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Negli ultimi dieci anni le produzioni di vini biologici in Italia sono cresciute del 110% 

Negli ultimi dieci anni, le produzioni di vini biologici in Italia sono cresciute del 110%, e il trend non sembra registrare battute d’arresto
Negli ultimi dieci anni, le produzioni di vini biologici in Italia sono cresciute del 110%, e il trend non sembra registrare battute d’arresto

Negli ultimi dieci anni, le produzioni di vini biologici in Italia sono cresciute del 110%, e il trend non sembra registrare battute d’arresto

Un italiano su due predilige i vini bio rispetto a quelli tradizionali

Gentili (responsabile agricoltura Legambiente): “Con 128mila ettari di vite coltivata con metodo biologico il nostro Paese si conferma tra i leader mondiali. Ci piace pensare che questo risultato sia stato raggiunto in piccolissima parte anche grazie alla resilienza della nostra rassegna degustazione”

Grammatico: “La rassegna è un’occasione per i produttori liguri per presentare le loro eccellenze e farsi conoscere fuori dalla nostra regione”

Il tradizionale evento dedicato ai migliori vini da agricoltura biologica e biodinamica d’Italia sta per tornare. Per il trentunesimo anno, Legambiente dà appuntamento a Rispescia (Gr), nella storica sede in cui ogni anno trova casa Festambiente – manifestazione nazionale dell’associazione ambientalista – il 10 giugno per la rassegna degustazione nazionale dei vini da agricoltura biologica e biodinamica. Occasione prestigiosa finalizzata a mettere al centro le produzioni biologiche e biodinamiche dello Stivale, la rassegna degustazione tornerà ad accendere i riflettori sulla necessaria e irrimandabile transizione ecologica del settore agricolo, strategica per il futuro dell’intero Paese.

Del resto, la posizione dell’associazione del cigno verde è chiara: per raggiungere i target fissati dall’Ue serve imboccare con determinazione la strada dell’agroecologia a partire dalla piena applicazione dal campo alla tavola di quanto stabilito con le strategie Farm to fork e Biodiversità 2030, che tra le altre cose prevedono un incremento delle superfici agricole dedicate al biologico. E proprio in fatto di biologico anche il mercato pare andare incontro alle urgenze del Pianeta: Vinitaly 2023 ha dimostrato che il vino bio è un prodotto maturo e capace di attirare sempre di più l’interesse dei consumatori. Non a caso, a Vinitaly Bio, il padiglione  dedicato ai vini biologici, erano presenti ben 110 aziende. Negli ultimi dieci anni, le produzioni di vini biologici sono cresciute del 110% in Italia e il trend non sembra registrare battute d’arresto, tanto che un italiano su due, stando ai dati di Nomisma-Wine Monitor, predilige i vini bio rispetto a quelli tradizionali.

“I numeri del vino bio – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – ci danno ragione. Secondo le stime di Nomisma, il 90% delle aziende prevede che nei prossimi due anni i consumatori mostreranno un crescente interesse per i vini biologici e sostenibili. Ciò vuol dire che le politiche di sensibilizzazione messe in campo anche attraverso la nostra rassegna degustazione nazionale hanno dato il loro frutti. Qualche decennio fa, anche solo a parlare di vini biologici si correva il rischio di essere considerati visionari. Oggi, una grande fetta di mercato va in questa direzione. Con 128mila ettari di vite coltivata con metodo biologico il nostro Paese si conferma tra i leader mondiali nella produzione di vino biologico, detenendo il primato di superficie vitata bio (19% del totale). Negli ultimi dieci anni le superfici di vite coltivate a bio sono aumentate di oltre il 145%. Ci piace pensare che questo risultato sia stato raggiunto in piccolissima parte anche grazie alla resilienza della nostra rassegna degustazione.”

“Ci auguriamo che anche quest’anno i produttori liguri rispondano e vengano numerosi per presentare i loro vini alla rassegna organizzata dalla nostra associazione a Rispescia – dichiara Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria. – La nostra è una regione che produce vino di grande qualità ma ancora poco conosciuto fuori dai nostri confini. Eppure il nostro vermentino non ha niente da invidiare a quelli toscani e sardi e altri vitigni come il pigato, la granaccia e il rossese rappresentano un’eccellenza del nostro territorio. Per questo pensiamo che la vetrina offerta da Legambiente possa essere un’ottima occasione di promozione e valorizzazione del nostro vino”.

In un siffatto contesto, non deve essere trascurato il fatto che proprio il settore vitivinicolo è uno dei più esposti ai cambiamenti climatici e che, nell’immediato, ha estrema necessità di significativi investimenti per adattarsi alla crisi climatica.

“L’agricoltura sostenibile – ha spiegato Gentili – ha estrema necessità di essere sostenuta. La crisi climatica morde e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Siccità ed eventi estremi sono solo due tra le tante difficoltà che ogni giorno i nostri agricoltori si trovano ad affrontare. Ciò vale a maggior ragione per il settore viti-vinicolo, notoriamente fragile per sua stessa essenza e bisognoso di un’attenzione particolare da parte delle istituzioni a ogni livello.”

Questi e molti altri i temi al centro del dibattito che accompagnerà la rassegna degustazione organizzata in collaborazione con il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali e il corso di laurea in Viticoltura ed enologia dell’Università di Pisa e con la mediapartnership de La Nuova Ecologia. Le aziende che verranno selezionate nell’ambito dell’iniziativa nelle diverse sessioni previste (vini bianchi, rosati, rossi giovani e affinati, vini dolci, spumanti, vitigni autoctoni) riceveranno una targa che verrà consegnata in occasione di una cena-evento che si terrà a Rispescia (Gr) il 10 giugno a cui parteciperanno ospiti illustri oltre ai rappresentanti delle aziende viti-vinicole nazionali che hanno partecipato alla rassegna.