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Criticità in Rsa di Casella: pazienti trasferiti in altre strutture sul territorio

Anziani (foto di repertorio)

A causa di criticità nella gestione della struttura, le persone ospitate in una residenza assistenziale sanitaria di Casella, alle spalle di Genova, oggi sono state trasferite in altre Rsa sul territorio dedicate ai pazienti Covid-19 positivi.

Lo ha riferito stasera la vicepresidente e assessora regionale alla Sanità Sonia Viale.

“Per affrontare adeguatamente” l’infezione da coronavirus nelle Rsa – ha spiegato Viale – Regione Liguria intende allestire alcuni luoghi attrezzati e preparati ad hoc per i nostri anziani”.

 

Piana ringrazia sanitari Evangelico: ora torni gradualmente alle precedenti funzioni

Presidente del consiglio comunale di Genova Alessio Piana (Lega)

“Ci tengo a ringraziare pubblicamente tutto il personale sanitario e ausiliario dell’ospedale Evangelico di Voltri che, superata oggi la fase emergenziale più acuta e in vista di un’auspicata, graduale e responsabile ripresa verso la normalità, si è distinto per la professionalità e la disponibilità durante questi mesi di emergenza sanitaria, avvalorando un grande spirito collaborativo durante la trasformazione nel primo Covid hospital di tutta la Liguria”.

Lo ha dichiarato oggi il presidente del consiglio comunale di Genova Alessio Piana (Lega).

“Da Voltrese – ha aggiunto Piana – sono orgoglioso del grande senso civico che in questi mesi ha dimostrato tutto il personale ospedaliero.

Auspico e sono certo che con l’impegno di Regione, Asl e Alisa, presto la situazione ritorni alla normalità e che l’ospedale, fondamentale presidio per il ponente di Genova e della provincia e in particolare per le valli Stura, Orba, Leira, Branega, Cerusa e Varenna, possa servire di nuovo ogni cittadino nella piena operatività di ogni reparto.

Ai medici, agli infermieri, al personale sanitario della struttura, alle direzioni sanitaria e generale dell’ospedale Evangelico, giunga la mia riconoscenza”.

 

Sinistra attacca prof. Bassetti solo perché pubblicizza sanificazione hotel di famiglia

Gianni Pastorino, capogruppo regionale Linea Condivisa (foto di repertorio)

“Ci risulta che i docenti universitari siano anzitutto funzionari pubblici, non star televisive o dello spettacolo. Non ci risulta che le norme vigenti consentano ai dipendenti pubblici di disporre della propria popolarità, o supposta tale, come vogliono”.

Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa) che, in qualità di vicepresidente della commissione regionale sanità, ha scritto al rettore Comanduci, al preside della Facoltà di Medicina Sambuceti e per conoscenza all’Ordine dei Medici di Genova, muovendo critiche alle esternazioni del prof. Matteo Bassetti (direttore della clinica di Malattie infettive al San Martino).

“Apprendiamo – ha raccontato Pastorino – che il prof. Bassetti ha consentito all’utilizzo della sua immagine, e dei suoi titoli, per pubblicizzare la sanificazione di un albergo genovese, rivelatosi di proprietà della moglie.

Fatto alquanto discutibile. Ma ancor più discutibili sono le dichiarazioni che ha reso a chi gli chiedeva conto di questa operazione. L’infettivologo infatti ha affermato: ‘Inopportuno? Ma perché mai, ho la mia popolarità e ne faccio quello che voglio. Lo fanno i calciatori con le pizzerie, lo posso fare io che sono professore universitario.

Affermazioni sconcertanti, che non vanno d’accordo con la carica accademica. Ancor più grave, la vicenda coinvolge interessi privati della famiglia dell’interessato. Senza dimenticare che l’emergenza tuttora in corso richiederebbe comportamenti ponderati e improntati al buon senso.

Abbiamo chiesto al rettore Comanducci e al preside Sambuceti di esprimersi sull’accaduto e di farci sapere se non ci siano gli estremi per un richiamo formale, visto che, a nostro giudizio, bisogna evitare che si ripetano comportamenti del genere, lesivi sia del ruolo di docente sia della funzione educativa che investe l’Università”.

 

S. Martino, 166 positivi ricoverati: 24 in Rianimazione. Da domani ok a papà in sala parto

Incidente in via Gobetti, scooterista in codice rosso al San Martino
Policlinico San Martino di Genova (foto di repertorio)

A oggi sono 21 i positivi al coronavirus ricoverati in Malattie Infettive, 24 nei tre reparti di Rianimazione più 6 pazienti in sub intensiva, 13 al Padiglione 10, 66 al Padiglione 12, 12 al primo piano del Pronto Soccorso, 21 al Maragliano, uno presso la Terapia Intensiva Coronarica, uno in Ortopedia d’Urgenza, uno in Ostetricia/Ginecologia.

Lo hanno riferito oggi i responsabili della direzione sanitaria del Policlinico San Martino di Genova.

“Da domani – hanno poi annunciato – sarà nuovamente concesso l’ingresso in sala parto ai richiedenti. Prima di entrare in sala parto il papà del neonato dovrà firmare un modulo informativo, illustrato dal personale sanitario, contenente le modalità comportamentali raccomandate da tenere all’interno della sala parto.

Il momento dell’ingresso in sala parto verrà stabilito dagli operatori sanitari, previa l’esecuzione del Triage per Covid-19 in atto presso il Punto nascita (anamnesi e misurazione della temperatura).

L’accesso alla sala parto sarà consentito dopo avere indossato i dispositivi di protezione individuali (mascherina chirurgica da sostituire ogni 3 ore, cuffia, camice monouso e calzari), secondo le modalità illustrate dagli operatori sanitari e previo lavaggio delle mani.

Allo scopo di evitare un inappropriato consumo di Dpi, non sarà consentito lasciare la sala parto per poi farvi rientro. Al suo interno verranno date le disposizioni per seguire al meglio e condividere il travaglio, a seconda delle modalità scelte dalla partoriente.

Il partner o la persona di fiducia della donna poi potrà rimanere insieme alla diade madre-bambino anche nelle prime 2 ore post parto, ad eccezione di motivazioni cliniche-organizzative a giudizio del personale sanitario”.

 

Viale: Paita e M5S masochisti, tasso mortalità Liguria è inferiore a Emilia Romagna

Vicepresidente e assessora regionale alla Sanità Sonia Viale (foto di repertorio fb)

“Non riuscendo far prevalere le loro ragioni sul territorio, le forze di opposizione cercano portare un presunto ‘caso Liguria’ in Parlamento. Trovo inopportuno e masochista rappresentare una situazione sanitaria nella nostra regione che non corrisponde alla realtà”.

Lo ha dichiarato oggi la vicepresidente e assessora regionale alla Sanità Sonia Viale (Lega).

“Il nostro dovere – ha spiegato Viale – è fare e fare sempre meglio, non riconcorrere un’opposizione impreparata che, anzi, sottrae tempo ed energie preziose agli uffici per precisare, ad esempio, che il tasso di mortalità in Liguria non è del 14,22%, come scrive l’onorevole Raffella Paita (Iv) nella sua interrogazione con una superficialità sinceramente non ammissibile.

Questo corrisponderebbe a 220mila morti quando, invece, il tasso di mortalità standardizzato in Liguria è inferiore a quello di Lombardia ed Emilia Romagna.

Oppure per precisare, a differenza di quanto sostiene il Movimento Cinque Stelle, che il numero dei decessi non è correlato al numero di tamponi eseguiti, effettuati secondo protocolli definiti e aderendo alle indicazioni nazionali pervenute.

Le Regioni a guida centrodestra avrebbero molti motivi per contestare quotidianamente la gestione sanitaria e degli approvvigionamenti di Dpi da parte del governo, ma, per serietà e leale collaborazione, nella consapevolezza della portata di una pandemia che ha travolto i sistemi sanitari mondiali, non lo fanno avendo posto come obiettivo principale quello della cura delle persone e non di una campagna elettorale permanente.

La sanità ligure ha attivato in pochi giorni un numero di posti letto di media e alta intensità tra i più elevati in Italia, riuscendo in questo modo a garantire cure appropriate a tutti coloro che ne avevano bisogno.

È noto a tutti che si tratta della regione più anziana d’Europa: tutti gli epidemiologi concordano nel ritenere che questa circostanza vada tenuta in considerazione per ‘standardizzare’ il tasso di mortalità.

Eppure i parlamentari di Italia Viva e Movimento Cinque Stelle, che a Roma siedono in maggioranza e in Liguria sono all’opposizione pensano di poter fare campagna elettorale sulla pandemia, attraverso richieste di ispettori, diffusione di dati raffazzonati, se non addirittura sbagliati, interrogazioni e polemiche”.

 

Assessore Berrino: cassa integrazione per i liguri, fondi insufficienti da Governo

Obbligo tampone dall'estero, Berrino: scelta folle. Toti: invece è giusta
L'ex assessore regionale della giunta Toti e attuale senatore Gianni Berrino (FdI)

“L’abbiamo già spiegato la settimana scorsa, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: la Liguria non solo non ha alcun ritardo nella comunicazione delle domande di cassa integrazione all’Inps, ma è stata la prima Regione in Italia a cominciare ad attivare la procedura per la ricezione delle domande, il 25 marzo, e se i lavoratori non avranno ciò che spetta loro dipenderà solo ed esclusivamente dalle risorse insufficienti messe a disposizione dal Governo”.

Lo ha ribadito oggi l’assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino replicando alle obiezioni dei consiglieri regionali di Italia Viva Juri Michelucci e Valter Ferrando in merito ai presunti ritardi di Regione Liguria nella comunicazione all’Inps delle domande per la cassa integrazione straordinaria motivata dall’emergenza coronavirus.

“Regione Liguria – ha spiegato Berrino – ha già passato all’Inps tutto quello che i consulenti per conto delle aziende hanno inviato a tutto il 25 aprile. Ad oggi dobbiamo elaborare solo quanto arrivato dal 26.

Lasciamo sempre tre giorni lavorativi per eventuali correzioni, perché sono molti i casi in cui è necessaria una revisione e sappiamo che, una volta fatta la trasmissione all’Inps, non è più possibile alcuna modifica. Le ore a consuntivo di febbraio e marzo sono 1.674.694 e sono relative a 23.976 lavoratori di 11.101 aziende, per un totale di 13.565.021 euro.

Ricordo che solo ieri sono arrivate dal Governo le risorse della seconda tranche, e che le domande arrivate coprono già tutto il riparto assegnato alla Liguria, e sappiamo già che non basta, perchè è ampiamente insufficiente rispetto alle esigenze di aziende e lavoratori.

La procedura che stiamo seguendo non soltanto non causa ritardi, ma permette di recuperare le ore non rendicontate rispetto a quelle previste all’atto della prima domanda.

Se inviassimo il preventivo già chiesto dalle aziende, avremmo già superato i 68 milioni e 200 assegnati dal governo (precisamente 70.341.704 euro, corrispondenti a 15.190 domande, 36.704 lavoratori e 8.684.161 ore) e l’INPS ci avrebbe bloccato la trasmissione delle autorizzazioni”.

Per quanto riguarda invece la richiesta dei consiglieri del Pd di sollecitare Abi regionale per l’anticipo della cassa in deroga secondo il protocollo siglato con il Governo, l’assessore Berrino ha precisato: “Abbiamo già incontrato l’articolazione regionale di Abi due settimane fa. Il lavoratore deve passare all’istituto di credito il codice comunicato dall’Inps per sbloccare il pagamento: se ci sono degli istituti che si rifiutano di attivare la procedura i lavoratori possono comunicarcelo, ma finora all’assessorato non sono arrivate segnalazioni in merito”.

 

Plinio: Anpi sì, noi no. Sanzionati 3 giovani che depongono fiori in ricordo di Sergio Ramelli

La targa che ricorda Sergio Ramelli a Milano

Quelli dell’Anpi sì, gli altri no.

“Nel 45° anniversario della morte di Sergio Ramelli, militante diciottenne del Fronte della Gioventù ucciso vigliaccamente da extraparlamentari comunisti di Avanguardia Operaia, oggi 3 giovani di CasaPound, Forza Nuova, Lealtà e Azione, e un fotografo che ha scattato le immagini dell’evento, tutti con mascherine e regolarmente distanziati, sono stati sanzionati dalla Polizia mentre deponevano dei fiori sulla targa che lo ricorda in via Paladini a Milano”.

Lo ha riferito oggi l’ex vicepresidente di Regione Liguria e attuale esponente di CasaPound Gianni Plinio.

Ucciso a soli 18 anni dai comunisti, Sartori e Fidanza ricordano Sergio Ramelli

“E’ una vergogna – ha aggiunto Plinio – quarantacinque anni fa con Giorgio Bornacin e Gughy Casarino eravamo a Milano ai  funerali, di Sergio.

Che misero Paese è diventato quello in cui si può celebrare in allegra compagnia il 25 aprile mentre si è sanzionati quando si depongono dei fiori per un giovanissimo Caduto degli Anni di piombo?”.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, i quattro giovani sono stati fermati e identificati da agenti della Digos milanese che si trovavano già sul posto.

Sono quindi scattate le sanzioni per le violazioni al decreto Conte sull’emergenza Coronavirus, che invece il 25 aprile aveva consentito la deposizione di fiori e corone per centinaia di celebrazioni in piazza.

Oggi anche l’assessore regionale Gianni Berrino (FdI) ha ricordato su fb il giovane ucciso dai comunisti: “Sergio Ramelli! Presente 29/4/1975-29/4/2020”.

 

 

 

Loano, i rappresentanti di categorie incontrano il Sindaco

Loano, i rappresentanti di categorie incontrano il Sindaco

Il Comune di Loano incontra le categorie, Fondamentale tutelare il tessuto economico, ne vade il futuro della città

Stamattina il sindaco di Loano. Luigi Pignocca, ha incontrato i rappresentanti delle categorie economiche della città: Marco Zappa per i bagni marini, Graziella Del Balzo per gli albergatori e Massimo

Caresano per i commercianti. Insieme a Pignocca c’erano il vice sindaco con delega alle attività produttive Luca Lettieri e l’assessore a bilancio e polizia locale Enrica Rocca.

Come i colleghi di molte altre località italiane, intorno alle 21 di ieri sera anche i commercianti ed esercenti di Loano hanno aderito “Risorgiamo Italia”, la manifestazione nazionale organizzata dai movimenti di imprenditori del mondo Horeca e dei Locali di Pubblico Spettacolo per protestare contro i tempi e le modalità di riapertura di alcuni settori voluti dal governo. I negozianti hanno acceso contemporaneamente le insegne e le luci delle loro attività in segno di reciproca solidarietà e, questa mattina, hanno voluto consegnare simbolicamente le chiavi delle loro attività al sindaco.

Massimo Caresano ha portato a Palazzo Doria “la voce dei negozianti aderenti a Confcommercio e, più in generale, quella di tutti gli esercenti loanesi, che provano paura e preoccupazione per la situazione attuale. Per poter uscire da questo momento di difficoltà è necessario lavorare tutti insieme per un medesimo obiettivo: il futuro di Loano richiede lo sforzo personale di tutti noi. Ciascuno di noi deve prendersi le proprie responsabilità. Anche per questo, è necessario rafforzare il confronto tra tutte le parti, creando un tavolo comune che permetta di elaborare strategie organiche per il rilancio complessivodella nostra città. E soprattutto è necessario che il Comune, che pure è ben consapevole della situazione,si faccia portatore delle preoccupazioni dei negozianti della città presso le istituzioni superiori, in primis la Regione Liguria”.

Dal canto loro, gli amministratori loanesi hanno garantito la massima disponibilità a collaborare e a ricercare nuove forme di sostegno del tessuto economico cittadino, ribadendo al contempo le numerose misure varate nelle ultime settimane: dal ristorno sul canone di occupazione di suolo pubblico nel 2021 alla sospensione del pagamento delle rate derivanti da accertamento Imu (e delle relative ingiunzioni di pagamento) all’annullamento dello stop ai cantieri edili del centro per il periodo estivo. Inoltre l’amministrazione comunale sta valutando la possibilità di concedere gratuitamente “aumenti” di suolo pubblico ai pubblici esercizi al fine di garantire il giusto distanziamento tra gli avventori.

“Insieme alla salvaguardia della salute pubblica e alla tutela delle fasce più deboli della popolazione – afferma il sindaco Luigi Pignocca – il sostegno del tessuto economico e produttivo del nostro paese rappresenta, in questo momento, una delle priorità più impellenti. Come amministrazione, per quanto di nostra competenza abbiamo già messo in atto diverse misure volte anche e soprattutto ad alleviare la pressione su quelle realtà che, a causa del lockdown, hanno dovuto interrompere la loro attività e quindi hanno subito le conseguenze più gravi di questa emergenza sul fronte economico. Interventi strutturali di più ampia portata devono arrivare dal governo, che nei prossimi giorni dovrebbe emettere due nuovi decreti, uno dei quali rivolto proprio alle attività economiche oltre a quello destinato agli enti locali.

Attendiamo di conoscere le decisioni dell’esecutivo anche e soprattutto per comprendere quali saranno le ‘possibilità’ dei singoli Comuni”.

Scuole chiuse, niente pasti scolastici. A rischio 370 milioni di bimbi

Scuole chiuse, niente pasti scolastici, a rischio 370 milioni di bimbi

In un contesto in cui la crisi da Covid-19 provoca un aumento della fame tra i poveri a livello globale

il World Food Programme e l’UNICEF sollecitano i governi nazionali a prevenire le devastanti conseguenze nutrizionali e sulla salute per 370 milioni di bambini che non ricevono più pasti a scuola a causa della chiusura degli istituti.

“Per milioni di bambini in tutto il mondo, quello a scuola è l’unico pasto che ricevono giornalmente. Senza di esso, i bambini hanno fame, rischiano di ammalarsi, di abbandonare la scuola e di perdere la migliore opportunità che hanno per sfuggire alla povertà. Bisogna agire immediatamente per evitare che la pandemia sanitaria diventi una catastrofe alimentare e per garantire che nessuno rimanga indietro”, ha dichiarato David Beasley, Direttore esecutivo del WFP.

I pasti a scuola sono particolarmente importanti per le bambine. In molti paesi poveri, la promessa di un pasto può bastare a fare in modo che genitori in difficoltà mandino le figlie a scuola, evitando così loro pesanti lavori domestici o matrimoni precoci.

“La scuola è molto di più che un luogo di apprendimento. Per molti bambini è uno strumento vitale per quanto riguarda la sicurezza, i servizi per la salute e la nutrizione. A meno che non si agisca ora – incrementando i servizi salvavita per i bambini più vulnerabili – la devastante ricaduta causata dal Covid-19 si farà sentire per decenni”, ha detto Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF.

Oltre ai pasti scolastici, i bambini dei paesi poveri spesso beneficiano di servizi per la salute – come vaccinazioni, eliminazioni dei vermi ed integratori di ferro – erogati attraverso le loro scuole.

In risposta a un recente rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, che ha evidenziato il numero di bambini che hanno smesso di ricevere i pasti a scuola, il WFP e l’UNICEF stanno lavorando con i governi per sostenere i bambini che non vanno a scuola durante la crisi. I governi e il WFP forniscono ai bambini di 68 paesi razioni da portare a casa, vouchers o trasferimenti in contanti in alternativa ai pasti scolastici.

Nel quadro di questo partenariato, durante i prossimi mesi il WFP e l’UNICEF forniranno aiuto ai governi per garantire che, una volta riaperte le scuole, i bambini possano beneficiare di pasti scolastici e programmi sanitari. Ciò rappresenterà anche un incentivo per i genitori a far tornare i figli a scuola. Le agenzie stanno anche collaborando nel tracciamento del numero di bambini bisognosi di pasti scolastici attraverso una mappa online dei pasti scolastici.

Per sostenere questo lavoro – che inizialmente si concentrerà su 30 paesi vulnerabili o a basso reddito, a sostegno di dieci milioni di bambini – l’UNICEF e il WFP lanciano un appello per 600 milioni di dollari. Questo lavoro sarà strettamente collegato alla Global Education Coalition, a guida UNESCO, un’iniziativa a livello globale per garantire che i bambini continuino l’apprendimento nonostante le interruzioni causate dal Covid-19.

Dichiarazione del Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo su Italia: “Il nostro pensiero è rivolto ai bambini ed ai ragazzi in condizione di povertà o marginalità sociale nel nostro paese, proponendo azioni e servizi concreti alle famiglie maggiormente vulnerabili. Grazie al supporto del Corpo dei Vigili del Fuoco e dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco nostri Ambasciatori, abbiamo chiesto la disponibilità di convertire il servizio mense in pasti preconfezionati e sigillati, con distribuzione diretta fino a domicilio. Questo per aiutare i bambini più fragili che con la chiusura delle mense scolastiche rischiano di trovarsi senza un pasto sicuro al giorno; un servizio svolto in accordo con le Autorità e nel rispetto delle norme igieniche e precauzionali anti-contagio previo utilizzo di dispositivi sanitari di sicurezza”.

2 maggio il termine per la consegna del Baby Kit 2020

2 maggio il termine per la consegna del Baby Kit 2020

Baby Kit 2020. Per la consegna a domicilio da parte della Protezione Civile occorre prenotarsi online entro sabato 2 maggio all’indirizzo smart.comune.genova.it/baby-kit-2020

Sabato 2 maggio scadrà il termine per prenotare la consegna a domicilio da parte della Protezione Civile del Baby Kit 2020 realizzato dall’Agenzia per la Famiglia insieme all’assessorato alle Politiche socio-sanitarie, famiglia e relativi diritti, all’Ufficio relazioni con le aziende e fundraising e distribuito con il contributo della Direzione Protezione Civile e Valorizzazione del Volontariato.

I neo genitori dei bambini nati e residenti a Genova nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020 potranno richiedere il kit compilando il modulo online al link https://smart.comune.genova.it/baby-kit-2020 scaricando e stampando l’autocertificazione che consegneranno agli operatori della Protezione Civile. A coloro che lo prenoteranno oltre il 2 maggio, e per i nati da aprile, le procedure di consegna/ritiro saranno comunicate al termine dell’emergenza Coronavirus.

Il Baby Kit comprende prodotti per l’accudimento adatti ai primi mesi di vita (bavaglino, creme, prodotti per l’igiene e altro) ed è stato realizzato in collaborazione con Il Mondo di Mirà e la partecipazione di Coop Liguria, Happy, Helan, Ipersoap, MAM, Mustela, Nuby, OralB, Tigotà. Quest’anno il kit comprende anche due novità dedicate ai genitori: un invito al corso gratuito “TrasportAci Sicuri” dedicato alla sicurezza dei più piccoli nei viaggi in auto offerto dall’Automobile Club di Genova e un voucher per entrare gratuitamente in alcune strutture museali fornito dai Musei Civici-Direzione Beni e Attività culturali del Comune di Genova. Come nella tradizione non manca il bavaglino con il logo Genova in Family, fornito dall’Agenzia per la Famiglia, e la lettera di benvenuto firmata dal sindaco Marco Bucci: “Welcome on board!”.

Per informazioni scrivere a: agenziaperlafamiglia@comune.genova.it