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Quarantena scende a 10 giorni. Toti: da giovedì più restrizioni per Genova, dopo Dpcm

Giovanni Toti (foto di repertorio)

“Covid-19 sta crescendo in tutta Italia e la Liguria non fa eccezione. L’unico focolaio vero di nostro attenzione è oggi sulla città di Genova dove la diffusione del virus è importante.

Per questo, con il sindaco Marco Bucci, aspetteremo la bozza del prossimo Dpcm per evitare duplicazioni di misure, ma per i quartieri di Genova su cui c’è la maggiore attenzione è possibile che decideremo anche ulteriori restrizioni.

Ovviamente sempre con buonsenso, sapendo che stiamo parlando di quartieri e persone già allo stremo e non vorremmo, per proteggerle dal Covid-19, farle uccidere da una congiuntura economica sempre più difficile”.

Lo ha dichiarato ieri sera il governatore ligure Giovanni Toti.

“Oggi – ha aggiunto Toti – ho sentito telefonicamente il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e domani verrà sottoposta alle Regioni la prima bozza del nuovo Dpcm, che dovrà entrare in vigore entro giovedì e prevederà alcune ulteriori restrizioni per cercare tenere sotto controllo i contagi e non fare la fine altri Stati europei che hanno visto crescere molto la pandemia da coronavirus.

Il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri potrebbe quindi contenere finalmente, grazie anche all’insistenza delle Regioni, la possibilità di utilizzare i tamponi rapidi come elemento di screening ovvero di diagnostica.

Al momento, infatti, quando un tampone rapido risulta ‘non negativo’ il risultato dev’essere confermato da un tampone tradizionale, molecolare.

Se il Governo ci autorizzerà, come hanno chiesto le Regioni, basterà il test rapido. Questo consentirà di isolare e tracciare molte più persone in un tempo assai più ragionevole.

Così come potrebbe essere ridotto a 10 giorni il periodo di quarantena, tenuto conto che il tempo medio di incubazione non supera i 7 giorni.

Questi sono elementi positivi.

Ci saranno anche l’obbligo di mascherina per tutti, eccetto per chi fa sport, e altre limitazioni che sono frutto del lavoro del Comitato tecnico scientifico e del confronto con le Regioni.

Quello che stiamo dicendo al Governo e ho detto al ministro Boccia, è cercare di danneggiare il meno possibile un’economia che fa molta fatica, con il 10% di Pil che manca al Paese.

Per quanto riguarda bar, ristoranti, somministrazione di alimenti e bevande bisogna cercare di prendere le misure minime per contenere i contagi, ma senza determinare chiusure particolarmente penalizzati per attività che hanno già sofferto moltissimo”.