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Reddito cittadinanza: dopo incontro Mise, scontro tra M5S e FdI anche in Regione Liguria

Salvatore con Di Maio. A fianco l'assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino (FdI)

Reddito di cittadinanza, scontro tra M5S e FdI anche in Liguria. La capogruppo regionale Alice Salvatore (M5S) oggi ha replicato all’assessore al Lavoro Gianni Berrino (FdI) che “al termine dell’incontro di ieri al Mise con il ministro Luigi Di Maio, ha definito ‘incerto e lacunoso’ il decreto sul reddito di cittadinanza”.

“Intanto – ha aggiunto Salvatore – noi stiamo realizzando il programma elettorale, mentre la giunta regionale di cui fa parte Berrino no. Cosa ha dichiarato Toti sul lavoro in campagna elettorale? E, soprattutto, che cosa ha realizzato delle promesse fatte? Noi mettiamo le mani dove nessuno osa! Certo che è difficile, ma almeno noi ci prendiamo il disturbo di mettere quelle politiche in atto! Troppo semplice aspettarsi la pappa fatta e confezionata: l’atteggiamento di Berrino è da vecchia politica inconcludente.

La vera portata innovativa del reddito di cittadinanza è proprio quella di ricreare un rapporto attivo tra cittadino e Stato. Proprio per questo non è assistenzialismo. Come si fa a ravvisare assistenzialismo nell’obbligo, per chi percepirà il reddito, di formarsi e di rendersi disponibili a fare lavori socialmente utili? Con il nostro decreto, si rifonda il rapporto attivo: il cittadino che si fa Stato, così come volevano i padri costituenti.

La vecchia politica prima aveva gioco facile. Abusava di posizioni di potere, svilendo la cittadinanza, privandola del legittimo diritto al lavoro e al reddito. Noi invece la coinvolgiamo. E’ una rivoluzione copernicana”.

“Ogni volta che si avanzano obiezioni politiche motivate – ha replicato l’assessore regionale di Fratelli d’Italia – la consigliera Salvatore tende sempre ad andare sul personale e a offendere gli avversari e la storia politica che rappresentano.

Io ho avanzato dubbi e considerazioni tecniche in merito all’attuazione del decreto sul reddito di cittadinanza, come del resto hanno fatto tutti gli assessori regionali al lavoro che erano presenti ieri a Roma all’appuntamento con il ministro Di Maio.

Anche al ministro Poletti, peraltro, dicevamo che non possono essere i centri per l’impiego a creare precariato: i 4500 ‘navigator’ assunti con co.co.co e altre 4000 persone assunte con contratto triennale non sono compatibili in nessun modo con l’idea di dare occupazione stabile a chi deve lavorare nei centri per l’impiego.

Ma la cosa che capiamo di meno è la fretta. In Germania ci sono voluti oltre tre anni per avviare il reddito di cittadinanza e noi in Italia dovremmo farlo in tre mesi? Mi sembra che questa premura sia motivata soltanto dalla necessità di avviare tutto prima delle elezioni europee.

Non mi aspetto ‘la pappa fatta’ da nessuno, ma come tutti gli altri assessori regionali temo che in primavera si riversino sulla regione almeno 120mila disoccupati che giustamente chiederanno, oltre al reddito, anche un incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Pretenderanno, giustamente, almeno una proposta di lavoro subito, due dopo: in totale saranno circa 380mila.

Lo dico subito. Sicuramente in Liguria non sarà possibile. E chi li seguirà poi? Come potranno operare i navigator in un ambiente di lavoro che non sarà il loro, perché dipenderanno da Anpal Servizi e non dalle singole regioni?

Vogliamo solo mettere il Ministro di fronte alla realtà e ai rischi che pensiamo possa correre la sua manovra. Essere d’accordo o no è un’altra storia, ma pensiamo che il reddito di cittadinanza sul territorio vada a scontrarsi con queste difficoltà. Se la consigliera Salvatore pensa che le osservazioni tecniche in vista di una buona attuazione siano pretendere ‘la pappa pronta’ ha sbagliato obiettivo. Io cucino da me e si vede anche, mi dispiace per lei”.