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Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

La nostra città ha davvero una serie di anime differenti, a volte poco conosciute, che celano realtà molto significative.

È il caso di tutta la parte invisibile in superficie, quel cuore nascosto sottoterra che riesce a raccontare storie straordinarie. Oggi parliamo della cittadella-rifugio di Campi, dove il “Centro Studi Sotterranei” di Genova ha realizzato una visita guidata alla struttura.

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

Un itinerario nella storia che ci riporta agli anni Quaranta, epoca funestata dal conflitto mondiale e per la quale sono state realizzate molteplici strutture in sotterraneo per offrire protezione alla cittadinanza.

Ci troviamo nell’area di Campi, il cui toponimo rappresenta la vocazione agricola della zona fino alla prima metà dell’Ottocento, dove appunto i campi lasciano spazio ai primi insediamenti industriali.

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

La città subisce allora una profonda trasformazione, iniziando di fatto una nuova fase esistenziale. Proprio in questa zona sorgono importanti stabilimenti di alto livello, gestiti da S.I.A.C. ovvero Società Italiana Acciaierie di Cornigliano che vanta personale e strumenti di altissimo livello.

Con il conflitto mondiale, le industrie italiane operano soprattutto per lo sforzo bellico e, in questo senso, hanno necessità di proseguire la produzione senza sosta, cercando di proteggere il personale.

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

È per questo motivo che viene realizzata la cittadella di Campi, poco distante dalle fabbriche, un vero e proprio rifugio antiaereo concepito con sistemi di sopravvivenza e sicurezza molto avanzati per l’epoca.

Nel periodo bellico infatti, Genova subirà ben ottantasei bombardamenti aerei e due navali che porteranno al danneggiamento di circa sedicimila edifici ed alla distruzione di più di 30 ettari di superficie edificata, praticamente lo spazio occupato da quaranta campi da calcio.

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

Inutile dire il numero delle vittime perite sotto le migliaia di tonnellate di bombe provenienti dal cielo e dal mare…

In città vengono quindi realizzati oltre sessanta comunali rifugi in galleria per difendere la popolazione; sfruttando la morfologia acclive della Liguria si potevano creare strutture sotterranee protette da enormi strati di terra e di roccia. La cittadella di Campi è invece un caso a parte essendo la struttura privata, fatta realizzare dall’azienda per proteggere il proprio personale.

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

Si tratta di una struttura pentagonale, fatta di cinque gallerie disposte a ventaglio, collegate tra loro mediante percorsi perpendicolari.

La struttura era molto sofisticata, dotata di acqua corrente, luce e sistema di aerazione, in grado di accogliere ben quattromilacinquecento persone.

La visita parte da Corso Perrone, accanto ad una delle ville storiche della zona (Villa Imperiale Casanova), si indossa casco con luce frontale e ci sia avvia nella galleria guidati dagli esperti di Centro Studi Sotterranei.

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

La struttura si sviluppa per oltre un chilometro e conserva ancora pittogrammi originali, corpi illuminanti, impianti e strutture per rendere sopportabile la permanenza alle tante persone presenti.

Un viaggio nella storia ed anche nelle brutture dei conflitti, che fa scoprire un lato di Genova forse poco noto perché nascosto sottoterra ma estremamente interessante per chi sia curioso di scoprire un tempo apparentemente lontano che può fornire utili strumenti di riflessione sul futuro.

Un’altra Genova: il suo cuore ipogeo

Il Centro Studi Sotterranei è costituito da un’equipe di esperti in diverse discipline ed opera nel campo della Speleologia in Cavità Artificiali e dell’urbanistica sotterranea.

Ha sede a Genova e si occupa appunto di studiare e divulgare la conoscenza sulle parti sepolte della città e di altri siti locali. Regolarmente organizza visite guidate ai luoghi di interesse, svolgendo un notevole lavoro di valorizzazione e di mantenimento di una memoria collettiva.

Per informazioni: 010 251 3206 https://www.facebook.com/centrostudisotterraneigenova/

Roberto Polleri