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L’attacco di Bassetti al plasma per il Covid: è definitivamente morto

L’attacco di Bassetti al plasma con il covid: E’ definitivamente morto
Prof. genovese Matteo Bassetti (foto di repertorio fb)

Bassetti: La scienza non è democratica… su questo post stanno proliferando negazionisti, complottisti e ignoranti vari, da ora non si può più scrivere stupidaggini sotto il post. Così vi evito anche qualche denuncia

“Con quest’ultimo lavoro scientifico il plasma dei guariti è definitivamente morto come cura per il Covid”. Lo scrive su Facebook l’infettivologo del Policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti, postando un articolo pubblicato sul The New England Journal of Medicine.

Bassetti, al termine del suo post, mette anche un “Post Scriptum” che non dà spazio alle critiche “Siccome la scienza non è democratica e su questo post stanno proliferando negazionisti, complottisti e ignoranti vari, da ora non si può più scrivere stupidaggini sotto il post. Così vi evito anche qualche denuncia”.

“Purtroppo il plasma dei guariti – scrive Bassetti – ha fallito nell’ennesimo studio randomizzato controllato.

Non solo non funziona nei casi gravi come già ampiamente dimostrato, ma neanche nelle forme più lievi quando utilizzato precocemente, come di dimostra in questo studio appena pubblicato sulla rivista più prestigiosa del mondo.

Con quest’ultimo lavoro scientifico il plasma dei guariti è definitivamente morto come cura per il Covid. Questa è ciò che dice la medicina basata sull’evidenza.

Dispiace che in Italia anche il plasma sia diventato terreno di partigianerie politiche e televisive.

Certo che alcuni politici e programmi tv avrebbero potuto evitare brutte figure, se non si fossero addentrati in argomenti  di medicina e di scienza, che non gli appartenevano e non gli appartengono

Ps. Siccome la scienza non è democratica e su questo post stanno proliferando negazionisti, complottisti e ignoranti vari, da ora non si può più scrivere stupidaggini sotto il post. Così vi evito anche qualche denuncia”

Il link all’articolo sul The New England Journal of Medicine