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Procura di Genova: lavoratori no-vax da demansionare, no contatti con il pubblico

Policlinico S. Martino di Genova, padiglione Maragliano (foto di repertorio fb)

“Il datore di lavoro che non sposta il dipendente no-vax ad altra mansione, non a contatto con il pubblico, potrebbe essere sanzionato per omissioni sulle norme della sicurezza del lavoro”.

E’ l’interpretazione su cui lavora la procura di Genova dopo il focolaio al padiglione Maragliano dell’ospedale San Martino di Genova e a seguito della sentenza dei giudici del Tribunale del lavoro di Belluno che hanno approvato le ferie forzate per 10 operatori di Rsa che avevano rifiutato il vaccino.

Una sorta di possibile demansionamento, che giuridicamente consiste nel privare il lavoratore delle mansioni pattuite, adibendolo a mansioni inferiori ovvero sottraendo (totalmente o parzialmente) compiti qualitativamente (e talora anche quantitativamente) rilevanti.

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“Ovviamente – ha spiegato il procuratore capo Francesco Cozzi – si dovrà valutare caso per caso e capire perché si rifiuta il vaccino. Tuttavia, occorrerebbe una normativa specifica per risolvere il problema”.

Al momento non c’è un obbligo vaccinale e il diritto dei lavoratori a rifiutare la somministrazione è garantito dall’articolo 32 della Costituzione.

Ma dall’altro c’è il dovere dei datori di lavoro, sancito dall’articolo 2087 del codice civile, di tutelare l’integrità dei lavoratori e dei terzi che con essi vengono in contatto.

Intanto, ci vorrebbe una normativa che stabilisce che il vaccino è un dispositivo di sicurezza, come effettivamente lo è.

In ogni caso, soprattutto nelle professioni sanitare, l’ostacolo potrebbe essere superato interpretando il contratto di lavoro.

Con la sua stipula ti obblighi a curare pazienti anche fragili e quando ti obblighi in tal senso devi adottare le tutte le misure affinché i pazienti non siano esposti a un possibile danno”.

L’interpretazione della procura genovese sarebbe applicabile non solo in ambito sanitario, ma anche ad altri settori lavorativi.

E una norma generale “serve anche per i cosiddetti riservisti per stabilire criteri chiari su chi si possa vaccinare per non sprecare le dosi” ha aggiunto il capo dei pm genovesi commentando la notizia della vaccinazione di Pier Paolo Gianpellegrini, segretario generale di Regione Liguria, che l’undici marzo si è presentato all’Hub di Confcommercio a Genova ottenendo una dose del vaccino Pfizer-BioNTech che era avanzata.

“Occorre capire – ha sottolineato Cozzi – se questi ‘riservisti’ vengono chiamati da qualcuno”.