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La storia di Blue che ritrova i suoi padroni dopo 5 giorni ai Piani di Praglia

Blue

Se la storia di oggi fosse ambientata nello Yorkshire degli anni ’50 potrebbe accostarsi alla favola di Lassie in chiave attuale sottolineando il binomio di amore indissolubile tra il cane ed i suoi padroni, ma i contorni a tratti drammatici di questa vicenda hanno una narrazione diversa.

Partiamo dai protagonisti che sono i coniugi Roberto ed Enrica, proprietari di Blue, un Whippet grigio scuro di 5 anni che, lo scorso 21 ottobre, decidono di trascorrere qualche ora piacevole sui prati dei Piani di Praglia, davanti al ristorante da Risso che diventerà poi la base operativa delle future ricerche.​

Blue correva spensierato sui prati circostanti al locale quando all’improvviso la comparsa di una famiglia di caprioli risveglia il suo istinto da cane da caccia a vista, tipico dei levrieri, portandolo al loro inseguimento​ nel bosco.

Quell’ultima immagine di Blue, stampata negli occhi di Roberto ed Enrica, ha decretato l’inizio di un incubo indicibile per i due coniugi che, sgomenti per l’accaduto, iniziano a cercarlo chiamandolo ininterrottamente e, su consiglio di alcuni cacciatori, lasciando tracce nel bosco, per fargli trovare più facilmente la via del ritorno in un area così folta e vasta come i Piani di Praglia.

Il tempo passa inesorabile, la pioggia inizia a cadere ed a far comprendere che l’acqua tende a far sparire tracce ed odori.

Roberto ed Enrica sono terrorizzati perché i Piani di Praglia sono un piccolo altopiano della Liguria al confine con il Piemonte ad un’altitudine importante, dove freddo, lupi, burroni sono le insidie mortali per un cane abituato ad una vita domestica ma sanno pure che​ un loro abbandono avrebbe decretato la fine delle speranze di ritrovare​ sano e salvo il loro Blue.

Così pernottano in auto, qualche caffè e panino nel locale e  continuano la ricerca incessantemente oltre a pubblicare sui social un disperato Sos che porta, oltre ad una prima solidarietà verbale, anche un vero aiuto insperato.

Il fratello di Roberto raggiunge i Piani di Praglia da Milano e si unisce in questa ricerca estenuante fatta di giorni e notti insonni.

Il morale è a terra, le speranze di ritrovarlo​ vacillano quando il terzo giorno arrivano sul posto in modalità spontanea e generosa una ragazza con un cane molecolare, che percepisce vanamente varie tracce rese labili dalla pioggia, e Debora dell’associazione Acchiappalevrieri, una figura encomiabile proveniente da Varese che li aiuta sul posto e diffonde volantini ovunque.

L’arrivo di altri volontari accende un pochino le speranze ma non lenisce la disperazione e le lacrime per un tempo così lungo di lontananza da Blue che resta come inghiottito dalla boscaglia.

Il miracolo si materializza al quinto giorno quando i due coniugi ricevono una telefonata da una coppia di escursionisti che trovano il cane sdraiato sul ciglio del lago di Manzo sopra Ceranesi.

Blue è denutrito, terrorizzato, pieno di zecche, ma vivo. Roberto ed Enrica lo riabbracciano consapevoli che questa vicenda non potranno mai dimenticarla perché l’amore per il proprio cane è davvero indissolubile. G.O.