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Al Centro Riabilitativo Nucci Novi Ceppellini presto un cortometraggio dal titolo Un bene comune

L’associazione “Fadivi e oltre” si è costituita 20 anni fa con il principale intento di tessere reti di socialità che attraverso connessioni e legami offrissero concrete possibilità di realizzazione ai progetti di vita delle persone con disabilità, garanzie per l’esigibilità dei loro diritti nonché sostegno a strategie e politiche inclusive.

Con questi presupposti presto negli spazi del Centro Riabilitativo “Nucci Novi Ceppellini”, partiranno le riprese del cortometraggio “Un bene comune”.

Grazie a “Cinema vivo”, iniziativa nazionale della casa di produzione veneta ZaLab e alla disponibilità del “videomaker del sociale” Sergio Gibellini, è stato possibile entrare nel novero dei 25 progetti di “Cinema civile e partecipato” ideato da ZaLab e sostenuto da Vulcano Agency e Montura.

L’autore ha presentato un progetto per la produzione di un cortometraggio intitolato “Un bene comune” che racconti di socialità, relazioni ed emozioni che si intrecciano nel contesto di una ex scuola speciale ristrutturata per diventare la casa in cui abita un gruppo di persone con disabilità.

 

“Grazie alla generosità di tante persone – spiegano all’Associazione –  il progetto “Un Bene Comune” è risultato il più votato ed anche una notevole somma è stata donata attraverso il crowdfunding. Ringraziamenti anche a Zalab per aver organizzato il concorso e selezionato questo progetto insieme ad altri ventiquattro. Grazie a tutti di cuore!”

Il progetto del Cortometraggio “Un bene comune” ha sbaragliato gli altri partecipanti, aggiudicandosi il concorso con ben 854 voti.

Tornando al Centro Riabilitativo “Nucci Novi Ceppellini”, sono tante le persone che lo frequentano: chi vi abita, chi vi lavora, chi vi trascorre il proprio tempo libero per aiutare, chi per compiere esperienze formative, chi per ritrovarsi in uno spazio accogliente e conviviale. Insomma, si tratta di una comunità aperta, che cerca di tessere reti di relazioni e pensare al futuro del possibile.

 

È di sconvolgente attualità il bisogno di non abbandonare queste strutture a loro stesse ricordandole soltanto quando divengono scenari di criticità. È umanamente necessario lavorare per far sì che esse vengano vissute come luoghi aperti al territorio, nei quali è possibile sviluppare occasioni di socialità grazie alle quali produrre e implementare il bene(ssere) comune.

Il cortometraggio vuole favorire questo impegno; staremo in contatto con l’Autore e l’ Associazione “Fadivi e oltre” per seguire assieme e divulgare questo importante, diremmo fondamentale progetto sociale.

Franco Ricciardi