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Torna la Sagra della paella a Pieve Ligure: dietro le quinte

Torna la Sagra della paella a Pieve Ligure, dietro le quinte
Sagra della paella di Pieve Ligure

Dopo due anni di assenza torna questa sera la “Sagra della paella”di Pieve Ligure. I segreti e il dietro le quinte di una delle sagre più amate del Golfo Paradiso

Al via questa sera l’edizione 2022 della “Sagra della Paella” a Pieve Ligure. Dopo due anni di assenza tornano le tre serate enogastronomiche tra le più amate del Golfo Paradiso.

Dopo la lunga assenza, causata dal Covid 19, la “Sagra della paella” si prepara ad essere una delle protagoniste di questa calda estate 2022.

Paella a Pieve Ligure: Il programma delle tre serate

Si apriranno questa sera 22 luglio, per chiudersi domenica sera 24 luglio, gli stands dove la faranno da padroni paella e sangria. Gli amanti delle due specialità iberiche, e non solo, prenderanno d’assalto la collina pievese a partire dalle 19,00 di questa sera.

Come tutti gli anni sarà presente un servizio di bus navetta che partirà dalla zona “La Piccola” adiacente la Stazione Ferroviaria di Pieve bassa per arrivare fino a Pieve alta in piazza San Michele, luogo della sagra.

Come ogni anno a riscaldare l’atmosfera, come se ce ne fosse bisogno quest’anno, ci penseranno loro: “Les Crikò” il complesso musicale che, grazie alla loro musica e a Giacomo, animatore e protagonista indiscusso sul palco, faranno scatenare i presenti all’insegna del divertimento con i balli più sfrenati.

Torna la Sagra della paella a Pieve Ligure, dietro le quinte
La sagra della Paella a Pieve Ligure – ultima edizione (foto LN)

Paella a Pieve Ligure: Ogni anno un’affluenza da record

Quest’anno abbiamo pensato di raccontarvi cosa c’è dietro la “Sagra della paella” di Pieve Ligure. Accompagnarvi dietro le quinte e svelarvi i segreti di questa sagra tanto amata.

Vi porteremo all’interno delle cucine per mostrarvi come ci si prepara ad un evento di tale portata, che nelle tre serate di luglio portano ogni anno a Pieve Ligure migliaia di persone.

I numeri di ogni edizione sono impressionanti. Si aggirano intorno ad una media di circa ottocento persone nelle serate di venerdì e domenica per arrivare alle 1500-1700 nella serata del sabato sera. Numeri da record che confermano il successo di questa sagra della tradizione popolare locale.

Come nasce la Sagra della paella di Pieve?

Un successo che dura da più di un ventennio quando agli inizi degli anni 2000 un piccolo gruppo di donne del paese decise di organizzare una serata per i soci della vecchia Società, quella che oggi è la A.P.S. Operaia Cattolica di Pieve Ligure, fondata nel 1886 e ancora oggi promotrice dell’evento.

Torna la Sagra della paella a Pieve Ligure, dietro le quinte
A.P.S. Operaia Cattolica di Pieve Ligure

Ines, classe 1940 e colonna culinaria portante del paese, nonché sua memoria storica, ci racconta come nasce la sagra della paella pievese.

Perché si è scelta proprio la paella? L’artefice di tutto è Marina Moresco, abitante del luogo, che di ritorno da un viaggio in Spagna si innamorò del piatto tipico iberico e, una volta a casa, propose di cucinarlo ai circa quaranta soci della Società locale presso lo Scalo Torre a Pieve Bassa.

Il piatto piacque talmente tanto che l’anno dopo si organizzò la prima serata gastronomica dove accorsero molte persone. Fu un tale successo che acquistati 50 kg di riso per la paella alle ore 21,00 il riso era già terminato. Come salvare la buona riuscita della serata?

Marina, Ines, Evelina e Clara, le protagoniste della storia della Sagra della paella di Pieve, corsero a racimolare del riso lungo le vie del paese; partendo dalle loro case si ritrovarono a chiedere il riso ad amiche e conoscenti. Tutti quanti aiutarono Ines e le sue amiche e mentre lei ce lo racconta i suoi occhi brillano di commozione.

La storia della Sagra della paella di Pieve

Anche Evelina se lo ricorda perfettamente questo esordio della paella non proprio felice. Ed è lei stessa a raccontarci un altro episodio storico di un decennio fa quando, nonostante una giornata di burrasca e vento forte, decisero ugualmente di non rinviare la sagra della paella.

Le persone accorsero come sempre in gran numero senza farsi intimorire dalla probabile pioggia, che di lì a poco si scatenò sulle teste dei presenti seduti in piazza S. Michele.

Prontamente il parroco di allora, Don Andrea, aprì le porte della Chiesa di San Michele Arcangelo per offrire riparo a coloro che avevano appena iniziato a gustare la loro paella in piazza.

Fu così che la sagra della paella si trasferì dalla piazza esterna all’interno della chiesa parrocchiale. Un episodio inconsueto che Evelina e Ines ricordano ancora oggi con ironia.

Il segreto della paella di Pieve

Ines ci viene confermato da tutti essere stata un’ottima “chef” ai fornelli di casa e protagonista storica indiscussa delle cucine alle sagre del paese.

Ines detiene tutti i segreti sia della paella che della sangria e ci racconta che il segreto più importante della paella di Pieve è il cucinare con prodotti freschi, di giorno in giorno, con fatica e tanta passione.

Nulla di precotto, “nulla di pronto”; tutto cucinato la mattina e il pomeriggio per la serata del giorno stesso. “E’ questo il segreto della sua bontà” ci confessa Ines.

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Il taglio della frutta per la sangria

La sera della vigilia della Sagra della paella

Tra pentoloni per il riso e pentoloni per il brodo troviamo una dozzina di donne al lavoro; è giovedì sera e sono intente a tagliare la frutta per la sangria del giorno dopo.

Gli uomini, al piano di sopra, hanno appena travasato le damigiane di vino e aggiunto bacche di ginepro, chiodi di garofano, zucchero e…un paio di altri ingredienti che, come tutti i segreti gelosamente custoditi, fanno parte della tradizione locale e non possiamo svelarvi.

La preparazione del vino per la sangria

Al lavoro dalla mattina alla sera

Durante le tre serate della sagra si aprono le danze nella cucina della Società A.P.S. Operaia Cattolica di Pieve Ligure la mattina alle 9,00 e si va avanti fino a mezzanotte inoltrata.

Decine le donne del paese ai fornelli che puliscono il pesce, cuociono la carne, preparano il brodo, friggono patatine e fanno saltare la salsiccia nelle padelle. Non mancano gli uomini ai fornelli.

Innumerevoli i volontari di tutte le età che giungono anche da Genova; tra loro ci sono i giovanissimi ed alcuni anziani del luogo, che sulla piazza tra le panche allestite, forniscono nelle tre serate della sagra, un “servizio in sala” ineccepibile.

Roberta, Caterina e le altre donne di Pieve in cucina

Diamo i numeri: la sangria

Ma veniamo ai numeri. Quali sono le quantità di cibo che le sapienti mani delle donne pievesi maneggiano per la buona riuscita delle tre serate enogastronomiche pievesi? Quale è la quantità di vino necessaria a far impazzire migliaia di persone amanti della sangria, bevanda preferita dell’estate?

Ci svelano i dettagli Ines e Cesare. Quest’ultimo organizzatore della sagra della paella di Pieve e di molte altre sagre, ci accompagna, insieme a Giovanna, nella cucina dell’evento più atteso del Golfo Paradiso.

Cesare Galli tra i pentoloni della paella

Centinaia di litri di Barbera pronti ad entrare in macerazione con la frutta appena tagliuzzata. Dodici damigiane da 54 lt ciascuna. Frutta che si traduce in 40 kg di arance, 60 kg di pesche e 30 kg di mele circa.

Anche per la sangria vige la legge della freschezza; la sangria di ogni serata viene accuratamente preparata e messa in macerazione la sera prima.

Diamo i numeri: la paella

Cesare ci racconta che nelle tre serate della sagra della paella vengono consumati circa 350 kg di riso acquistati per l’occasione a Novara.

Il riso per la paella viene cotto in pentoloni da 5 kg alla volta e le porzioni sono sufficienti per circa 40 dosi. I tempi di cottura sono di circa 35 minuti. Le cotture della paella iniziano intorno alle h. 18,15 per servire le prime persone a partire dall’apertura degli stands alle h. 19,00.

All’interno della paella di Pieve ci sono tutti gli ingredienti che la rendono unica e inimitabile: carne, verdure e  pesce, pesce in grande quantità. Cesare ci parla di un quintale di totani, un altro quintale di code di gamberi e di circa 70 kg di muscoli.

La carne usata per la paella è un mix ricco e sostanzioso di vitello, pollo e maiale. Le verdure usate sono: peperoni rossi e piselli e naturalmente non può mancare lo zafferano.

A renderla eccezionale il brodo con i suoi ingredienti base che sono: aglio, cipolla, pomodoro, alloro e la bellezza di 20 dadi in ogni pentolone. Anche in questo caso Ines cela qualche segreto di cui non possiamo e non vogliamo venire a conoscenza.

La Sagra della paella di Pieve: impegno e passione

Le quantità di pesce fresco utilizzato rendono l’idea dell’impegno culinario che le persone del luogo offrono per la buona riuscita delle tre serate pievesi.

Impegno e passione che in queste giornate afose di fine luglio rendono ancora più faticoso preparare e cucinare tutti gli ingredienti necessari. Donne in cucina e uomini che curano allestimenti tecnici, luci e manutenzioni varie.

Ines ed Evelina ormai restano sedute fuori dalla Società A.D.S. e non cucinano più.

Abbiamo comunque la sensazione di aver avuto davanti ai nostri occhi un pezzo della storia del paese, una generazione di grandi donne che hanno tramandato saperi e passioni alle loro figlie e, grazie a loro, tradizioni come la Sagra della paella continuano a vivere ancora oggi.

Parola d’ordine: divertimento

Ci guardiamo intorno e percepiamo chiaramente un ingente lavoro di squadra, dove ad osservarli bene abbiamo la sensazione che la parola d’ordine sia: divertimento.

Giovanna, Rosanna e le altre donne di Pieve in cucina

Si lavora sodo dalla mattina alla sera, si fatica e il caldo afoso si fa sentire soprattutto in cucina, ma allo stesso tempo si ride e si scherza insieme in un’atmosfera che anticipa la festa.

Ci si diverte anche dietro le quinte perché la “Sagra della paella di Pieve Ligure” è la festa del paese, la festa di tutti alla quale siamo tutti invitati. Sabrina Malatesta

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