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Viadotto Bisagno, sopralluogo di Pastorino che attacca Aspi: residenti vivono nel terrore

“La direzione di Autostrade per l’Italia continua a non trovare evidenti criticità, ma le persone che abitano sotto il ponte vivono nel terrore”.

Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea condivisa9 che stamane ha effettuato un sopralluogo da Salite delle Gavette presso il Municipio IV Media Val Bisagno per vedere i disagi e le difficoltà di chi vive oramai da anni sotto il viadotto autostradale Bisagno a Genova.

“Pezzi di grondaia – ha spiegato Pastorino – bulloni, calcinacci e addirittura dischi diamantati: questi sono solo alcuni dei detriti raccolti negli anni dalle persone che vivono sotto il viadotto Bisagno.

Per non parlare del rumore, aumentato esponenzialmente da quando sono stati rimossi i pannelli antirumore, e della caduta torrenziale di acqua inquinata.

Eppure la direzione di Autostrade continua a non trovare evidenti criticità e dimostra un atteggiamento di totale chiusura nei confronti delle legittime richieste degli abitanti della zona.

Crediamo che sia necessario affrontare la questione con la dovuta chiarezza e Regione Liguria non può stare ferma.

É necessario dare risposta affermativa a chi legittimamente vivendo sotto il ponte chiede una nuova abitazione mediante un intervento diretto di Autostrade per l’Italia e della Regione attraverso un sistema di indennizzo (PRIS) già usato per il Terzo Valico e il Ponte Morandi.

Ma è necessario che si pensi anche a un intervento economico per chi risiede vicino al Viadotto Bisagno e subirà tutti gli interventi di manutenzione, per un durata complessiva stimata ad oggi di 42 mesi.

Positivo l’intervento del Presidente del Municipio Media Val Bisagno Roberto D’Avoglio che può costituire un riferimento per le legittime proteste e richieste dei cittadini riuniti in comitati.

Speriamo che il sopralluogo di questa mattina abbia aperto gli occhi a tutti i commissari e sarà compito di Linea Condivisa sollecitare la giunta regionale affinché si faccia carico del problema non lasciando sole persone che legittimamente protestano per la loro sicurezza”.