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Sequestrati due telefonini nel carcere di Marassi

Omicidio egiziano, gli autori avrebbero comprato una mannaia e un coltello
Genova, carcere di Marassi (foto di repertorio)

Sappe: Grazie alla perizia degli agenti

Un accurato controllo effettuato dalla polizia penitenziaria di Marassi ha permesso questa mattina di ritrovare e sequestrare due telefonini in possesso di altrettanti detenuti nel carcere genovese di Marassi.

“Il SAPPe della Liguria, annunciando la notizia, evidenzia che se lasciata esercitare la polizia penitenziaria riesce a contrastare i traffici illeciti, ma per fare questo – precisa il segretario Lorenzo – è necessario che si ragioni di più sul concetto ‘garanzia della sicurezza’ sottovalutato e sottodimensionato sia a Marassi sia nelle restanti carceri liguri. Quando messa in condizioni di operare, la polizia penitenziaria dà prova di saperci fare. In questo caso si tratta di telefonini ma allo stesso modo potrebbero entrare anche oggetti ben più pericolosi.

L’opera di prevenzione è importante basti pensare agli ultimi avvenimenti accaduti nelle carceri liguri, in poco più di una settimana tre detenuti si sono morti a causa di gesti inconsulti, due a Spezia ed uno a Marassi, mentre a Sanremo si è dovuto intervenire in più criticità come su un detenuto che si autoleso, una rissa tra detenuti con un agente ferito oltre al gravissimo episodio accaduto ad un poliziotto penitenziario che è stato aggredito con pugni al volto da un detenuto”.

“Questo – continua il SAPPe – è solo uno spaccato della quotidianità delle carceri liguri che ormai – secondo il SAPPe – sono nella confusione totale.

Su cosa fare per risolvere i problemi liguri il sindacato afferma di avere le idee chiare come, ad esempio, la necessità di alternare i direttori ed i comandanti che occupano la stressa sede da più di dieci anni, ricordando che il direttore di Sanremo è li da quasi 30 anni; è indispensabile – spiega Lorenzo – che venga maggiormente utilizzata la polizia penitenziaria nei compiti direttamente connessi con la sicurezza  dotandola di idonei strumenti e preparazione specifica per sopperire alle esigenze penitenziaria; un aumento d’organico utile per garantire maggiore presenza nei turni di servizio che, oggi, sono di poche unità. Utile anche intervenire sulla presenza di detenuti psichiatrici ristretti nelle carceri liguri con la possibilità di essere curati in strutture diverse da quelle carcerarie”.

“Oggi – conclude il SAPPe – le debolezze del sistema ricadono sul poliziotto di turno sul quale grava l’art. 387 del codice penale, ovvero la colpa del custode. E’ opportuno rivedere i riflessi di tale articolo che non può ricadere solo sull’ultimo anello di un sistema viziato e mettere mano ad un nuovo ordinamento penitenziario, prevendo un maggior ricorso alle pene alternative alla detenzione

Queste sono solo alcune proposte che il Sappe evidenzia, ma sicuramente ci possono essere altre soluzioni ma ad oggi purtroppo registriamo il nulla da parte dei nostri vertici. Nel frattempo su cosa accade nelle carceri liguri e a cognizione di tutti”.