Odio e messaggi minatori a UniGe. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e il rettore Federico Delfino sono finiti nel mirino dei violenti pro palestinesi, che hanno attaccato due cartelli con le immagini di ministra e rettore sulle colonne del palazzo universitario di via Balbi.
Inoltre, i manifestanti violenti hanno occupato parte dell’Ateneo, negando il diritto di studio agli studenti.
Pertanto, una denuncia per interruzione di pubblico servizio e per vilipendio delle istituzioni è stata formalizzata in queste ore dal rettore Delfino, dopo che alcuni gruppi di proPal hanno occupato il rettorato.
Gli appartenenti ai collettivi hanno occupato, annunciando di voler proseguire a oltranza, da ieri sera la sede di Balbi 5 e, secondo quanto riferito, hanno quindi impedito l’accesso a studenti e personale questa mattina, con blocco delle lezioni e delle attività.
“L’università – ha dichiarato il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo – è il luogo del sapere, del dialogo e della crescita. È vergognoso vederla trasformata in teatro di violenza e odio.
Le immagini che ritraggono la ministra Anna Maria Bernini e il rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino, all’interno di un mirino destano profonda preoccupazione e non possono in alcun modo essere accettate.
Ad Anna Maria e al rettore Delfino va tutta la mia solidarietà. È tempo di abbassare i toni e restituire all’università il ruolo che le spetta: culla di libertà e democrazia”.
“Esprimiamo profonda preoccupazione – ha dichiarato il il coordinatore dei Giovani della Lega Andrea Bonfà – per la nuova occupazione della sede universitaria di via Balbi 5 a Genova, ancora una volta trasformata in teatro di proteste legate al conflitto israelo-palestinese.
Riteniamo inaccettabile che siano i comitati stessi a porre condizioni per la fine dell’occupazione, tentando di imporre in maniera illegittima la propria volontà all’Università.
Per noi l’Università deve restare un luogo dedicato alla formazione delle giovani generazioni, con l’obiettivo di costruire il futuro e contribuire al bene della collettività. È per questo che consideriamo intollerabile qualsiasi blocco delle attività accademiche a spese delle famiglie dei giovani che non hanno potuto svolgere lezioni ed esami”.