Una diciassettenne di Albenga, figlia di un commerciante di origini marocchine, abitante nel Comune del Savonese, malata da tempo, è morta oggi all’ospedale Gaslini di Genova.
Non vi sarebbe alcun collegamento con l’infezione da Covid-19.
La giovane tempo fa era stata trasportata con l’ambulanza all’ospedale di Pietra Ligure e da qui nel capoluogo ligure, dove questa mattina è deceduta.
La notizia è rimbalzata nel primo pomeriggio ad Albenga, dove il padre della giovane gestisce una macelleria a pochi passi dal centro.
Arresti dei Carabinieri di Savona: denaro, gioielli e sesso per droga
Borghetto Santo Spirito. Nell’ambito dei servizi antidroga pianificati sul territorio dalla Compagnia Carabinieri di Albenga, i Carabinieri della Stazione di Borghetto Santo Spirito, nella notte, hanno arrestato un 30enne marocchino E. K. T., privo di permesso di soggiorno, che era stato notato aggirarsi nella zona dai militari che stavano presidiando il territorio.
Il marocchino aveva cambiato più volte il mezzo di trasporto nella stessa serata passando da un’autovettura ad uno scooter e i militari si sono insospettiti.
La perquisizione dell’auto
Così hanno atteso l’ultimo cambio di veicolo e, aiutati da una seconda pattuglia, l’hanno fermato, chiudendolo in una strada secondaria cittadina.
Il marocchino ha cercato di fuggire ma i militari lo hanno bloccato.
Il mezzo del nordafricano è stato perquisito e, in un vano ricavato sotto il sedile del guidatore, è saltato fuori un pacchetto con oltre mezzo chilogrammo di cocaina pura.
I carabinieri lo hanno subito arrestato, mentre la droga e i due mezzi utilizzati per l’attività di spaccio, sono stati sequestrati.
Si stima che il giro di affari avrebbe fatto fruttare al pusher ben 50.000 euro.
Nel mentre, prosegue l’attività di controllo del territorio che ha già fatto registrare in settimana diversi rilevanti sequestri di droga a carico di cittadini italiani e stranieri.
Segno evidente che per limitare il rischio di essere controllati dalle numerose pattuglie delle Forze dell’Ordine impegnate nei controlli per il contenimento del virus, i malintenzionati decidano di effettuare approvvigionamenti maggiori e meno viaggi.
Frenesia da smartphone a tutte le età... ma tanta comodità
Quante volte al giorno i genitori sgridano i figli perché restano troppo tempo al cellulare? Ma diciamo la verità, i genitori quante volte controllano lo smartphone per verificare se sono arrivate nuove notifiche? In metrò, sul treno o sul bus, abbiamo il cellulare in mano e non solo quando siamo seduti, ma le diamo una sbirciatina 10 secondi prima di scendere dal mezzo.
Questo fenomeno succede anche quando siamo a piedi o peggio ancora in macchina, a casa o al lavoro, nel tempo libero e perfino durante le vacanze. Però quando si scrivono i messaggi, nasce la creatività: nella frenesia di schiacciare sillabe e vocali si va dai sorrisetti ammiccanti alle smorfie o all’austero borbottio per rincarare la dose a chi riceverà la missiva. Comunque tra gioie e dolori, musica e risolini, l’importante è essere connessi con il mondo esterno!
Leggendo un sondaggio di qualche anno fa, condotto dall’Associazione Di.Te. (Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche) e Gap e Cyberbullism su un campione di 500 persone di età compresa tra i 15 e i 50 anni, il 51% dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni si innervosiscono se si devono staccare dalle nuove tecnologie. Lo smartphone, in media lo si controlla 75 volte al giorno, il 7% degli intervistati lo fa fino a 110 volte al giorno.
Dal sondaggio emerge che se i giovani non riescono a stare senza rete web, gli adulti hanno i medesimi comportamenti. In particolare il 49% delle persone aventi un età superiore ai 35 anni non sa stare senza cellulare, e verifica di continuo sui propri apparecchi se sono arrivate notifiche, almeno 43 volte al giorno, fino a picchi di 65 volte al giorno.
Si potrebbe dire che c’è dipendenza da smartphone e di fobia monotematica, è stato riscontrato che molte persone soffrono la paura incontrollata di rimanere sconnessi. Di dipendenza da smartphone si parla sempre più spesso tanto che di recente anche Google è arrivato ad affermare che «stare troppo tempo incollati allo smartphone è sbagliato, e che piuttosto va ritrovata la ‘gioia di perdersi qualcosa’ invece di rincorrere le notifiche.»
In un post sul proprio blog, Google descrive i risultati di uno studio sulla dipendenza da cellulare insieme ad alcune misure consigliate per limitare il problema. La ricerca si basa su dati raccolti attraverso interviste in diversi paesi del mondo e si è riscontrato che ci sono poche differenze tra le diverse culture, Paesi, generi, età o tipo di dispositivo utilizzato dei Paesi coinvolti.
«Gli smartphone pieni zeppi di App, social media, email – secondo la ricerca Google – andrebbero a creare un costante senso di obbligo e un’ansia personale nell’utente. – Sempre secondo lo studio condotto Google – la dipendenza da smartphone sarebbe anche provocata dalla natura stessa delle App, progettate per coinvolgere il più possibile gli utenti e creare un senso di obbligo di risposta immediata ai messaggi.»
Un esempio può essere le spunte sulla chat di Whatsapp o alla notifica in tempo reale sugli altri social network. Per concludere di fronte al processo di digitalizzazione in atto che in parte migliora le nostre vite, ma ci rende schiavi delle nuove tecnologie, forse sarebbe auspicabile creare una APP che, dopo un certo limite di permanenza sullo smartphone, dal altoparlante o le cuffiette arrivasse una sonora sgridata, anche in dialetto, esempio una sceneggiata napoletanao un “maniman” genovese per non far torto a nessuno ogni regione la sua sgridata dialettale!
Forse si creerebbe maggiore consapevolezza tra noi utenti e con il sorriso ci renderemmo conto della dipendenza da smartphone, di cui tanto si parla e per cui …anche Google…ci mette in guardia! ABov
Viaggio in autobus con lo smartphone
L’uso del cellulare in auto.Pericoloso
Anche i bambini trovano gioia e divertimento sul pc
Ospedale Villa Scassi a Genova Sampierdarena (foto di repertorio)
La Direzione Medica dell’ospedale Villa Scassi, nelle ultime 24 ore, dalle ore 14 di ieri alle 14 di oggi, martedì 28 aprile, segnala 4 decessi, due donne e due uomini.
Si tratta di:
Una donna di 88 anni, con comorbidità, deceduta il 27 aprile 2020 nel reparto di Medicina.
Un uomo di 88 anni, con comorbidità, deceduto il 27 aprile 2020 nel reparto di Pneumologia.
Un uomo di 90 anni, con comorbidità, deceduto il 28 aprile 2020 nel reparto di Medicina.
Una donna di 88 anni, con comorbidità, deceduta il 28 aprile 2020 nel reparto di Medicina.
Il Covid 19 è stato ritenuto concausa dei decessi.
Confine ferroviario Italia-Austria (foto di repertorio fb)
L’Austria il primo maggio sospenderà le limitazioni agli spostamenti. Ovviamente, insieme a tutte le altre precauzioni, resteranno in vigore gli obblighi della distanza interpersonale di almeno un metro e di indossare le mascherine, che al momento non è invece in vigore su tutto il territorio italiano.
Lo ha riferito stamane l’agenzia Ansa, citando fonti del Governo di Vienna.
Da maggio saranno inoltre consentite manifestazioni con 10 partecipanti e funerali con 30 persone.
Nei negozi raddoppia il numero dei clienti: da una persona ogni 20 metri quadri e una ogni 10.
Dal 2 maggio l’Austria procederà anche alla riapertura graduale delle grandi attività commerciali (negozi con oltre 400 metri quadri) e dei parrucchieri.
Il 15 maggio riapriranno i ristoranti. Dal 29 maggio gli alberghi.
I ristoranti potranno essere aperti dalle 6 alle 23, tra i tavoli dovrà essere garantita la distanza minima di un metro.
La piscine (al chiuso e all’aperto) torneranno a essere accessibili al pubblico a partire dal 29 maggio.
Al momento per entrare in Austria occorre esibire alla Polizia di confine un test, effettuato entro gli ultimi quattro giorni, che certifichi la negatività al Covid-19.
Ospedale Sant'Andrea alla Spezia (foto d'archivio)
La Direzione sanitaria e la Direzione medica del Presidio ospedaliero di Asl 5 segnalano che, nelle ultime 24 ore, non si sono registrati decessi di pazienti Covid-19 positivi.
Il pronto soccorso dell'spedale San Martino di Genova
Intorno alle 14 di oggi i responsabili della direzione sanitaria del Policlinico San Martino di Genova hanno comunicato il decesso di altri 5 pazienti positivi al coronavirus, spiegando che sono avvenuti “anche per infezione da Covid-19”.
Ecco l’ultimo bollettino del San Martino.
“Un paziente nato a Calasetta e residente a Genova di 88 anni, presso il 1° piano del Pronto soccorso.
Un paziente nato in provincia di Grosseto e residente a Genova di 71 anni, presso il Padiglione 12.
Una paziente nata e residente a Genova di 88 anni, presso il Padiglione 12.
Un paziente nato a Cremona e residente a Genova di 73 anni, presso il 1° piano del Pronto soccorso.
Una paziente nata e residente a Genova di 84 anni, presso il 1° piano del Pronto soccorso.”.
Ieri i carabinieri della Stazione dell’Arma di Genova Rivarolo, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà per “occupazione di terreni e/o edifici in concorso aggravata e danneggiamento” due cittadini algerini di 20 e 25 anni, entrambi con pregiudizi di polizia e mai rimpatriati.
I due nordafricani sono stati sorpresi dai militari dopo che, con l’utilizzo di arnesi atti allo scasso, avevano forzato la porta d’ingresso di un appartamento di proprietà dell’A.R.T.E. in via Maritano.
Inoltre, gli stranieri sono stati sanzionati amministrativamente per la violazione delle prescrizioni imposta dal decreto Conte sull’emergenza coronavirus.