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Ursula e Christine, le menti d’Europa, poveri noi!

Ursula Von der Leyen e Christine Lagarde

Europa, ricapitoliamo. Non si erano ancora spenti gli echi delle banalità, per non dire altro, sfornate a ruota libera dall’ineffabile Kienge che già il coronavirus permette agli intelletti europei di deliziarci e rassicurarci.

Come preludio ad una Pasqua da rinchiusi, dopo settimane davvero sante e da santi, il viso compunto di saggia zia della signora Lagarde sfornava frasi incaute e superficiali che facevano crollare le borse e perdere un sacco di soldi alla nostra economia già gravemente impoverita e maciullata.

E la mattina di Pasqua, mentre rompevamo un uovo faticosamente conteso al supermercato, arriva un’ulteriore sorpresa da Ursula dalle chiome rigide: anziani a casa fino a tutto il 2020 (per proteggerli naturalmente…) e niente programmi per le vacanze, cari signori, (r)estate in casa!  Come se non bastasse, qualche commentatore ne approfitta per riportare l’inizio della senescenza a sessant’anni: ma gli studiosi non avevano detto che la vecchiaia comincia allo scoccar dei settantacinque?

Chissà cosa ne pensano le schiere di sessantenni che accudiscono figli e nipoti, permettendo loro di lavorare in serenità e spesso mettono a disposizione la loro pensione per  aiutarli economicamente.

E dove sono finiti i dotti e prolifici studi sulla vecchiaia attiva, una volta riscossi i relativi finanziamenti? E i medici che raccomandavano la passeggiata quotidiana che allontanerebbe  osteoporosi, infarti, adipe e depressione, ora non hanno nulla da dire? Tutto dimenticato di fronte alla soluzione più semplice, rinchiuderli!

Un virus, questo, che sfoltisce la popolazione, ma che porta alla luce le tante ipocrisie sulla cosiddetta terza età, per fortuna ancora con un bel numero di attivi: se i governanti daranno retta ad Ursula, alla fine dell’anno ci troveremo, forse, senza virus ma con un aumento spaventoso di depressi e di anchilosati. E con qualche morte in solitudine in più.

Perchè non restituire un po’ di vita vera anche alle anagrafi avanzate, mediante la possibilità di attestare nell’ autocertificazione (che ora tutela, leggete bene, solo i controllori), di essere  privi, oltre che di febbricola, anche di patologie gravi tipo diabete, cardioproblemi ecc.?

Che dire infine di un’ Europa che ancora una volta brilla per la sua assenza in tema di emergenza ma che continua a straparlare e a bacchettare?

Mentre gli aiuti arrivano dagli extraeuropei: da ultimo un grazie a Cuba, per chi non lo sapesse, all’avanguardia nella medicina. Elisa Prato