L’attacco notturno in acque internazionali
Nella notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla sarebbe stata oggetto di un attacco con droni, bombe sonore, spray urticanti e sostanze non identificate. Secondo le testimonianze degli attivisti, gli episodi sarebbero stati almeno una decina, forse quindici, e avrebbero avuto come obiettivo le imbarcazioni della missione diretta a Gaza per portare aiuti umanitari. Non si registrerebbero feriti, ma più barche sarebbero state danneggiate in modo significativo.
Le imbarcazioni danneggiate
Tra le unità coinvolte ci sarebbero la Zefiro, che avrebbe riportato la rottura dello strallo di prua, e la Morgana, la cui randa principale risulterebbe inutilizzabile. Colpita anche la Taigete, che dai video diffusi non sembrerebbe aver subito gravi conseguenze. Secondo gli attivisti, gli attacchi sarebbero durati un paio d’ore, con l’obiettivo di fiaccare psicologicamente gli equipaggi in mare aperto, al buio e in condizioni di vulnerabilità.
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Le testimonianze degli attivisti
Maria Elena Delia, portavoce per l’Italia della Flotilla e a bordo della Morgana, ha denunciato la gravità di quanto accaduto:
“Sono state colpite le imbarcazioni di Italia, Inghilterra e Polonia. È stato come un attacco ai tre Paesi. Ci auguriamo che la politica intervenga. Siamo stati attaccati da almeno quindici droni: prima hanno rilasciato sostanze urticanti, poi hanno prodotto bombe sonore e infine si sono schiantati contro le barche. Quattro o cinque imbarcazioni, tra cui la nostra, non potranno più navigare a vela”.
Delia ha sottolineato che si tratterebbe di “un atto criminale contro una flotta civile”, ribadendo che “non ci faremo intimidire, perché sappiamo di navigare in totale legalità, e andiamo avanti nel nostro viaggio verso Gaza per portare aiuti alla popolazione stremata”.
Le reazioni politiche e diplomatiche
La portavoce ha dichiarato di aver già informato le autorità competenti, compresa la Farnesina. Da New York, dove partecipa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha chiesto a Israele di tutelare l’incolumità di chi si trova a bordo e di condurre eventuali operazioni “nel rispetto del diritto internazionale e con la massima cautela”.
Una missione umanitaria nel mirino
La Flotilla, composta da 51 imbarcazioni, punta a raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari e “rompere il blocco israeliano”, dopo due precedenti tentativi interrotti nei mesi scorsi. Già il 9 settembre la missione sarebbe stata oggetto di attacchi al largo di Tunisi. “Si tratta di operazioni psicologiche, ma non ci lasceremo intimidire”, hanno dichiarato gli attivisti, ribadendo che “non abbiamo armi e non rappresentiamo una minaccia per nessuno, trasportiamo soltanto aiuti umanitari”.
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