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Alassio, dall’Associazione Donare un Sorriso un bancale di generi alimentari

Alassio, dall'Associazione Donare un Sorriso un bancale di generi alimentari

Alassio. L’Associazione Donare un Sorriso, grazie ai contributi e alle donazioni ricevute dai suoi amici e sostenitori, ha deciso di intervenire in maniera concreta e sostenere le famiglie con figli che si sono trovate in difficoltà improvvisa a causa dell’emergenza coronavirus per la perdita, anche solo temporanea, del lavoro.

«Questa emergenza – spiegano i volontari dell’associazione  – ha messo in ginocchio all’improvviso anche famiglie che non si erano mai trovate prima in situazioni di disagio economico. Quindi abbiamo pensato di dare loro una mano, provvedendo all’acquisto di generi alimentari di prima necessità che abbiamo inviato alla Protezione Civile di Alassio per la distribuzione».

«Non possiamo che ringraziare l’Associazione Donare un Sorriso – il commento di Franca Giannotta, assessore alla Protezione Civile del Comune di Alassio – per l’invio addirittura di un bancale di generi alimentari di prima necessità. Il bancale è stato consegnato alla Protezione Civile che si occuperà della distribuzione presso la propria sede a tutte le famiglie che ne faranno richiesta».

«L’emergenza Coronavirus – spiegano dall’Amministrazione – ha attivato i meccanismi della solidarietà e del mutuo soccorso. In questo contesto la nostra Protezione Civile, ancora una volta, sta dimostrando di essere fortemente connessa con il tessuto sociale della nostra città ed è strumento prezioso per un sostegno fattivo alla cittadinanza».

Samp, Viviano: Tornare alla Samp? Tutto è possibile

Viviano

Voci di mercato parlano di un Viviano possibile rientro in maglia blucerchiata dopo un periodo difficile.

Ecco le sue parole rilasciate ai media.

“A parte un anno alla Sampdoria dove abbiamo rischiato la retrocessione, tutte le altre sono state soddisfacenti. In blucerchiato abbiamo fatto pure i preliminari di Europa League, ma forse sarebbe stato meglio non farli visto cosa abbiamo combinato. A Bologna due salvezze tranquille, alla Fiorentina ho fatto bene. Con lo Sporting non è stata un’esperienza, mi sono trovato bene con la gente. Paradossale non aver mai giocato e sentirsi chiedere scusa per la situazione dai tifosi. Fosse stato per me neanche sarei andato via dalla Sampdorai. Tornare? Vediamo. Mi scrivono anche un sacco di tifosi del Cagliari, lo so che mi vogliono bene. Se vado in Sardegna, sicuramente sono un idolo perché li faccio sempre vincere”. C’è anche un’altra possibilità, quella di Viviano ‘vice’: “Non escludo di poter ricoprire anche questo ruolo. È logico che per il mio carattere potrebbe essere difficile pensare ad avere uno come Viviano che ti fa il secondo”.

Genoa, Masiello: Dispiaciuti per questo difficile momento

Genoa (foto d'archivio)

Masiello tornato per dare una mano alla difesa del Genoa fa il punto della situazione.

“Come passo queste settimane? È stata una botta pesante per tutti, sono molto vicino alle famiglie colpite dal lutto. Mi dispiace aver visto soffrire le persone. Quando sei in casa con le figlie il tempo passa velocemente, poi c’è l’aspetto fisico dove lavoro per tenermi in forma in vista della ripresa che speriamo avvenga presto”. “Il problema, forse, è stato affrontato con confusione dalle istituzioni. Non si sa quanto possa durare ancora perché ci sono contagi”.

Nigeriano deve essere in carcere, ma è libero e aspetta bus: arrestato

polizia generica arresto
Polizia (immagine di repertorio)

Ieri in tarda mattinata gli agenti del Commissariato Cornigliano hanno arrestato, intorno a mezzogiorno, in via Walter Fillak, un 19 enne nigeriano, clandestino e pregiudicato, colpito da un ordine di custodia cautelare in carcere.

Il 19 enne è stato fermato in via Walter Fillak mentre aspettava l’autobus insieme ad un amico.

Da controllo con la sala operativa è emerso un provvedimento  di cattura emesso il novembre scorso.

Il nigeriano, inoltre, occultava nelle tasche 65 euro e alcuni involucri di marijuana, per un totale di 23 grammi circa e per questo è stato anche denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti al fine di farne commercio.

Per lui si sono aperte le porte del carcere.

Covid-19, Uil Liguria: lavoratrici le più penalizzate dall’emergenza, politiche inefficaci

Refezione scolastica (foto di repertorio)

“Il coronavirus ha soprattutto dimostrato di essere un nemico delle donne lavoratrici”.

Lo hanno dichiarato oggi le responsabili del coordinamento Pari opportunità della Uil Liguria in una lettera aperta alle “donne delle istituzioni” alla vigilia del primo maggio per indicare la priorità di una nuova stagione del lavoro.

“E’ il caso – hanno spiegato delle addette mensa, lavoratrici impegnate negli appalti della ristorazione scolastica che non percepiscono stipendio dal 23 febbraio scorso.

O ancora il caso delle lavoratrici delle Rsa, spesso straniere, che si sono viste negare dispositivi di protezione individuale per settimane, mentre intorno a loro il coronavirus agiva quasi indisturbato mietendo migliaia di vittime.

Sono donne le addette alla vendita dei supermercati, che hanno affrontato l’emergenza recandosi quotidianamente sul posto di lavoro, lasciando i propri figli a casa, molto spesso con i nonni nonostante le raccomandazioni della protezione civile.

Sono ancora donne le infermiere e le Oss degli ospedali impegnate nelle terapie intensive al collasso, e sono sempre donne le badanti a cui abbiamo affidato i nostri anziani, che si sono viste negare le tutele previste per tutti gli altri lavoratori.

Per non parlare delle lavoratrici a casa, in smartworking, impegnate in una trattativa continua con i propri figli e con la didattica a distanza, per aggiudicarsi gli strumenti informatici a disposizione e i giga rimasti.

Infine le baby sitter, che entrano nelle nostre case, prendono per mano i nostri figli, giocano con loro, eppure quando sentiamo parlare di bonus e voucher per il pagamento delle loro prestazioni, ci facciamo cogliere impreparate, disinformate, a tratti scettiche sulla bontà della misura, perché in Italia le lavoratrici del settore domestico sono quasi due milioni, mentre i rapporti di lavoro denunciati sono poco meno di ottocentomila.

Una lunga lista di difficoltà che il mondo del lavoro deve affrontare ai tempi del Covid-19 e a cui ognuno di noi può aggiungere senza fare troppa fatica un ennesimo esempio. La verità di tutta questa brutta storia è che un virus da solo non può essere il responsabile di tutto questo.

Politiche del lavoro inefficaci, lavoro sommerso, retaggi culturali, modelli di società obsoleti e infine, ma solo infine 50 giorni di quarantena, qui ci hanno portati e proprio da qui è necessario ripartire”.

 

Calcio, Comitato Medico FIFA: Niente campionati fino a settembre

Calcio: che Ceparana a Sestri

Il calcio non dovrebbe riprendere prima di quattro mesi. A sostenerlo è Michel D’Hooghe, presidente del Comitato Medico FIFA.

Intervistato dal Daily Telegraph, il medico ha dichiarato che nessuna partita dovrebbe essere disputata prima della fine di agosto.

“Non dovremmo tornare a giocare prima della fine di agosto o di inizio settembre, nessuna partita. Il calcio improvvisamente non è la cosa più importante che c’è nella vita. Sarei contento di poter riprendere le prossime stagioni senza ulteriori problemi, sarei felice di veder ripartire i campionati a fine agosto o i primi di settembre. Bisogna evitare il ritorno del virus, che non è impossibile. Dobbiamo essere prudenti e se c’è una circostanza in cui la salute deve prevalere sull’aspetto economico, e questo è il caso: è una questione di vita o di morte, non di soldi”.

Come poi dichiarato al The Times, D’Hooghe ritiene che ci siano anche altre questioni difficilmente risolvibili: “Anche sputare in campo potrebbe essere pericoloso e bisognerebbe proibirlo, come soffiarsi il naso. Magari con un’ammonizione? Forse, anche se non sono sicuro che i calciatori smetterebbero subito di farlo”.

Telegram blocca 20 canali che diffondevano giornali e libri digitali

L'app Telegram

Telegram ha bloccato 20 canali attraverso i quali venivano diffuse illecitamente decine di migliaia di copie pirata di giornali, riviste e libri.

Ad annunciarlo il gestore dell’applicazione di messaggeria istantanea con una mail firmata ‘Telegrama DMCA’ che è stata inviata alla Procura di Bari, dopo che ieri la Guardia di Finanza con i Nuclei speciali (Nucleo Polizia economica finanziaria di Bari, Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e Nucleo Speciale Beni e Servizi) aveva eseguito il sequestro preventivo d’urgenza di quei canali, ipotizzando i reati, a carico di persone da identificare, di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore.

Secondo il procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi, che coordina l’inchiesta dopo la denuncia di Fieg e Agcom, questo tipo di pirateria digitale avrebbe causato al settore dell’editoria un danno da 250 milioni di euro all’anno.

I canali Telegram attraverso i quali sarebbero state illecitamente diffuse migliaia di copie di giornali, riviste e libri sono “eDiCoLA_luXuRiOsA”, “RIVISTE ITALIANE”, “Riviste Oggi”, “solo riviste mensili”, “LIBRI UNIVERSITARI PDF”, “LIBRI PDF Gratis”, “EDICOLA-FREE”, “GIORNALI E RIVISTE”, “Libri universitari”, “EbookDoe”, “QUOTIDIANI-LIBRI-RIVISTE ITALIA”, “GIORNALI RIVISTE – GRATIS ITALIANE”, “Il Giornalaio Moderno”, “LIBRI ITALIA”, “Edicola Settimanali”, “GIORNALI ITALIANI”, “Quotidiani I @ OTInews”, “Quotidiani e mensili”, “Libri in italiano gratis”.

Anche l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia aveva chiesto il sequestro dei canali con il presidente Alessandro Galimberti che aveva evidenziato come la “crisi del settore editoriale è arrivata a un punto tale da non poter più sopportare il saccheggio giornaliero, massivo e indiscriminato che i monopolisti del Web attuano scientificamente. Anche per questo è quantomai indifferibile il recepimento da parte del Parlamento italiano della legge europea sul copyright”.

Dopo il 4 maggio il mercato tornerà ad Albenga

Dopo il 4 maggio il mercato tornerà ad Albenga

Albenga. Tornano sia il mercato settimanale (naturalmente solo per la parte alimentare come da disposizioni del DPCM del 26 aprile 2020) che riprenderà mercoledì 6 maggio, che il mercato dei produttori (4 maggio).

Invece che trovarsi nel centro di Piazza del Popolo sarà temporaneamente spostato nel controviale di Piazza del Popolo (lato ex ospedale).

La decisione è stata presa dopo un attento confronto tra Amministrazione, rappresentanti dei venditori ambulanti e l’Ufficio Commercio del Comune di Albenga.

Al fine di attenersi alle norme relative al distanziamento sociale i commercianti si sono presi l’impegno di monitorare e contingentare gli accessi alle aree mercatali garantendo il mantenimento delle distanze minime di sicurezza.

Afferma l’assessore al commercio Mauro Vannucci: “In accordo con le associazioni di categoria abbiamo studiato un posizionamento dei banchi alimentari idoneo a garantire il distanziamento sociale.  Il mercato settimanale sarà riaperto, come da disposizioni, per la parte alimentare che è posizionata in via XXV Aprile, mentre il mercatino dei produttori si terrà nel controviale di Piazza del Popolo lato ex ospedale.  Attraverso i nostri uffici tecnici e la preziosa collaborazione della polizia locale di Albenga abbiamo studiato la soluzione migliore per poter far tornare il mercato nella nostra città e, al contempo garantire le norme di sicurezza”.

“Seppure con estrema prudenza, questo è un piccolo passo in avanti per riattivare le attività commerciali. La nostra Amministrazione si è sempre posta come obiettivo di stare a fianco di tutte le attività produttive cercando di risolvere insieme e in collaborazione con le associazioni di categoria ogni problema sia dal punto di vista sanitario che economico” spiega l’Assessore Vannucci. Ricordiamo a tal proposito che il Comune di Albenga, dopo l’annullamento della rata Cosap per il trimestre marzo-aprile-maggio, sta valutando la possibilità di permettere alle attività che occupano suolo pubblico di ampliare lo spazio occupato senza alcun aumento sulla tassazione e alle attività che non occupano in questo momento suolo pubblico di poterlo fare, tutto questo anche in aree non direttamente prospicienti la propria attività.

Conclude l’assessore Vannucci: “Ricordiamo che sono sempre in vigore le norme relative al distanziamento sociale e che, come avviene all’interno delle attività commerciali, per ragioni di opportunità e sicurezza, anche al mercato è opportuno l’uso della mascherina”.

Ucciso a soli 18 anni dai comunisti, Sartori e Fidanza ricordano Sergio Ramelli

Via Sergio Ramelli a Verona (foto di repertorio fb)

Sergio Ramelli ci diede il coraggio d’iniziare e continuare la nostra militanza politica”.

Lo hanno dichiarato oggi il consigliere regionale ligure Augusto Sartori e l’europarlamentare Carlo Fidanza (FdI) nell’anniversario della morte del ragazzo milanese aggredito vigliaccamente, pestato a sangue e quindi ucciso da un gruppo di extraparlamentari comunisti di di Avanguardia Operaia armati di grosse chiavi inglesi.

Plinio: Anpi sì, noi no. Sanzionati 3 giovani che depongono fiori in ricordo di Sergio Ramelli

“Era il 29 aprile di 45 anni fa – hanno ricordato Sartori e Fidanza – quando, dopo 47 giorni di agonia, moriva a Milano a soli 18 anni Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù.

Era stato aggredito il 13 marzo mentre era da solo e stava legando il motorino davanti casa sua, sotto gli occhi della mamma incredula che lo attendeva dal balcone.

Pochi mesi prima aveva ‘osato’ scrivere un tema a scuola contro le Brigate Rosse e da quel giorno era iniziato il suo calvario.

Venne messo all’indice e umiliato e infine costretto a cambiare scuola. Venne aggredito da un commando del servizio d’ordine di Avanguardia Operaia, gruppo molto attivo nell’estrema sinistra milanese. Tutti studenti di Medicina, praticamente nessuno conosceva Sergio.

L’annuncio della sua morte venne accolto da un lugubre applauso nell’aula del consiglio comunale di Milano.

Dopo la sua morte gli venne perfino negato il funerale per timore di scontri provocati dall’estrema sinistra.

Esattamente un anno dopo, non a caso nel giorno della messa in suffragio di Sergio, un commando di Prima Linea assassinó un altro esponente del MSI, l’avvocato Enrico Pedenovi. Soltanto diversi anni dopo fu possibile processare i suoi assassini che, condannati per omicidio volontario ma con una serie di attenuanti, se la cavarono con condanne lievi e oggi sono quasi tutti medici affermati.

Oggi l’assurdo sacrificio di Sergio Ramelli viene ricordato da cippi, targhe e strade a lui intitolate a Milano e in molti altri comuni d’Italia ma il suo ricordo continua inspiegabilmente a dividere.

Basti pensare che il sindaco di Milano gli rende omaggio senza fascia tricolore, quasi come se quella memoria fosse ancora di serie B.

A noi che oggi rappresentiamo la destra politica italiana spetta non soltanto custodire il ricordo di Sergio Ramelli e di tutti gli altri militanti caduti negli anni in cui ‘uccidere un fascista non era reato’, ma rinnovarne ogni giorno gli ideali di identità nazionale e giustizia sociale per i quali sono caduti”.

 

 

Fase 2, Ciangherotti: convenzioni tra aziende e laboratori per test e sgravi fiscali

Scuola, il costo per docenti ed ATA che non si vaccinano
Tampone (foto di repertorio fb)

“In previsione del graduale ritorno alla normalità sarà fondamentale estendere i test sierologici a tutta la popolazione per tracciare soprattutto gli asintomatici positivi. In attesa dei test delle Asl auspico che in questi giorni possano essere stipulate convenzioni tra aziende e laboratori privati, con un sostegno in termini di sgravi fiscali da parte del Governo”.

E’ la proposta del consigliere provinciale di Savona, e capogruppo di Forza Italia, Eraldo Ciangherotti, in previsione della cosiddetta ‘fase 2’.

“Da medico – ha aggiunto – ancor prima che da politico, la mia preoccupazione principale è un incremento del contagio che oggi, con sforzi enormi, stiamo riuscendo sempre più a ridurre. Il modo più sicuro per far tornare i nostri concittadini al lavoro è quello di effettuare tamponi e test a tappeto, per individuare e isolare le persone positive, soprattutto gli asintomatici (difficilmente individuabili) e far riprendere l’attività ai negativi.

A livello nazionale, e locale, il tampone è previsto solo per i casi sospetti di persone che abbiano già manifestato i sintomi dell’infezione da Covid-19. Per estendere gli esami al maggior numero possibile di cittadini diventa quindi essenziale coinvolgere direttamente le aziende e i laboratori privati in grado di effettuare i test sierologici.

In questi giorni auspico che le aziende e i laboratori possano trovare delle convenzioni per fare test a tappeto a tutti i lavoratori che si accingono a tornare negli uffici e nelle loro sedi di lavoro. Per stimolare questa scelta, che è sì responsabile ma anche costosa, serve l’intervento del Governo per prevedere a favore delle aziende il credito d’imposta pari al 50 per cento della spesa sostenuta per i test, così come è già stato deliberato per le mascherine e gli altri Dpi”.