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Omicidio caruggi, esasperato dagli schiamazzi. L’arciere 63enne: non sono razzista

Violenza sessuale, 80enne genovese agli arresti domiciliari per 4 anni
Tribunale di Genova (foto d'archivio)

“Li volevo solo intimidire, non volevo uccidere. Ho perso la testa, sono stato provocato”.

È la sostanza di quanto riferito oggi, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, il 63enne artigiano, abitante nel Centro storico genovese, che la notte tra martedì e mercoledì scorso, esasperato dai continui schiamazzi sotto casa, ha colpito mortalmente con arco e freccia un 41enne peruviano.

L’omicidio è avvenuto nell’area della Maddalena, adiacente a vico Mele, in una zona di spaccio di droga e mala movida.

Il giudice Matteo Buffoni ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in carcere.

Il presunto omicida, difeso dall’avvocato Fabio Fossati, ha parlato per un’ora e mezza rispondendo alle domande del giudice per le indagini preliminari.

“Non sono un razzista – ha sottolineato il 63enne – anzi, a chi lo è spiego sempre che gli immigrati scappano dalle guerre e dalla miseria.

Li ho visti urinare davanti al cancelletto e li ho rimproverati. È nata una discussione.

Non mi ricordo di avere detto quella frase sugli immigrati.

Quando ho capito quanto successo sono sceso e ho provato a soccorrerlo. Sono tornato a casa per prendere degli asciugamani.

Quella sera ero stanco, avevo la musica accesa, ma non era alta visto l’ora”.

Secondo il legale difensore, l’artigiano è una persona “affranta, non abituato alla violenza”.

Omicidio caruggi, esasperato dagli schiamazzi: contestato anche l’odio razziale