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Arresti e inchiesta pannelli fonoassorbenti Autostrade, Castellucci non risponde al gip

Nuovo allarme bomba in tribunale a Genova: ma è un falso allarme
Il Tribunale di Genova (foto di repertorio)

Gli ex vertici di Autostrade per l’Italia hanno scelto strade differenti nel corso degli interrogatori di garanzia davanti al gip, dopo gli arresti (ai domiciliari) della scorsa settimana nell’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose.

Da un lato Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi e Atlantia, si è avvalso della facoltà di non rispondere, dall’altra Michele Donferri Mitelli, ex responsabile delle manutenzioni, ha invece scelto di parlare respingendo le accuse.

I due manager sono stati interrogati in video collegamento per rispettare le norme anti Covid.

Entrambi sono stati convocati con i legali nella caserma del comando provinciale della Guardia di finanza di Roma, mentre i pm e il gip genovesi erano collegati dai loro rispettivi uffici.

“L’ingegnere Giovanni Castellucci, anche su mio consiglio, ha preferito non rispondere oggi alle domande del giudice per le indagini preliminari, riservandosi di chiarire quanto a lui contestato dal pubblico ministero non appena avrà avuto modo di leggere le oltre sedicimila pagine depositate a sostegno della misura cautelare emessa nei suoi confronti”, ha dichiarato l’avvocato Carlo Longari all’agenzia Ansa dopo l’interrogatorio.

“Ritengo comunque censurabili – ha aggiunto il legale – le esigenze cautelari indicate nella misura stessa e per tale ragione ho proposto istanza al Riesame”.

Donferri ha invece parlato per circa tre ore, rispondendo alle domande del gip.

“Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Giorgio Perroni all’agenzia Ansa – ha risposto a tutte le domande sia per quanto riguarda le barriere, entrando nel merito, sia per il resto delle contestazioni e abbiamo respinto ogni accusa.

Abbiamo ristabilito l’onorabilità di un uomo che per un anno e mezzo è passato come quello che faceva abbassare i voti a Spea, ma non è così. Nei prossimi giorni faremo ricorso al riesame”.

E’ saltato per motivi di famiglia, invece, l’interrogatorio di Paolo Berti, ex responsabile delle operazioni di Aspi, mentre sono stati sentiti nel tardo pomeriggio i tre interdetti per un anno nell’ambito dell’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose (un ex dirigente e due tecnici di Autostrade, attualmente sospesi da Aspi).

Stefano Marigliani (già direttore del primo tronco di Autostrade poi trasferito a Milano), Paolo Strazzullo (all’epoca responsabile delle ristrutturazioni pianificate sul ponte Morandi poi distaccato a Roma), e Massimo Meliani sono stati sentiti in video conferenza per rispettare le norme anti Covid.

Secondo gli investigatori del primo gruppo delle Fiamme Gialle di Genova, gli ex responsabili di Aspi sapevano che le barriere avevano difetti di progettazione ed erano state costruite con materiale scadente, ma non le avevano sostituite, nonostante due crolli nel 2016 e 2017 in A12, per risparmiare e avere più utili da distribuire ai soci.

Il tutto mettendo a rischio la sicurezza degli automobilisti.

Inoltre, sempre secondo gli investigatori, le spese sostenute per rimediare agli errori erano state fatte passare per migliorie dell’opera per ottenere un tornaconto economico.

Per il giudice, che mercoledì scorso ha disposto gli arresti dei tre ex manager, le poche manutenzioni riguardavano i pannelli, ma anche i viadotti e le gallerie, oltre al Ponte Morandi. Un quadro “desolante”, come lo aveva definito, da cui emergeva una rete autostradale “insicura”.