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Ritorno al lavoro, ecco il protocollo di sicurezza di sindacati e Governo

Mascherina (foto di repertorio)

Riaperture luoghi di lavoro.

Misurazione della temperatura corporea, gel disinfettante o sapone con dispenser ovunque, pulizia o sanificazione giornaliera die locali, ma mascherine obbligatorie soltanto se non si riesce a garantire sempre la distanza interpersonale di almeno un metro.

Ecco la bozza del testo del “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” condiviso venerdì tra i rappresentanti del Governo e quelli dei sindacati Cgil-Cisl-Uil.

2020 04 24.04.2020 PROTOCOLLO SICUREZZA Cgil-Cisl-Uil-Mise-e-M-Salute-Min-Lav

 

Aggiornamento Governo: chi abita sul mare può fare il bagno e passeggiata in spiaggia

Casi di Covid-19 a Bogliasco: spiaggia chiusa (foto d'archivio)

“Abito in un luogo di montagna/collina oppure in un luogo di mare/lago/fiume, mi è consentito fare una passeggiata in montagna/collina o in riva al mare/lago/fiume?”

Sul sito web ieri è stata aggiornata la sezione delle Frequently asked questions (Faq) sul decreto Conte.

In sintesi, chi abita al mare può fare il bagno e passeggiare in spiaggia, purché sia vicino casa e si mantenga la distanza interpersonale di almeno un metro.

Sì. È sempre possibile svolgere l’attività motoria in prossimità della propria abitazione principale, o comunque di quella in cui si dimora dal 22 marzo 2020, con la conseguenza che è ammesso, per coloro che abitano in luoghi montani, collinari, lacustri, fluviali o marini – e sempre che non si tratti di soggetto per il quale è fatto divieto assoluto di mobilità in quanto sottoposto alla misura della quarantena o risulti positivo al virus – effettuare tale attività in detti luoghi (ivi compreso fare il bagno al mare/fiume/lago) purché individualmente e comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona.

Ciò in quanto i predetti non sono luoghi chiusi al pubblico, come invece lo sono, attualmente, i parchi e le aree verdi urbane, e altresì gli stabilimenti balneari, in cui permane il divieto di ingresso e circolazione.

Resta fermo che deve trattarsi esclusivamente di attività effettuate senza che occorra allontanarsi dalla propria abitazione e senza che si renda quindi necessario l’utilizzo di mezzi di locomozione pubblici o privati, né significativi spostamenti.

Sono fatti salvi, peraltro, diversi e più stringenti divieti imposti su base locale perché giustificati da specifiche situazioni territoriali.

La sussistenza delle condizioni in questione (attività motoria svolta in prossimità alla propria abitazione) potrà essere giustificata con autocertificazione, se gli agenti che fanno i controlli la richiedono”.

 

Floricoltura, 212 milioni di danni. Assessore Mai: Governo non può abbandonare la Liguria

Assessore regionale all'Agricoltura Stefano Mai (foto di repertorio fb)

Ben 212 milioni di euro di danno. Metà del mercato floricolo ligure andato in fumo. In crisi più di 4mila aziende.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Stefano Mai (Lega), ieri ha comunicato i dati della calamità della floricoltura ligure a causa dell’emergenza coronavirus. Il report è stato inviato alla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

“Per la floricoltura ligure – ha spiegato l’assessore Mai – stiamo registrando una vera e propria catastrofe. Abbiamo perduto metà del mercato. Almeno 212 milioni euro di fatturato su circa 420 annui, sono andati in fumo.

Si tratta di una cifra calcolata dal Distretto florovivaistico della Liguria e dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Un dato che, sostanzialmente, ricalca quello proposto dalle associazioni di categoria nei giorni scorsi.

Circa 4mila aziende sono in crisi in un comparto che supera i 12mila addetti. La floricoltura vale circa l’80% della produzione lorda vendibile regionale e il 62% della produzione di beni e servizi di tutta la Liguria. Senza contare che tutto questo ha importanti riflessi anche sulla filiera commerciale.

Serve immediatamente un fondo nazionale con almeno un miliardo di euro e mi aspetto un intervento rapido da parte del ministro Bellanova.

Nei giorni scorsi, su mia pressione e dopo settimane di richieste, durante la Commissione politiche agricole con le Regioni il ministro ha finalmente richiesto di inviare i dati. Ora noi come Regione Liguria lo abbiamo fatto.

Spetta a Bellanova e al Governo predisporre subito dei finanziamenti per la categoria. Servono stanziamenti a fondo perduto, prestiti agevolati, lo stop ai mutui e molto altro.

In questi giorni assistiamo a timidissimi segnali di ripresa, ma tanta parte della produzione è già stata buttata via. Produzioni letteralmente distrutte.

Nel frattempo, abbiamo messo in campo diverse iniziative a sostegno del settore come ad esempio quelle importantissime della richiesta dello stato di calamità, la modulistica per segnalare i danni, ma anche soprattutto lo sgravio per le imprese dei costi di smaltimento dei prodotti invenduti che verranno stoccati in apposite aree individuate dai Comuni interessati. Per questo materiale verrà poi studiata una forma di riciclo.

In Liguria il settore più colpito è quello delle piante in vaso che conta circa 1.400 aziende concentrate prevalentemente nella piana di Albenga. Parliamo di un comparto che vale 220 milioni l’anno grazie a eccellenze riconosciute in tutto il mondo, come le margherite o le aromatiche. In questo caso i danni arrivano anche all’80% del fatturato.

Il fatto è che, oltretutto, l’emergenza Covid-19 è arrivata nella stagione di punta per queste aziende che concentrano gran parte delle vendite nei mesi tra marzo e giugno. A fronte di ciò, si stanno creando grossi problemi di liquidità aziendale.

Gravi danni si registrano anche nel settore del reciso, che oggi riesce a vendere non oltre il 15% della produzione, e spesso appena il 5%. Abbiamo circa 2.200 aziende prevalentemente familiari che fatturano circa 200 milioni l’anno. La perdita media si attesta fra il 30 e il 45%.

Anche in questo caso parliamo sempre di prodotti in cui la Liguria è trainante. Basti pensare, ad esempio, che circa l’80% della produzione nazionale dei ranuncoli i e ranuncoli clone avviene in Liguria con, in prevalenza, le qualità extra, oltre all’esclusiva sui prodotti innovativi. Si tratta di una produzione di eccellenza assoluta che infatti raggiunge quotazioni di mercato anche 6 o 7 volte superiori alla media nazionale.

Come Regione continueremo a confrontarci con i produttori e le associazioni di categoria. Rischiamo seriamente di perdere tutto questo. Lavoro, imprese, famiglie, eccellenze uniche che sono il segno tangibile della nostra storia e delle nostre tradizioni.

Vorrei solamente ricordare che la coltivazione delle aromatiche in vaso e non più a terra, ossia un passaggio che ha rivoluzionato il settore in tutto il mondo, è avvenuta proprio ad Albenga. Dobbiamo tutelare queste risorse strategiche. Il Governo intervenga subito”.

 

Centro storico, in 4 ore sanzionate 40 persone per violazioni decreto Conte

Carabinieri (foto di repertorio fb)

Quaranta persone, per la maggior parte straniere, sanzionate per violazioni delle norme contenute nel decreto Conte sull’emergenza coronavirus.

È il risultato di un servizio predisposto dai carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia Ge-Centro, che ieri ha visto impegnati 35 militari dalle 17 alle 21 tra le zone di Maddalena, Vigne e Prè.

I carabinieri hanno controllato i documenti di quelli che si trovavano in strada e sanzionato chi non aveva un valido motivo per uscire di casa, allontanando dal quartiere chi non era residente.

La decisione di organizzare il controllo straordinario sul territorio del Centro storico genovese è arrivata dopo numerosi esposti di cittadini che hanno segnalato ai carabinieri la presenza di spacciatori di droga, senza fissa dimora e sbandati nei caruggi “con un rischio oltre che per la sicurezza anche per le condizioni igienico-sanitarie”.

 

 

Lunedì riapre il mercato alimentare a S.Bartolomeo al Mare

Lunedì riapre il mercato alimentare a S.Bartolomeo al Mare

Per i banchi di generi alimentari, lunedì riapre il mercato settimanale a San Bartolomeo al Mare. L’area verrà predisposta con un percorso di entrata e di uscita, per mantenere il distanziamento sociale ed evitare assembramenti.

Salerno: “Segnale di ripartenza, per iniziare a riavviare l’economia locale”

Limitatamente ai soli banchi di generi alimentari, riapre lunedì 27 aprile il mercato settimanale di Piazza Andrea Doria a San Bartolomeo al Mare. Verrà svolto nel totale rispetto delle norme di sicurezza, sia per i clienti che per i commercianti, in attuazione dell’ultimo DPCM sull’emergenza epidemiologica da Covid-19. “Con questa scelta – spiega l’Assessore al commercio, Davide Salerno – l’Amministrazione ha voluto dare un segnale di ripartenza, da fare in maniera graduale ma allo stesso tempo necessaria per iniziare a riavviare l’economia locale. Il controllo dell’area verrà eseguito dalla Polizia locale in collaborazione con la Protezione Civile di San Bartolomeo al Mare. L’area verrà predisposta con un percorso di entrata e di uscita, per mantenere il distanziamento sociale ed evitare assembramenti”.

In crisi l’agriturismo ligure per via dell’emergenza

In crisi l'agriturismo ligure per via dell'emergenza

Ponti di Primavera: la mancanza di gite fuori porta presenta un conto salato alle attività agrituristiche liguri.

Situazione mai vista in precedenza ed imprevedibile, che tanto a livello locale quanto nazionale, sta avendo forti ripercussioni sul turismo, facendo segnare, lungo tutta la Penisola, un crack da mezzo miliardo per i quasi 24mila agriturismi presenti, a causa dell’impossibilità  delle classiche gite di primavera, con gli italiani costretti a rimanere chiusi tra le mura domestiche per il lockdown iniziato da quasi due mesi a causa del Coronavirus. I turisti che avevano scelto la Liguria nel 2019 erano in crescita dell’1,5% (arrivi) rispetto all’anno precedente: quest’anno le previsioni, vista l’attuale situazione, non sono altrettanto ottimistiche, e, anche per questo, sono necessari interventi urgenti ed immediati a sostegno delle imprese agrituristiche del territorio, in modo che abbiano nel più breve tempo possibile l’opportunità di ripartire .

È quanto commenta Coldiretti Liguria la stima della Coldiretti, sulla base delle indicazioni di Terranostra, in occasione del ponte del 25 aprile, in attesa del prossimo inizio della Fase 2 dell’emergenza con la progressiva ripartenza del Paese. Con il fatturato fermo, lavoratori in cassa integrazione o, se stagionali, non assunti, e il blocco delle attività, uno dei settori che in Liguria sta patendo fortemente la situazione è appunto l’agriturismo, in una regione dove, negli ultimi anni, si stava riscontrando una sempre più marcata destagionalizzazione del turismo, che usciva  dai margini della sola stagione balneare per la presenza di offerte turistiche differenti in grado di soddisfare i tutti i generi di viaggiatori.

“Per la filiera turistica ligure – afferma Marcello Grenna, Presidente di Terranostra Liguria –   si tratta di duro colpo all’economia e all’occupazione, soprattutto alla luce delle condizioni climatiche particolarmente buone che avrebbero favorito la riapertura delle attività stagionali della nostra regione, sia al mare sia nell’entroterra dove i 600 agriturismi presenti avrebbero permesso di passare i ponti primaverili in relax lontani dalla città,  dando modo di assistere al risveglio della natura, che riguarda piante, fiori e uccelli migratori, ma anche alle attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie. Tuttavia nonostante le grandi difficoltà patite dal comparto, molte aziende agricole e gli agriturismi di Campagna Amica Terranostra, continuano ad impegnarsi a consegnare prodotti a km0 e pasti con ricette tipiche, direttamente nelle case dei liguri facendosi apprezzare, con l’obiettivo di garantire a tutti, restando a casa, un viaggio del gusto e della tradizione con prodotti freschi e di qualità nell’ambito della campagna #MangiaItaliano a difesa del territorio, dell’economia e del lavoro.”

“Il conto salato delle mancate prime uscite di primavera – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa-  colpisce ulteriormente il nostro sistema agrituristico, che era già in gravi difficoltà dopo settimane di chiusura. A pesare sono state anche le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno. In primavera si concentrano, inoltre, tutte le attività di fattoria didattica, che molti agriturismi svolgono per dare la possibilità ai ragazzi di stare all’aria aperta in collaborazione con le scuole, ora chiuse. È per questo che come Coldiretti Liguria abbiamo chiesto alla Regione di riconoscere lo stato di Calamità per il settore, mentre a livello nazionale stiamo lavorando, come Coldiretti, per realizzare un piano con risorse economiche di sostegno e misure straordinarie di intervento, che preveda anche l’annullamento delle imposte locali e della tassa di soggiorno, oltre alla richiesta di sostegno economico legato alle mancate presenze effettive sia come alloggio sia come ristorazione, a fronte del completo annullamento di tutte le prenotazioni per le strutture diffuse su tutto il territorio nazionale”.

Commemorato il 25 Aprile a San Bartolomeo al Mare

Commemorato il 25 Aprile a San Bartolomeo al Mare

A San Bartolomeo al Mare stamattina le celebrazioni per la giornata della liberazione in presenza del vice Sindaco e altri rappresentanti dell’Amministrazione Comunale.

Questa mattina il vice Sindaco Sandro Fedozzi ed altri rappresentanti della Amministrazione Comunale, insieme alla rappresentante dell’ANPI provinciale Alixia Debora Patri hanno reso omaggio al monumento dedicato ai Caduti della Resistenza.

Pur se in tono minore e senza presenza del pubblico, in ottemperanza ai provvedimenti restrittivi legati all’emergenza sanitaria, forte rimane il sentimento di condivisione e di riconoscimento a chi ha sacrificato la propria vita per gli ideali di libertà e democrazia.

Berlino, 1000 in piazza per protesta contro lockdown. Polizia arresta 100 manifestanti

La Polizia di Berlino stasera ha riferito di avere arrestato oltre 100 persone che oggi erano uscite di casa ed erano andate in piazza per protestare contro le limitazioni imposte dal “lockdown” deciso dal Governo, che in Germania, peraltro, è meno restrittivo che in Italia.

I circa mille manifestanti in piazza urlavano “voglio indietro la mia vita” e hanno mostrato cartelli con scritto “difendi i diritti costituzionali” e “la libertà non è tutto ma senza libertà tutto è nulla”.

I giudici della Corte Costituzionale tedesca hanno stabilito all’inizio di aprile che le manifestazioni possono autorizzate a patto che i partecipanti mantengano la distanza interpersonale di sicurezza.

Alcuni di coloro che hanno protestato oggi hanno cercato di farlo, sedendosi a terra e indossando le mascherine, ma altri si sono invece ammassati.

Il risultato è che si sono registrati degli assembramenti e la Polizia è intervenuta in base alle norme previste per l’emergenza coronavirus. (Video pubblicato su YouTube dall’utente Ruptly)

 

Decesso giovane migrante alla Spezia, forse aveva ingerito sostanze velenose

Incidente sul lavoro alla Spezia, operaio ferito ad una gamba: è grave
Il pronto soccorso del Sant'Andrea alla Spezia (foto di repertorio)

Ieri un giovane migrante nigeriano è deceduto all’ospedale Sant’Andrea dopo essere stato soccorso all’interno della comunità Cittadella della Pace di Pegazzano alla Spezia gestito dalla Caritas.

Sull’episodio sono in corso le indagini delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria.

Secondo alcune ipotesi il giovane potrebbe aver ingerito delle sostanze velenose, in particolare un solvente.

Il cordoglio alla famiglia da parte della Caritas.

In spiaggia o in mare a Ventimiglia, in sei multati dalla polizia locale

Controlli Polizia locale a Ventimiglia (immagine di repertorio)

Sei bagnanti sono stati sorpresi dalla polizia locale di Ventimiglia, mentre si trovavano in spiaggia o erano in acqua, approfittando della calda giornata primaverile, nel tratto tra il Resentello e la spiaggia delle Calandre.

Inutili le giustificazioni della bella giornata e del fatto che non c’era alcun assembramento, erano state violate le disposizioni del decreto Conte: a ciascuno di loro è stato elevato un verbale da 400 euro, con pagamento ridotto a 280 euro se effettuato entro trenta giorni.