Parlare con le Istituzioni, ecco i suggerimenti del criminologo
La violenza, soprattutto giovanile, sta inquietando e preoccupando molto la nostra società. Pare inarrestabile, fine a se stessa, persino crudele come se rispondesse alla volontà antica delle legge del più forte, di poter prendere ciò che si vuole a prescindere dalla volontà altrui.
Un passo indietro nell’evoluzione umana e a dispetto di leggi e cultura che, nel tempo, hanno forgiato le regole del vivere civile e come farle rispettare.
Ora, di questi giorni, colpisce un caso fiorentino che segnala e commenta il noto criminologo genovese Stefano Alice, perito del Tribunale ed esperto dell’animo umano negli aspetti più duri.
“Il caso – spiega Alice – è avvenuto a Firenze nella notte tra venerdì e sabato scorsi, quando due uomini di origine egiziana e marocchina, già noti alle autorità, hanno aggredito e violentato una turista panamense di 35 anni a Piazza San Pancrazio; la vittima è ora ricoverata a Careggi”.
Episodio inquietante, non legato alla geografia, ma specchio di una società malata, che spende fiumi di parole inutili e pochi fatti per contrastare il fenomeno. Che spaventa, tanto che provando a girare anche il centro di una grande città come Genova, mostra come siano poche le persone in giro; segno di paura, timore di subire violenza o reati, anche se non la sola causa.
L’episodio di Firenze, commenta il criminologo, “riapre il dibattito su quali siano le risposte più efficaci per contrastare la violenza sessuale. La proposta di ricorrere alla castrazione chimica, spesso presentata come misura “forte”, non trova riscontro nei dati scientifici: gli studi dimostrano che tale intervento non riduce in maniera significativa il tasso di recidiva e collide con i principi di diritto e proporzionalità sanciti dalla Costituzione”.
“Un approccio basato esclusivamente sulla punizione – insiste il medico, che accenna a corretti atteggiamenti per sconfiggere la violenza – rischia di apparire più simbolico che concreto, senza incidere sulle cause strutturali del fenomeno. Per una risposta realmente efficace è necessario intervenire su più livelli.
Polizia di prossimità basata sui dati: analisi statistiche per individuare i punti critici della città e concentrare pattugliamenti mirati, soprattutto nelle ore notturne. Quindi unità di risposta rapida, squadre specializzate nella gestione delle violenze sessuali, con protocolli di intervento immediato e formazione specifica sul trattamento delle vittime. Supporto alle vittime con potenziamento dei centri di assistenza con personale formato a fornire aiuto psicologico e legale tempestivo, garantendo continuità di cura”.
A tutto ciò, a parere dell’esperto, si unisce anche la tecnologia, “come risorsa positiva”.
“Incrementare l’uso di telecamere intelligenti e di app di allerta – propone Stefano Alice – per segnalare situazioni di pericolo in tempo reale. Collaborare con le realtà locali mediante tavoli permanenti con associazioni di categoria, operatori turistici e rappresentanti delle comunità straniere per progettare iniziative di prevenzione concrete e contestualizzate.
Solo combinando misure operative, tecnologiche e di supporto si può sperare a una riduzione significativa delle violenze sessuali, mantenendo al contempo il rispetto dei diritti fondamentali”. Dino Frambati
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