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Inno di Mameli stecca in Sala rossa, ironia M5S e Pd: passa a stento mozione De Benedictis

Il 5 luglio la prima seduta del nuovo consiglio comunale
Sala Rossa a Tursi, consiglio comunale di Genova (foto d'archivio)

Due leghisti non votano la mozione e sull’Inno di Mameli la maggioranza Bucci stecca.

Ironia e prese in giro oggi in Sala rossa a Tursi, dove è passata a stento la mozione presentata da Franco De Benedictis (Noi con l’Italia e vicino a FdI) che modifica il regolamento del consiglio comunale affinché sia eseguito prima di ogni seduta il Canto degli italiani.

Alla fine la mozione è stata approvata con soli 18 voti a favore e 16 contrari, con colpi di scena, spaccature nella maggioranza e il sindaco Bucci visibilmente irritato.

La discussione si è svolta tra il serio e il faceto, con alcuni emendamenti provocatori.

Il consigliere del Pd Alessandro Terrile ha spiegato che “le emergenze per Genova sono altre” e ha proposto che a eseguire l’Inno fosse “l’orchestra sinfonica del Teatro Carlo Felice o una filarmonica cittadina” (si pensa alla Filarmonica Sestrese, ndr).

Il capogruppo del M5S Luca Pirondini, che è un ottimo musicista di professione, ha chiesto di effettuare “il più presto possibile” delle audizioni pubbliche “ai fini di verificare la qualità canora dei consiglieri” e istituire una “graduatoria” dei consiglieri canterini.

Spaccatura tra le file della Lega. Francesca Corso e Davide Rossi non hanno votato la mozione e il sindaco Bucci ha “rimproverato” i giovani consiglieri ribelli. Un terzo leghista, Federico Bertorello, si è allineato votando “sì” ma solo dopo avere espresso forti critiche.

La capogruppo del Pd Cristina Lodi ha chiesto di inserire un ordine del giorno che accoppiasse la votazione della mozione sull’Inno all’abolizione del nuovo Registro delle famiglie. Non ottenendo l’ok della giunta, il Pd ha quindi deciso di votare “no” al Canto degli Italiani nonostante fosse stato tra i firmatari della mozione di De Benedictis.