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Il Nano Morgante | Il giro di boa

Il Nano Morgante | Il giro di boa
Il Nano Morgante | Il giro di boa

E’ lecita una certa apprensione per l’isolamento in cui è stato confinato e svalorizzato il dato dell’esperienza di chi anagraficamente ci ha preceduto, delle generazioni anziane.

E’ lecita anche l’apprensione per il prossimo giro di boa generazionale, il momento in cui apparirà all’orizzonte la moltitudine di figli-adulti  che non potranno più contare sul sostentamento, materiale e immateriale, offerto dai familiari.

Il pensiero non pare fuori senno, né immotivato nella sostanza.

Tutt’altro, visto l’incombere periodico di un avvicendamento anagrafico gravato oggidì da sfavorevoli condizioni economiche, sociali e psicologiche.

Un passaggio di consegne,  definiamolo pure così, costituito dal giungere di un’ eredità la cui quota di possesso rende quanto mai attuale e pertinente l’esortazione di J.W.Goethe:  “Occorre ri-guadagnarci l’eredità degli avi se vogliamo davvero possederla”.

Per converso, il rischio corrente è dover assistere ad uno deriva di affamati naufraghi, tale da ricordare il tragico dipinto de  “La zattera di Medusa” di T. Gericault.

Nella ricorsività di tale contemporaneo  passaggio, l’ incuranza, l’indifferenza degli eredi per tutto ciò che è lascito storico-culturale viene compensata dal taglio materialista  che incista il presente, in base ad uno slancio culturale  che quando sente l’esigenza sociale di accreditarsi lo fa solo in una dimensione  scenografica.

Il prevedibile smottamento di terreno sotto i piedi, la cui presa d’atto non potrà avvenire che a frana avvenuta,  identifica la preoccupazione degli adulti per i giovani, dei genitori per i figli e dei figli stessi, nel tentativo di lasciar loro le migliori condizioni possibili per affrontare un’esistenza ormai  deprivata di valori che non siano materiali &  materialisti.

Tale pre-occupazione viepiù insorge, va ribadito il concetto, con lo sdoganamento della regola dell’inessenzialità della cultura del passato e della costituzione del futuro su una “familiarità con le armi in pugno”, citando Stendhal.

In sostanza,  si prospetta la possibilità che al prossimo giro di boa generazionale gli affetti valoriali, costitutivi della Società collettiva, di-vengano demodé e vengano sostituiti da orpelli fungibili ed effimeri. Massimiliano Barbin Bertorelli