco ministeriale del 1996.

Oltre ai cinghiali ci sono, ad esempio, anche lupi, volpi, cervi, daini e istrici, ma è evidente l’intendimento della giunta di colpire soprattutto chi dà da mangiare ai cinghiali, favorendone la proliferazione per le vie cittadine, specie a ridosso delle alture, ma non solo.

“La norma si pone l’obiettivo di dissuadere comportamenti dannosi che favoriscono fenomeni di avvicinamento della fauna selvatica pericolosa ai centri abitati e la conseguente abitudine di tali animali alla vicinanza con l’uomo, con notevole aumento dei rischi per la pubblica incolumità (incidenti stradali, aggressioni) e per la salute umana e degli animali domestici e d’affezione (diffusione di zoonosi)” hanno spiegato i responsabili di Regione Liguria nella nota illustrativa.

La sanzione, come detto, avrà un importo minimo di 500 euro, ma potrà arrivare fino a 2.000 euro. L’intenzione di Regione Liguria, però, sembra quella di introdurre un deterrente efficace, che non comporti la necessità reale di elevare sanzioni, dato che a bilancio sono previsti per il prossimo triennio solo 5.000 euro di entrate dai proventi di queste multe, ovvero non più di dieci sanzioni minime all’anno.