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Villa Scassi | La testimonianza di Barbara: dobbiamo fare qualcosa per aiutare i sanitari

“La situazione del Villa Scassi … non va bene. Io c’ero e l’ho vissuta”

C’è un seguito al racconto di ciò che Barbara, una donna di 54 anni, ha vissuto all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena.

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Villa Scassi, la testimonianza di una paziente: E’ un lager, non c’è nessuno | Video

Barbara era stata ricoverata in ambulanza mercoledì alle 21 con febbre alta e tosse per una possibile patologia Cov-19 ed era stata dimessa, dopo alcuni esami tra cui il tampone, alle 7 di ieri, sempre con febbre e tosse, ed attualmente si trova in casa in isolamento.

Barbara ha ‘vissuto sul campo’ quello che vivono pazienti e sanitari, in questo momento, al Villa Scassi e tutte le difficoltà che devono affrontare.

Se ieri abbiamo raccolto una sua testimonianza a caldo, oggi vogliamo darle voce per alcune sue riflessioni perché come dice lei “Io sono una paziente, io c’ero e l’ho vissuto. I sanitari non possono denunciare certe cose, loro rischiano…”

Ecco la testimonianza di Barbara.

“Eccomi, sono di nuovo qua per ringraziare tutti, tutte le persone che mi hanno scritto. Le persone vicine di casa, chiunque. Veramente l’affetto che ho sentito mi ha dato la forza stamattina di alzarmi da letto.

Ho voluto sentire le dirette fb del presidente Toti di ieri sera, ho ricevuto messaggi da varie persone che mi hanno raccontato le loro storie e allora per rispetto verso tutte queste persone che mi hanno supportata, voglio dirvi che sono emozionata e commossa perchè è bellissimo.

Io penso che siamo veramente un popolo di persone eccezionali e questi video devono essere costruttivi e non polemici.

Ringrazio tutti i sanitari in primis per il lavoro che fanno, ringrazio il presidente Toti e il sindaco Bucci, perché ognuno fa de suo meglio e dobbiamo cercare tutti di aiutarci.

Però ci sono delle cose che non vanno bene e bisogna un pochino cercare di farle andare bene velocemente.

Allora per quanto riguarda la situazione del Villa Scassi … non va bene. Bisogna un pochino informarsi. Io c’ero e l’ho vissuta. Andiamo un po’ più nel dettaglio.

Io sono arrivata al Villa Scassi e ho visto il terrore negli occhi dalle mascherine dei sanitari.

Queste persone lavorano imbardati con mascherine che si appannano, che respirano male ed è ovvio che abbiano la necessità di fermarsi ogni tanto.

Dovranno anche andare in bagno, dovranno anche bere e ogni volta devono togliersi le protezioni e tutto. E’ chiaro che non ci può essere personale negli ospedali perché sono pochi. Fanno quello che possono.

Quando sono andata a fare i raggi io sono scesa in ascensore, mi hanno preso con la sedia per portarmi giù ed i due ragazzi che mi hanno portato giù si sono appoggiati al fondo dell’ascensore e mi guardavano, io piangevo perché c’era mio papà che pensava che andassi via, mentre gli avevo detto che andavo giù a fare i raggi e… è stato terribile perché li ho visti con gli occhi sbarrati.

Non sapevano se mantenere le distanze, che cosa fare. Praticamente lavorano col cuore e cercano di fare il meglio ma non si possono abbandonare e lasciare soli”.

“Se è stata data una testimonianza da qualcuno che ha avuto il coraggio di parlare e lo ha fatto con la voce contraffatta – prosegue Barbara – è perché sappiamo tutti che se facesse una dichiarazione contro l’azienda, vieni preso e magari licenziato. Ma quello che è stato fatto, è stato fatto per il bene della comunità.

Quando ero dal letto di mio papà è arrivato un ragazzo giovanissimo a portargli delle pastiglie ed aveva un blocco di pastiglie all’interno di un bicchiere di plastica e le rovesciava nelle mani delle persone.

Mio papà gli tremava la mano ed una gli era caduta, il ragazzo voleva andarsene via dicendo ‘è lo stesso, è lo stesso’ Questo per dire che all’interno c’è un’agitazione incredibile.

Quindi a livello psicologico, mettetevi nei loro panni.

Io per quello che ho detto non c’è nulla di personale, perché queste persone vanno anche sostituite. Perché hanno uno stress psicologico tale che devono anche scaricarlo.

Io li ringrazio per la loro presenza, ma è chiaro che da soli non ce la possono fare, sono pochi.

E vorrei veramente, caro presidente Toti, se mi vuole ascoltare, che ringraziasse quelle persone che, con la voce contraffatta, hanno chiesto un S.O.S: era l’unico modo per farlo.

Io dò la mia testimonianza, perché posso dire che c’ero.

Non ci sono letti nei corridoi, come lei dice, perché non ci sono corridoi, ci sono delle sale.

Perché quando si entra, c’è il triage, dove in una sala ci sono tutti i letti, lì ammucchiati con le porte che aprono e chiudono con un freddo… E immagino ieri.

Mio papà ha una polmonite bilaterale interstiziale e aveva freddo ma non c’erano di coperte.

Ma ci sono tante cose che mancano, e poi c’è la questione del mangiare, non so.

Io (quando sono stata ricoverata) dalle 21 alle 7 non è orario di pasto. Però a queste persone che sono lì nei letti dargli un sacchetto con dei succhi di frutta dei budini, magari possono mangiare qualcosa. In pratica chiedere a queste persone che cosa gli necessita.

Ci sono persone che riescono a scendere dal letto, ma ci sono persone che non riescono a scendere perché le barelle sono tutte attaccate l’una all’altra.

Ho sentito dire che la situazione del Villa Scassi è sotto controllo. Ma ci siete andati a vedere? Non è una polemica. E’ solo dire andate a vedere. Bisogna esserci”.

Poi, a proposito del Villa Scassi, noi abbiamo i nostri cari lì, vorrei parlare di un altro incubo, al quale voi non ci pensate, è l’incubo di telefonare per chiedere notizie.

C’è un numero, un unico numero, 0108492387, lo so a memoria, l’avrò fatto cento volte. E’ sempre occupato e non risponde nessuno, ma si può chiamare solo dalle 12.30 alle 14.

Immaginate tutte le persone che son là dentro e le persone che possono chiamare.

Ora, noi abbiamo lasciato i cellulari di riferimento utili in caso di bisogno, si potrebbe pensare di fare un qualcosa, in modo da sgravare l’Obi. Perché i medici dell’Obi dalle 12.30 alle 14 devono rispondere al telefono.

Poi se le persone non riescono a prendere la linea, provano anche in altri momenti. Così ci sono persone che da cinque giorni non riescono ad avere notizie dei loro cari. Questa è la cosa che effettivamente ti distrugge.

So che al san Martino non ci sono queste problematiche, perché le persone telefonavano nell’arco della giornata e rispondevano, quindi probabilmente al Villa Scassi manca qualcosa. Non è una polemica, ma vediamo di metterla a posto. Dateci la possibilità di avere notizie.

“Villa Scassi non è a livello San Martino come struttura”, ci dice Barbara che aggiunge: “L’ospedale sampierdarenese è troppo sotto pressione, non funziona, probabilmente per problematiche precedenti. Forse ha un bacino di utenza troppo grande coprendo da Rossiglione, a Cogoleto, la Valpolcevera, la valle Stura, Sestri Ponente e la stessa Sampierdarena”.

“Lo ripeto – conclude Barbara – dobbiamo fare qualcosa per aiutare i sanitari“.