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Se la scienza parla genovese… Incontro con il Professor Luca Oneto

Il Professore Luca Oneto

Si sente spesso parlare di distretti tecnologici, dove si effettua la ricerca scientifica al più alto livello.

Come nei vecchi film di fantascienza, si immaginano gruppi di scienziati in camice bianco muoversi tra leve e manopole con lo scintillio di spie colorate e il ronzio di qualche segnale di allerta, che controllano i “calcolatori” nei loro delicati processi.

Forse questa è un’immagine un po’ datata, forse gli scienziati non hanno sempre un camice bianco e spesso si intrattengono ore ed ore davanti ad un monitor.

Alcuni di noi immaginano che questi luoghi dove vive la scienza allo stato più puro siano situati geograficamente lontani da noi. Eppure, anche poco lontano da casa, abbiamo strutture altamente specializzate che hanno ottenuto riconoscimenti importanti sulla ribalta scientifica internazionale, grazie ad alcuni ricercatori che si sono distinti in settori molto specifici della ricerca tecnologica.

La nostra testata ha incontrato il Prof. Luca Oneto, classe 1986, originario di Rapallo, che ha di recente ha vinto l’ “Amazon AWS Machine Learning Research Award” prestigioso riconoscimento internazionale, mentre in Italia si è aggiudicato l’edizione 2019 del premio “Marco Somalvico”, bandito con cadenza biennale dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale.

Due segni tangibili di riconoscimento del lavoro svolto dal Prof. Oneto. Scopriamo qualcosa in più su di lui.

“Ho iniziato la mia formazione universitaria a Genova”, spiega il ricercatore, “conseguendo la laurea triennale e specialistica presso la facoltà di ingegneria elettronica del capoluogo ligure, dove poi ho svolto anche il dottorato”.

Dopo varie specializzazioni ed esperienze anche all’estero, nel 2019 ha ottenuto l’Abilitazone Scientifica Nazionale per il ruolo di professore ordinario, segnando un record personale essendo il più giovane docente abilitato ordinario del suo settore.

“In questo momento la mia ricerca si sta concentrando sull’intelligenza artificiale, ovvero fornire alle macchine strumenti per fare previsioni”, ci spiega in termini molto semplici.

Il professore e il suo team stanno lavorando appunto su modelli che imparino dall’osservazione della realtà, strutturando in maniera sempre più complessa il proprio modo di apprendere.

Questo sistema che consente alla macchina di imparare non sostituirà mai l’uomo, ma permette di compiere calcoli estremamente complessi su una mole di dati molto grande in tempi relativamente brevi.

Accanto a questo, uno dei temi più dibattuti in ambito scientifico è quello di proteggere le innumerevoli tracce digitali che ogni giorno ognuno di noi lascia sul web, incurante del fatto che queste possano essere usate in modi molto differenti, soprattutto per i colossi della rete quali Google e Amazon.

Un settore che offre molte opportunità di lavoro, sia in Italia che all’estero.

In questo momento, il Prof. Oneto sta lavorando al concetto di etica applicata all’intelligenza artificiale.

“Stiamo applicando dei concetti etici alle modalità di scelta che effettua il sistema nel valutare determinati parametri”, ci illustra in termini semplici, ovvero “in caso di selezione del personale, gli algoritmi non devono perpetrare le discriminazioni dovute a sesso, razza, o orientamento sessuale o politico rappresentate dai dati (e.g. un basso numero di personale femminile in certi tipi di lavori).

Il nostro compito è quello di insegnare alla macchina di non valutare la variabile sesso come determinante nella scelta della persona giusta ma decidere solo in base alle qualità professionali”.

Un lavoro molto delicato ed interessante, in grado di modificare la modalità di apprendimento degli strumenti tecnologici dove la nostra città è uno dei poli maggiormente avanzati nella ricerca.

Una presenza davvero importante non solo per la nostra città e la nostra regione ma per tutta la comunità scientifica. Complimenti al Prof. Oneto ed al suo staff che, con il loro lavoro portano in giro per il mondo il prestigio della Superba.

Roberto Polleri