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La metà del mondo vista da una bicicletta

La metà del mondo vista da una bicicletta

Impresa di tre amici a scopo benefico

Provate a immaginare uno snodo fondamentale della vostra vita, un momento in cui un cambiamento vi impone di modificare la rotta. E’ in quel preciso istante che vi mettete alla ricerca di voi stessi, scoprendo quasi in modo inaspettato una passione nuova.

E’ questo ciò che è capitato ad Angelo Bloisi, genovse di nascita ma piemontese d’adozione che, per le varie vicende che attraversano la sua esistenza, si ritrova in sella ad una bicicletta con la voglia di viaggiare.

Parte infatti in soitaria alla volta del Portogallo, della Spagna, dove percorre il Camino di Santiago per poi rientrare in Italia, dopo ben settemila chilometri.

“E’ qui che ho scoperto il mio nuovo equilibrio, una diversa serenità dettata dal differente modo di vedere le cose, in sella ad una bicicletta”, ci spiega Bloisi, “Ritrovandomi a contatto con la natura, tra la fatica del pedalare e la grande soddisfazione di raggiungere un obiettivo”.

Sarà proprio da questo viaggio che il neociclista ligure entra in contatto con Renato Scarrone alessandrino, anche lui amante delle imprese particolari e, grazie ad un incontro al museo Coppi di Novi Ligure, i due progettano un raid intercontinentale a cavallo di due mezzi a propulsione umana senza alcun aiuto e senza organizzazione esterna, un viaggio quindi “self-supported” in perfetto termine inglese.

E’ da qui che nasce l’idea della “metà del mondo visto da una bici”, ovvero il percorso a ritroso della nota corsa automobilistica Pechino Parigi nata nel 1907 e trasformata dai due appassionati in un percorso turistico con una finalità benefica. L’idea di base è percorrere le migliaia e migliaia di chilometri in tre tappe in tre anni differenti, coprendo la distanza che separa le due città, dalla Francia alla Cina.

Al duo appena formato si aggiunge un’altra persona proveniente dal Veneto: Manuel Aiolo, anch’egli appassionato sportivo ed avvezzo a lunghi viaggi a piedi. L’idea di un’impresa del genere si sposa molto bene con uno scopo benefico: grazie a Montura, produttore di materiale tecnico per escursionismo in collaborazione con Need You Onlus di Acqui Terme, si è sviluppato il progetto denominato –Una ger per tutti- coordinato da David Bellatalla che si propone di fornire sostentamento a nuclei familiari problematici nella regione del Chingeltei in Mongolia.

Il viaggio in bicicletta vedrà la realizzazione di un book fotografico che racconterà l’impresa: dalla vendita dello stesso i proventi saranno destinati al progetto, così come eventuali donazioni. Ed animato da questa nobile finalità, il viaggio dei tre ciclisti può davvero iniziare: è il 2017 quando i tre lasciano la capitale transalpina per dirigersi verso Budapest, che raggiungono dopo diciannove giorni, lasciando alle spalle duemilatrecento chilometri d’asfalto, dormendo in tenda o in rifugi improvvisati, godendo del supporto e dell’ospitalità delle persone incontrate sul percorso. Il primo punto di arrivo è stato finalmente raggiunto. L’anno successivo, nel 2018, il tratto di strada unisce Budapest con San Pietroburgo, tremila chilometri di panorami sempre differenti, di lingue molto diverse tra loro e di popoli con tradizioni tra le più disparate.

Lungo la strada, Angelo Bloisi effettua una importante deviazione verso le zone tristemente note per la Shoah. Non solo Auschwitz ma anche i campi di sterminio situati nelle zone limitrofe lasciano in lui un segno importante: “Per tre giorni non ho parlato con nessuno”, spiega Bloisi, “l’emozione di vivere in solitaria questi luoghi di dolore era davvero immensa. Un ricordo realmente indelebile”. La strada lo porterà poi fino ad Ekaterinburg in Russia, dove al suo arrivo è atteso dall’ambasciata italiana e da vari enti gemellati con l’Italia che gli tributano un grande onore: la seconda parte del viaggio è così terminata.

Oggi, ad un anno di distanza, i tre ciclisti a lungo raggio sono pronti per salire ancora in sella: il 31 maggio voleranno verso la Russia dove li attendono le biciclette pronte a condurli verso la meta. Un viaggio importante, una finalità benefica e un senso di ricerca della poisitività, fuori e dentro di noi, che molto spesso appare così lontana nella vita caotica della società contemporanea. Dai tre ciclisti un gran bel messaggio per tutti.

Per informazioni: http://www.parigipechino.com

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Roberto Polleri